Un enorme iceberg grande come la città di Ferrara si è staccato dall’Antartide: quali sono i rischi
Un gigantesco iceberg grande come la città di Ferrara si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio antartica Brunt Ice Shelf, una delle più importanti e studiate dalle missioni scientifiche. Proprio su di essa si trova la stazione di ricerca Halley VI del British Antarctic Survey (BAS), che nel 2017 era stata spostata all'indietro di 23 chilometri nell'entroterra proprio a causa dei rischi collegati ai distacchi – o parti, come li chiamano i glaciologi – di colossali iceberg tabulari. L'ultimo ad essersi sganciato dall'immensa piattaforma glaciale – spessa 150 metri e confinante con la Terra di Coats – è stato soprannominato A-83 dagli scienziati, sebbene il suo nome non sia ancora ufficiale. Il distacco dell'iceberg è avvenuto alle prime ore di lunedì 20 maggio 2024 e non era esattamente un evento inatteso. Da circa otto anni, infatti, sulla Brunt Ice Shelf era presente una grossa spaccatura lunga chilometri chiamata Halloween Crack. Nelle ultime settimane è comparsa improvvisamente un'altra crepa di 14 chilometri, che si è rapidamente congiunta con l'altra con un angolo di 90° staccando un gigantesco “morso” alla piattaforma. Così è nato A-83.
Secondo i calcoli degli scienziati l'iceberg A-83 ha una superficie di ben 380 chilometri quadrati, un'estensione paragonabile a quella della città di Ferrara in Emilia Romagna, Arezzo in Toscana e Olbia in Sardegna. Più internazionalmente, siamo ai livelli della scintillante città di Las Vegas in Nevada (Stati Uniti). L'iceberg è dunque un vero e proprio colosso, ma gli scienziati del BAS sottolineano che non si è staccato a causa del cambiamento climatico, strettamente connesso allo scioglimento dei ghiacciai. Il “parto” dei grandi iceberg tabulari fa infatti parte del naturale processo di crescita e rimodellamento delle piattaforme di ghiaccio dell'Antartide.
Ciò, tuttavia, non significa che non siano fenomeni privi di conseguenze. Gli iceberg così grandi possono infatti rappresentare un pericolo per il traffico navale (soprattutto quando si frantumano), inoltre possono modificare le correnti oceaniche che incontrano. “Il distacco degli iceberg tabulari fa parte del comportamento naturale delle piattaforme di ghiaccio, ma spesso provoca grandi cambiamenti nella geometria delle piattaforme di ghiaccio e può avere un impatto sulla circolazione oceanica locale”, ha dichiarato in un comunicato stampa il glaciologo Oliver Marsh del BAS, che ha lavorato per anni sulla piattaforma antartica.
Ma c'è di più. Nel caso in cui dovessero arenarsi davanti a un'isola, infatti, questi colossali iceberg oltre ad alterare gli equilibri chimico-fisici marini degli ecosistemi locali – a causa del rilascio di immense quantità di acqua dolce – sono in grado di “arare” e distruggere enormi distese di fondali. Se ciò non bastasse, possono diventare ostacoli insormontabili per pinguini, foche e altri animali, che potrebbero non essere più in grado di raggiungere le fonti di cibo in mezzo al mare.
L'iceberg A-83 è il terzo di grandi dimensioni ad essersi staccato in pochi anni dalla piattaforma di ghiaccio Brunt. Uno dei più grandi è stato A-74 da 1.270 chilometri quadrati, staccatosi il 26 febbraio del 2021. Anche se il riscaldamento globale non c'entra con questi eventi, non significa che i continui distacchi non destino qualche preoccupazione negli esperti. “Le piattaforme di ghiaccio galleggianti dell'Antartide crescono gradualmente grazie al flusso di ghiaccio e si restringono episodicamente a causa del distacco degli iceberg. L’equilibrio tra questi due processi influisce sulla loro capacità di trattenere il ghiaccio sulla terra. È preoccupante, quindi, che anche in questo settore relativamente freddo dell’Antartide si siano verificati tre grandi distacchi di iceberg negli ultimi 3-4 anni”, ha chiosato il professor Adrian Luckman, docente presso l'Università di Swansea ed esperto di piattaforme glaciali. Al momento non è chiaro quale possa essere l'impatto dell'iceberg A-83.