Un asteroide è esploso nel cielo delle Filippine, l’impatto era previsto con ore d’anticipo: il video

Attorno alle 18:40 ora italiana del 4 settembre 2024 l’asteroide 2024 RW1 si è disintegrato nel cielo delle Filippine, dando vita a una magnifica palla di fuoco. Gli scienziati avevano intercettato il “sasso spaziale” e previsto l’impatto con alcune ore di anticipo.
A cura di Andrea Centini
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L'asteroide 2024 RW1 esplode nel cielo dell'isola di Luzon, Filippine. Credit: Screenshot X
L'asteroide 2024 RW1 esplode nel cielo dell'isola di Luzon, Filippine. Credit: Screenshot X

Alle 16:39 del Tempo Coordinato Universale – UTC (le 18:39 in Italia) di mercoledì 4 settembre 2024 un asteroide di piccole dimensioni è esploso nel cielo delle Filippine, dando vita a una spettacolare palla di fuoco (fireball). L'evento, molto suggestivo come evidenziano le immagini che potete ammirare in testa all'articolo, è stato particolarmente significativo per una ragione: il piccolo asteroide di circa 1 metro di diametro, classificato ufficialmente come 2024 RW1, era stato intercettato dagli scienziati alcune ore prima dell'impatto con l'atmosfera terrestre. Si tratta soltanto del nono corpo celeste ad essere rilevato dai sistemi di sorveglianza planetaria prima di disintegrarsi nel cielo. Questo evento da una parte ci rende consapevoli di essere sempre più capaci di identificare potenziali minacce spaziali con anticipo – se 2024 RW1 fosse stato più grande lo avremmo intercettato prima -, dall'altra conferma che siamo costantemente esposti al “bombardamento” da parte di questi corpi celesti. E l'impatto di un grande asteroide, secondo gli scienziati, non è questione si se, ma di quando.

Tornando all'evento del 4 settembre, la palla di fuoco provocata dall'asteroide è stata vista distintamente nel cielo di Lal-lo (Cagayan) e si è estinta a nord dell'isola di Luzon, la più grande delle Filippine. Secondo i dati raccolti dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA), il “sasso spaziale” ha impattato contro l'atmosfera terrestre a una velocità di 17,6 chilometri al secondo, pari a oltre 63.000 chilometri orari, una velocità considerata media per questi oggetti. La palla di fuoco ha generato un forte bagliore che ha illuminato le nuvole dando vita anche a una piccola ed effimera coda, prima di estinguersi. Come indicato, era stato rilevato alcune ore prima dal Catalina Sky Survey, un progetto di ricerca gestito da scienziati del Lunar and Planetary Laboratory dell'Università dell'Arizona dedicato proprio alla “caccia” degli oggetti che si avvicinano alla Terra, come i NEO (Near Earth Objects).

L'asteroide 2024 RW1 non ha rappresentato alcun pericolo per la Terra, dato che oggetti di queste dimensioni si disintegrano totalmente nel cielo grazie al fenomeno chiamato ablazione. In parole semplici, si riscaldano dall'interno per il fortissimo attrito con l'aria dell'atmosfera terrestre fino a disintegrarsi: è proprio questo processo che dà vita alle meteore o stelle cadenti, generate da piccolissimi detriti, oppure ai più spettacolari bolidi e fireball, come la palla di fuoco osservata sulle Filippine. Oggetti più grandi, chiaramente, possono rappresentare una seria minaccia. Tutti ricordiamo l'esplosione della cosiddetta “meteora di Čeljabinsk” nel cielo della Russia nel 2013, provocata da un asteroide di circa 15 metri per 10.000 chilogrammi di peso. In quel caso la fortissima onda d'urto provocò oltre mille feriti e all'interno di un lago finì un frammento di circa 570 chilogrammi. Se l'asteroide fosse esploso su una città densamente popolata i danni sarebbero stati sensibilmente superiori.

I rischi maggiori sono quelli legati alle comete e agli asteroidi classificati dalla NASA come oggetti potenzialmente pericolosi, tutti quelli che hanno un diametro di almeno di 150 metri e si avvicinano entro 7,5 milioni di chilometri dalla Terra. Un recente studio ha determinato che l'asteroide Apophis di 340 metri potrebbe ancora colpirci nel 2029, nel caso fosse deviato dall'impatto di un altro oggetto più piccolo (anche se è altamente improbabile). Alla fine del Cretaceo, 66 milioni di anni fa, la Terra fu colpita dal gigantesco chicxulub di oltre 10 chilometri di diametro, un colosso che provocò l'estinzione dei dinosauri non aviani e più in generale del 75 percento delle specie animali dell'epoca. Gli scienziati hanno recentemente affermato che non siamo pronti ad affrontare la minaccia di grandi corpi celesti diretti verso la Terra, ma con la missione DART abbiamo dimostrato che è possibile deviarli grazie all'impatto cinetico di una sonda. In futuro questa procedura potrebbe salvarci da una vera e propria apocalisse.

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