Un asteroide con un’enorme vela per combattere la crisi climatica: la “folle” idea di uno scienziato
Per combattere il cambiamento climatico uno scienziato ha proposto di catturare un asteroide, agganciargli sopra una enorme vela parasole e posizionarlo come "scudo" innanzi alla Terra, con l'obiettivo di schermare parte dei raggi solari. Riducendo anche di soli pochi punti percentuali la radiazione solare, infatti, si otterrebbe un effetto raffreddante sulla superficie terrestre, in grado di rallentare almeno in parte il riscaldamento globale dovuto alle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas climalteranti. L'idea, in fondo, non è quella di sfruttare questo scudo spaziale come misura permanente alla grave crisi climatica che stiamo vivendo (e che peggiorerà inesorabilmente nel prossimo futuro), ma di realizzare una sorta di tampone per prendere tempo, dandoci modo di creare nuove soluzioni, economie e società che non si basano più sul consumo dei combustibili fossili, veri catalizzatori dei cambiamenti climatici.
Il problema fondamentale è che di tempo per agire ce n'è davvero pochissimo; si ritiene infatti che supereremo 1,5° C di riscaldamento rispetto all'epoca preindustriale entro i prossimi dieci anni, soglia oltre la quale ci attendono le conseguenze più drammatiche e irreversibili della crisi climatica. Non c'è da stupirsi che alcuni scienziati profetizzino la fine della civiltà come la conosciamo oggi già entro il 2050. Pertanto qualunque iniziativa virtuosa per combattere il cambiamento climatico, considerato la principale minaccia esistenziale per l'umanità, è ben accetta. Anche la più folle, come quella di ridurre l'esposizione ai raggi solari attraverso immense vele solari agganciate a un asteroide. L'idea, in realtà, non è completamente nuova, dato che anche altri ricercatori avevano ipotizzato di schermare la radiazione solare: la “solar radiation modification”, cioè l'alterazione delle radiazioni emesse del Sole attraverso metodi artificiali, è anche alla base di un progetto finanziato da Bill Gates, che prevede di spruzzare in alta atmosfera polveri in grado di riflettere i raggi solari (come il carbonato di calcio).
A ipotizzare l'uso dell'asteroide munito di enorme vela solare è stato il dottor Istvan Szapudi, ricercatore dell'Istituto di Astronomia presso l'Università delle Hawaii di Honolulu. Lo scienziato ha proposto una soluzione in grado di aggirare i principali problemi legati alle vele solari librate nello spazio, che rischiano di essere spazzate via dal vento solare e da altri agenti se non perfettamente bilanciate dal punto di vista gravitazionale. Per ottenere l'equilibrio (sulla carta) ha inserito nel suo progetto un asteroide come contrappeso alla vela. Il dottor Szapudi indica che per ridurre di circa il 2 percento la radiazione solare sarebbe sufficiente un sasso spaziale di 3,5 milioni di tonnellate, associato a una gigantesca vela – magari in leggerissimo grafene – con una massa di 35.000 tonnellate. La vela peserebbe l'1 percento del sistema totale e sarebbe molto più leggera di quelle inserite in altri progetti. Resta comunque un peso enorme, considerando che i razzi lanciatori più efficienti possono trasportare carichi decisamente inferiori (il Saturn V delle missioni Apollo arrivava a 170 tonnellate, mentre la futura Starship di SpaceX arriverà a 250 tonnellate). Naturalmente non si possono escludere lanci multipli e costruzione in loco.
Molto complesso potrebbe essere anche il trasferimento dell'asteroide, che andrebbe “accalappiato” nello spazio – magari nella Fascia Principale fra Marte e Giove – e trasferito nella zona indicata dallo scienziato, ovvero il punto di Lagrange L1 in cui la forza gravitazionale della Terra e del Sole sono relativamente in equilibrio. Il Telescopio Spaziale James Webb è stato posto ad esempio nel punto L2 a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, la stessa distanza di L1. Come contrappeso potrebbe essere usata anche la polvere lunare e non un asteroide, secondo il dottor Szapudi.
Ci sono molteplici sfide ingegneristiche da superare anche con questo approccio potenzialmente meno costoso e più fattibile di altri analoghi proposti da altri esperti, ma secondo l'autore del nuovo studio simili progetti andrebbero pianificati adesso per non arrivare "lunghi" nella lotta contro il riscaldamento globale, le cui conseguenze saranno sempre più devastanti nei prossimi anni. I dettagli della ricerca “Solar radiation management with a tethered sun shield” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.