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Uccello rapace brucia la zona 30 e l’autovelox gli scatta una foto: chi è il “trasgressore”

Un autovelox installato su una strada svizzera ha fotografato un rapace mentre supera in volo il limite consentito di 30 chilometri orari. Lo scatto, condiviso con un post ironico dalla polizia elvetica, ha suscitato molta curiosità sulla specie coinvolta. Ecco di quale uccello si tratterebbe.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Stadtpolizei Zürich
Credit: Stadtpolizei Zürich

Nella splendida città di Zurigo, in Svizzera, un uccello rapace è stato fotografato mentre sfrecciava davanti a un autovelox, finendo inevitabilmente immortalato dal solerte occhio elettronico. Nella strada in questione, l'Herzogenmühlestrasse, il limite di velocità è fissato a 30 chilometri orari, lo stesso che tante polemiche e dibattiti ha sollevato per la “zona 30 introdotta recentemente a Bologna. L'uccello, come si evince dall'immagine condivisa dalla polizia su X (ex Twitter), è passato davanti al dispositivo in volo quasi radente a 38 chilometri orari, attivando di conseguenza il sensore e ricevendo una bella fotografia dinamica, anche se un po' sfocata (evidentemente i rapaci non sono i bersagli privilegiati dall'autovelox).

La Stadtpolizei, la Polizia Cittadina, ha colto l'occasione per fare un po' di ironia sui social network, condividendo la curiosa immagine sui propri profili ufficiali. “A tutto gas verso il fine settimana, come questo rapace recentemente sulla Herzogenmühlestrasse”, ha scritto nel cinguettio. L'uccello, un po' distante dall'obiettivo, si vede mentre vola esattamente a metà carreggiata, più o meno all'altezza della maniglia di uno sportello. Poi è stata avanzata la richiesta di informazioni sulla specie, che evidentemente ha sollevato molta curiosità anche tra gli agenti. “Agli ornitologi tra voi: qualsiasi informazione rilevante su questo animale incredibilmente veloce è la benvenuta”, ha chiosato la polizia, aggiungendo una faccina sorridente. Tra le decine di tweet e retweet (se possiamo chiamarli ancora così, dopo la "razzia" di Elon Musk) ci sono ipotesi interessanti, più alcuni post polemici di chi evidentemente non ha apprezzato l'ironia dei poliziotti su un canale di comunicazione ufficiale.

Gheppio. Credit: Andrea Centini
Gheppio. Credit: Andrea Centini

Tenendo presente che si tratta di una fotografia poco chiara e non comodissima per fare identificazione, più di qualche utente ha avanzato l'ipotesi del “turmfalke”, ovvero di un gheppio (Falco tinnunculus), un piccolo uccello rapace molto diffuso anche in Italia. La colorazione del piumaggio della testa e del corpo potrebbe suggerire una femmina o un maschio giovane (i maschi adulti hanno la testa grigia), ma il disegno delle ali non ricorda assolutamente quello del piccolo falconiforme. Altri sui social hanno tirato in ballo anche il falco pellegrino (Falco peregrinus), noto per la sua incredibile velocità – è l'animale più veloce della Terra, potendo raggiungere in picchiata i 300 km/h – ma il piumaggio di questo splendido uccello, è totalmente diverso da quello che si osserva nello scatto dell'autovelox. Da scartare anche lo sparviere (Accipiter nisus) per ragioni analoghe.

Sparviere. Credit: Andrea Centini
Sparviere. Credit: Andrea Centini

L'ipotesi più probabile è che possa trattarsi di una giovane poiana (Buteo buteo), un uccello di medie-grandi dimensioni i cui disegni alari sono più vicini a quelli del volatile immortalato dall'occhio elettronico. Si tratta del rapace più comune in Europa e, come indicato dal portale specializzato birdfatc.com, è noto che riesca a raggiungere una velocità di 45 chilometri orari nel volo livellato (molto di più in picchiata, ma non è il caso della fotografia). Non si tratta sicuramente del rapace più agile e aggraziato – del resto lo si vede spesso volteggiare e sfruttare le correnti ascensionali – ma la sua velocità massima è sufficiente per bruciare gli autovelox delle ormai note “zone 30”. Gli agenti svizzeri, per concludere con ironia, hanno comunque sottolineato che il rapace non sarà multato.

Poiana. Credit: Andrea Centini
Poiana. Credit: Andrea Centini
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