Uccello meraviglioso fotografato per la prima volta: era scomparso da 20 anni
Un uccello considerato “perduto”, che non veniva avvistato da circa 20 anni e quindi si temeva fosse estinto, è stato riscoperto nel cuore delle fitte e remote foreste della Repubblica Democratica del Congo (Africa). Ma non solo, il volatile è stato fotografato per la prima volta ed è assolutamente meraviglioso, come mostra l'immagine che potete vedere in testa all'articolo. Si tratta dell'averla piumata crestagialla (Prionops alberti), che è endemica – cioè vive solo lì – del Paese africano. L'animale era inserito nella lista degli “uccelli perduti” stilata dalla American Bird Conservancy, della quale al momento fanno parte circa 130 specie. Non si tratta di uccelli classificati come estinti dagli enti di conservazione, ma sono comunque "scomparsi" dai radar. Per entrare nell'elenco, infatti, non si devono avere prove fotografiche, registrazioni sonore e altri documenti relativi alla specie da almeno un decennio. Come indicato, dell'averla piumata crestagialla non si avevano notizie da circa 20 anni, principalmente a causa delle guerre che hanno insanguinato la regione.
Il fatto che siano uccelli perduti non significa automaticamente che siano spariti per sempre, per questo organizzazioni come American Bird Conservancy, BirdLife International e Re:wild hanno messo a punto il progetto “Search for Lost Birds”, volto proprio a rintracciare i volatili scomparsi. I ricercatori predispongono missioni ad hoc nelle aree del pianeta dove gli uccelli perduti potrebbero ancora trovarsi, nella speranza di raccogliere prove che siano ancora in vita. Tra i più grandi e recenti successi si ricorda la riscoperta del bulverde fosco o tetraka bruno (Xanthomixis tenebrosa) in Madagascar, uno splendido passeriforme olivastro che non si vedeva da 24 anni (era nell'elenco speciale delle 10 specie più ricercate). Ora si può aggiungere l'averla piumata crestagialla, della quale sono stati identificati ben 18 esemplari in tre siti differenti, durante un'avventurosa spedizione di un mese e mezzo condotta sul massiccio dell'Itombwe, una spettacolare catena montuosa nella porzione orientale della Repubblica Democratica del Congo, ricchissima di foreste e biodiversità.
A guidare la spedizione i ricercatori statunitensi Michael Harvey ed Eli Greenbaum, biologi presso il Dipartimento di Scienze Biologiche dell'Università del Texas a El Paso. Hanno partecipato anche l'ornitologo Matt Brady – autore del magnifico scatto dell'uccello – e vari ricercatori congolesi del Centro di Ricerca in Scienze Naturali del Paese africano. Durante la spedizione hanno percorso 120 chilometri nel cuore di spettacolari foreste nebulose e pluviali, documentando la presenza di una significativa e straordinaria biodiversità. L'obiettivo principale era la riscoperta dell'averla piumata crestagialla, che come indicato è stata individuata in tre siti differenti. “È stata un’esperienza strabiliante incontrare questi uccelli. Sapevamo che sarebbero stato possibile incontrarli qui, ma non ero preparato a quanto sarebbero apparsi spettacolari e unici”, ha dichiarato il professor Harvey in un comunicato stampa. Queste averle, delle dimensioni di un merlo (sono lunghe una ventina di centimetri), hanno infatti uno splendido piumaggio nero uniforme, che all'altezza dell'occhio diventa di un giallo intenso sfociando in una bellissima cresta (da cui il nome della specie). Ricordiamo che il nome scientifico di questa averla, Prionops alberti, è un omaggio ad Alberto 1 del Belgio.
Secondo gli scienziati “l'uccello è endemico delle pendici occidentali del Rift Albertino dell'Africa centrale, una regione che è stata in gran parte inaccessibile a causa di guerre e problemi di sicurezza, ma che recentemente è diventata più sicura da visitare”. Le foreste in cui vivono le averle piumate crestagialla sono minacciate da estrazione mineraria, disboscamento, agricoltura e altre attività antropiche che continuano a divorare la foresta vergine. La riscoperta di questa specie potrà aiutare nei processi di conservazione di questi ecosistemi meravigliosi e ricchissimi di vita. Basti sapere che durante la stessa spedizione è stata riscoperta anche una rana dal ventre rosso (Arthroleptis hematogaster ) che non si vedeva da 70 anni.