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Tumori in aumento nei giovani, studio generazionale mostra una drammatica crescita del rischio

Un nuovo studio conferma i dati preoccupanti sull’aumento dei tumori nelle fasce di età considerate meno esposte al rischio. I nati della Generazione X rischiano di ammalarsi di cancro molto più di genitori e nonni quando avevano la stessa età. Perché i tumori sono in aumento nei giovani e quali sono le possibili cause.
A cura di Andrea Centini
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L'incidenza del cancro nei giovani e nelle fasce di età considerate meno a rischio è in significativo aumento e sempre più studi lo stanno confermando. Una nuova indagine basata sui dati di circa 4 milioni di individui ha rilevato che le persone della Generazione X, cioè quelle nate tra il 1965 e il 1980, rischiano di ammalarsi di tumore con probabilità sensibilmente superiori rispetto a chi è nato nei decenni precedenti (alla stessa età). Per fare un esempio, per il cancro alla tiroide è stata rilevata una probabilità di ammalarsi quasi tripla rispetto ai Baby Boomers. Il trend è talmente negativo che le prospettive sono nebulose anche per le generazioni più giovani, dai Millenials (o Generazione Y) in poi.

Come affermato a Fanpage.it dall'oncologo Camillo Porta dell'Università "Aldo Moro" di Bari, la situazione è "estremamente preoccupante". Lo dimostrano i dati di un'analisi su mezzo milione di adolescenti e giovani adulti, dalla quale è emerso che l'incidenza delle neoplasie maligne in queste fasce di età è aumentata del 30 percento tra il 1973 e il 2017. Secondo un recente rapporto dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), aggiornato ai dati del 2022, i tumori più diagnosticati precocemente sono quelli al seno, con quasi 37,7 casi ogni 100.000 individui tra i 15 e i 49 anni; alla cervice uterina, con 12,5 casi ogni 100.000; e alla tiroide, con 9,9 casi ogni 100.000. In base allo studio citato dal professor Porta, i tumori maligni che hanno avuto il maggior incremento nei giovani sono stati quelli al testicolo per i maschi e alla mammella per le femmine. Tuttavia, in termini assoluti, quelli che hanno avuto la crescita più preoccupante sono stati i tumori del rene.

La nuova indagine, basata su avanzati strumenti di analisi statistica, si è focalizzata sulle variazioni dell'incidenza del cancro tra le diverse generazioni, concentrandosi in particolar modo sulla Generazione X – persone che oggi si trovano tra i 40 e i 60 anni – e i cosiddetti Baby Boomers, nati tra il 1946 e il 1964. È stato osservato che, complessivamente, i tumori con incidenza in crescita hanno superato quelli in calo. In parole semplici, oggi ci si ammala prima e di più rispetto al passato, come evidenziano i grafici di molteplici rapporti. Il dato del trend negativo nella Generazione X è confermato anche rispetto alle generazioni precedenti dei Baby Boomers, a partire dal 1908.

A condurre il nuovo studio sono stati i due scienziati Philip S. Rosenberg e Adalberto Miranda-Filho, entrambi della Divisione di Epidemiologia e Genetica del Cancro presso la Sezione di Biostatistica del National Cancer Institute (Stati Uniti). I ricercatori hanno condotto uno studio di coorte analizzando i dati del programma Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER). Sono stati presi in considerazione tutti i tumori invasivi diagnosticati tra i 35 e gli 84 anni nel periodo compreso tra il 1992 e il 2018, tenendo come età di riferimento quella dei 60 anni. In tutto sono stati inclusi nello studio circa 3,8 milioni di persone con diagnosi di cancro, nella stragrande maggioranza dei casi di razza bianca non ispanica (71,5 percento) e quasi equamente suddivisi tra maschi e femmine (51 percento maschi).

Attraverso un modello statistico chiamato età-periodo-coorte è stato osservato che, rispetto ai Baby Boomers, nella Generazione X c'è stato un incremento significativo delle diagnosi di cancro alla tiroide (2,76 volte superiore); rene (1,99 volte); retto (1,84 volte); corpo uterino (1,75 volte); colon (1,56 volte); pancreas (1,39 volte); linfoma non Hodgkins (1,40 volte); e leucemia (1,27 volte). Nonostante la diminuzione dell'incidenza del cancro al polmone e al collo dell'utero nelle donne e di quella a polmone, fegato, cistifellea e linfoma non Hodgkins negli uomini, in termini assoluti l'aumento complessivo dei tumori rilevati nella Generazione X era superiore a quello dei Boomer.

Secondo gli esperti, il peggioramento dei dati delle malattie oncologiche nelle fasce di età più giovani può essere in parte spiegato da cambiamenti nello stile di vita, più sedentario e con un incremento significativo di sovrappeso e obesità nella Generazione X rispetto alle precedenti. Nel mirino degli scienziati anche il vizio dell'alcol e del fumo, così come i livelli preoccupanti di inquinamento atmosferico, l'esposizione alla radiazione solare, l'invecchiamento accelerato, il consumo di cibi ultraprocessati e cambiamenti nel microbiota intestinale, tutti fattori che possono concorrere ad aumentare il rischio di sviluppare le neoplasie. Ciò nonostante, le esatte cause di questo drammatico incremento dei tumori nei giovani sono ancora da indagare a fondo.

Gli autori del nuovo studio si aspettano che, sulla base del trend attuale, i dati sull'incidenza del cancro possano restare elevati nei decenni a venire (perlomeno negli Stati Uniti). Sensibilizzare i giovani a cogliere i sintomi predittivi, promuovere le campagne di screening e favorire la prevenzione sono gli obiettivi sui quali secondo gli esperti si deve puntare maggiormente. I dettagli della ricerca "Cancer Incidence Trends in Successive Social Generations in the US" sono stati pubblicati su JAMA.

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