Tumore del pancreas, svelati nuovi bersagli da colpire con l’immunoterapia: speranze per cura
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Il cancro al pancreas è uno dei tumori maligni più subdoli, aggressivi e letali in assoluto, tanto che la sopravvivenza a un anno dalla diagnosi, secondo i dati dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), si attesta attorno al 35 percento, mentre a cinque anni si scende appena all'11-12 percento. Ciò è dovuto al fatto che la malattia, molto spesso, viene rilevata quando ormai è a uno stadio avanzato, ovvero quando è più difficile da trattare. Recentemente il cancro al pancreas si è portato via due leggende del cacio, l'ex campione della nazionale Gianluca Vialli e Sven-Goran Eriksson.
Tra le altre ragioni che rendono questa malattia molto complessa da combattere vi è il fatto che non risponde ai più moderni ed efficaci trattamenti immunoterapici, come gli inibitori del checkpoint, cioè una classe di farmaci progettata per bloccare molecole che regolano la risposta immunitaria. Molti tumori oggi vengono contrastati con efficacia proprio “guidando” il sistema immunitario a riconoscere e colpire le cellule malate, ma il cancro al pancreas crea un microambiente tumorale intricato e ostile che compromette l'azione immunitaria. Riuscire a districare questa rete di protezione e identificare i bersagli giusti permetterebbe approcci terapeutici innovativi che potrebbero donare nuove speranze ai pazienti. In un nuovo studio gli scienziati sono riusciti a costruire una sorta di "mappa immunitaria" del tumore del pancreas, identificando alcuni punti deboli che potrebbero essere al centro di nuove terapie di precisione.
A mettere a punto la mappa immunitaria del carcinoma pancreatico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Oxford (Regno Unito) e dell'Università di Birmingham, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Bristol-Myers Squibb di Seattle (Stati Uniti), il Kennedy Institute of Rheumatology e il Precision Immunology Institute della Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York. I ricercatori, coordinati dai professori Shivan Sivakumare e Rachael Bashford-Rogers, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato il profilo delle cellule tumorali di dodici pazienti affetti dalla malattia oncologica, nello specifico un adenocarcinoma duttale pancreatico, la forma più comune. È stata effettuata un'analisi approfondita “dei dati multi-omici a singola cellula da cellule CD45+ infiltrate dal tumore abbinate e sangue periferico”, hanno spiegato i ricercatori nell'abstract dello studio.
Dall'indagine è emerso che parte delle cellule tumorali del cancro al pancreas sono più suscettibili ad essere attaccate e infiltrate dalle cellule T o linfociti T (un tipo di globuli bianchi), mentre altre sono più esposte all'infiltrazione ad opera ci cellule mieloidi del sistema immunitario, come i macrofagi. Proprio questa scoperta apre le porte a nuove, potenziali terapie basate sull'utilizzo di macrofagi. “Il cancro al pancreas è un tumore che non risponde alle immunoterapie esistenti (inibitori dei checkpoint). Una base per questo è che non c'è la stessa reazione immunogenica al tumore che esiste in altri tumori. Abbiamo quindi mappato come è costruito il sistema immunitario nei pazienti con cancro al pancreas. Questo ci ha aiutato a capire con un alto grado di sicurezza quali cellule immunitarie sono presenti nel cancro al pancreas e ci ha permesso di vedere come il tumore elude il sistema immunitario”, ha dichiarato il professor Sivakumare in un comunicato stampa. “Sfruttando la multi-omica a cellula singola e nuovi approcci computazionali, questo studio identifica potenziali strategie, come il potenziamento di determinate risposte cellulari e l'esaurimento delle cellule immunitarie soppressive, per migliorare i trattamenti basati sul sistema immunitario”, gli ha fatto eco la professoressa Bashford-Rogers.
Secondo gli autori dello studio l'analisi delle cellule immunitarie dei pazienti potrebbe aiutare a identificare con maggior precisione l'approccio terapeutico adeguato per combattere il cancro al pancreas. Bersagli utili potrebbero essere la proteina TIGIT (T-cell immunoreceptor with Ig and ITIM domains) sita sulla superficie delle cellule T e che funziona da checkpoint immunitario e la proteina CD47 delle cellule tumorali, che interagisce con l'azione dei macrofagi. “Lo studio suggerisce inoltre che strategie per potenziare le risposte delle cellule B, colpire i macrofagi immunosoppressori e ridurre le cellule Treg intratumorali attivate saranno utili a diversi sottogruppi di pazienti e queste sono ora aree fertili da studiare”, aggiungono infine gli studiosi. I dettagli della ricerca “Distinct immune cell infiltration patterns in pancreatic ductal adenocarcinoma (PDAC) exhibit divergent immune cell selection and immunosuppressive mechanisms” sono stati pubblicati su Nature Communications.