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Tumore del pancreas, la dieta chetogenica e un farmaco uccidono le cellule malate affamandole

Gli scienziati hanno scoperto che la dieta chetogenica, combinata con un farmaco chiamato eFT508, uccide le cellule del tumore del pancreas facendole morire di fame. I promettenti risultati sono stati ottenuti nei test preclinici, ma ci sono speranze per una cura.
A cura di Andrea Centini
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La dieta chetogenica, in combinazione con un farmaco antitumorale, è in grado di uccidere per fame le cellule del tumore del pancreas e ridurre sensibilmente la sua massa. Si tratta di un risultato eccezionale, considerando che il cancro al pancreas è uno dei più aggressivi, letali e difficili da trattare in assoluto, con una bassissima sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi (circa il 5 percento). La forma più diffusa di questa neoplasia è l'adenocarcinoma duttale, la malattia che ha colpito l'ex allenatore Sven Goran-Ericksson e ha tolto la vita a Gianluca Vialli. È doveroso sottolineare che tale risultato è stato ottenuto in uno studio preclinico, cioè su modelli animali; ciò che funziona nei topi non è assolutamente detto che dia esito positivo anche nell'essere umano. Tuttavia il percorso metabolico coinvolto e l'efficacia del medicinale impiegato – già usato nei test clinici e considerato sicuro per l'uomo – fanno ben sperare per la fase clinica della sperimentazione. Ciò che è certo è che si tratta di una ricerca preliminare e i pazienti oncologici non devono lanciarsi in drastici cambi di diete, come sottolineato da Pancreatic Cancer UK, ma ascolare sempre il parere del medico curante e degli esperti della nutrizione.

A condurre il nuovo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Helen Diller Family Comprehensive Cancer Center dell'Università della California di San Francisco (UCFS), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Metabolomics Platform, Comprehensive Cancer Center dell'Università di Chicago, del Beth Israel Deaconess Medical Center della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Davide Ruggero, docente presso i dipartimenti di Urologia e Farmacologia molecolare cellulare dell'ateneo californiano e membro dell'American Cancer Society, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto specifici esperimenti con modelli murini (topi), ispirati dai promettenti risultati di precedenti ricerche.

In parole semplici, avevano scoperto che una proteina conosciuta come fattore di inizio della traduzione eucariotica (eIF4E) è in grado di modificare il metabolismo, spingendo l'organismo a consumare i grassi durante il digiuno. Il metabolita, che funziona anche come segnale, viene attivato dagli acidi grassi liberi rilasciati dal fegato quando si inizia a digiunare. Durante il digiuno la proteina eIF4E diventa più attiva nel fegato e contribuisce alla trasformazione dei grassi in corpi chetonici, che a loro volta vengono sfruttati dal corpo al posto del glucosio come fonte di energia. EIF4E è coinvolto anche nel controllo della traduzione dei geni coinvolti del catabolismo lipidico.

Alla luce di questa proprietà, i ricercatori hanno avuto la brillante idea di sfruttare la dieta chetogenica per provare ad “affamare” i tumori e colpirli meglio con un farmaco ad hoc chiamato eFT508 o tomivosertib, che è in grado di bloccare eIF4E (è un inibitore) e il percorso della chetogenesi. Poiché la dieta chetogenica si basa essenzialmente sulla riduzione dei carboidrati e il consumo di grassi e proteine, i ricercatori hanno innanzitutto nutrito i topi affetti da tumore del pancres con questo modello alimentare, costringendo il cancro a utilizzare i soli grassi per sostenersi e replicarsi. Successivamente, grazie al farmaco eFT508, hanno bloccato la fonte di energia per le cellule tumorali che sono così morte di fame. Il risultato è stata la riduzione della massa tumorale e lo stop alla sua crescita. Riassumendo, con la dieta chetogenica gli scienziati hanno prima costretto il tumore a sostenersi con i soli grassi, poi con il farmaco gli hanno strappato il nutrimento, condannandolo a morte.

“I nostri risultati indicano un bersaglio di vulnerabilità che possiamo trattare con un inibitore clinico che sappiamo già essere sicuro per gli esseri umani. Ora abbiamo prove concrete di un modo in cui la dieta potrebbe essere utilizzata insieme a terapie oncologiche preesistenti per eliminare con precisione un cancro”, ha affermato con entusiasmo il professor Ruggero in un comunicato stampa. Secondo gli autori dello studio potrebbe essere possibile sfruttare questa scoperta anche per trattare altre tipologie di tumori. “Ci aspettiamo che la maggior parte dei tumori abbia altre vulnerabilità. Questa è la base per un nuovo modo di trattare il cancro con dieta e terapie personalizzate”, ha chiosato l'esperto. Un recente studio ha anche scoperto per la prima volta cosa fa crescere velocemente il tumore del pancreas. I dettagli della ricerca “Remodelling of the translatome controls diet and its impact on tumorigenesis” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

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