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Tumore al colon-retto, quali sono gli esami per scoprirlo: “Il rischio si può ridurre con la dieta”

Negli ultimi anni l’età media di insorgenza del tumore al colon-retto si è abbassata. Si tratta dello stesso tumore diagnosticato a Totò Schillaci, l’ex calciatore morto a 59 anni. Il professor Pierpaolo Sileri, primario Chirurgia Colorettale dell’Irccs Ospedale San Raffaele spiega quali sono i principali fattori di rischio per questa diffusa forma di tumore.
Intervista a Prof. Pierpaolo Sileri
Primario Chirurgia Colorettale dell’Irccs
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Dopo settimane in cui le sue condizioni si erano aggravate, Totò Schillaci è morto a 59 anni all'Ospedale Civico di Palermo. L'ex attaccante della Nazionale era in cura da tempo per un tumore al colon e dal 7 settembre era ricoverato nel reparto di pneumologia dell'ospedale siciliano a causa di complicazioni successive. Il tumore del colon-retto è uno dei tumori più frequenti sia nella popolazione maschile che in quella femminile. Rappresenta infatti – spiega Humanitas – la seconda neoplasia più spesso riscontrata tra gli uomini e la terza tra le donne. Anche se si tende a raggrupparli all'interno di un'unica categoria, il tumore del colon e quello del retto sono due malattie distinte, in quanto interessano due parti diverse dell'intestino crasso, e si manifestano – spiega il sito della Fondazione Airc – anche con modalità diverse, sia a livello clinico che molecolare. Vi lasciamo qui una scheda sui sintomi e le possibili cause.

Sebbene sia un tipo di tumore associato alle fasce d'età avanzate, in genere è più frequente dopo i 50 anni, negli ultimi anni si sta verificando un aumento delle diagnosi anche nelle persone più giovani, soprattutto nei paesi occidentali. A Fanpage.it abbiamo provato a capirne le cause con il professor Pierpaolo Sileri, primario di Chirurgia Colorettale dell’Irccs Ospedale San Raffaele e ordinario di Chirurgia generale all’Università Vita-Salute San Raffaele, che ci ha anche spiegato quali sono i comportamenti considerati più a rischio.

Come mai si sta abbassando l'età media di insorgenza?

Si tratta di un tumore molto frequente. Stando agli ultimi dati, nel 2023 solo in Italia ci sono state oltre 50.000 nuove diagnosi. Sebbene gli uomini siano leggermente più colpiti delle donne, è in genere un tumore diffuso in entrambi i sessi.

Per quanto riguarda l'età media di insorgenza è un tumore che tende a svilupparsi con l'avanzare dell'età, tranne casi particolari. Tuttavia, negli ultimi anni qualcosa sta cambiando: l'età media di insorgenza si sta abbassando. Se prima in media il tumore del colon-retto, soprattutto le forme non familiari, dopo i 50 anni, oggi, soprattutto in alcuni paesi, si osserva un incremento piuttosto significativo nei giovani adulti, tra i 40 ed i 50 anni.

Quali sono i paesi in cui sta succedendo?

Parliamo soprattutto dei paesi occidentali, dove probabilmente lo stile di vita e l'alimentazione stanno facendo aumentare il tasso di incidenza del tumore nei soggetti più giovani, con circa dieci anni di anticipo rispetto all'età considerata finora a rischio. Si tratta di un aumento effettivo che non può essere associato a cause secondarie, come una maggiore attività di screening, che invece non si è verificata. Verosimile che le cambiate abitudini comportamentali ed alimentari rendano più veloce la trasformazione neoplastica.

Quali sono i fattori di rischio per questo tumore?

Da una parte ci sono alcune condizioni che rendono più probabile lo sviluppo di questo tumore. Ad esempio, oltre al fattore genetico, ci sono altri fattori di rischio significativi. Parliamo ad esempio dei pazienti che hanno già una patologia sottostante che favoriscono la formazione di questo tipo di tumore, come le malattie infiammatorie croniche intestinali, soprattutto se queste condizioni esistono da anni e non sono sotto controllo medico, quindi non trattate.

Da cosa dipende l'abbassamento dell'età media di insorgenza?

Non abbiamo una risposta certa, ma i motivi dovrebbero essere gli stessi che causano l'insorgenza del tumore del colon-retto in genere. Oltre ai tumori ereditari, è verosimile che le cause di questo abbassamento dell'età media siano di natura ambientale: inquinamento, alimentazione scorretta e obesità sono probabilmente tra i più rilevanti. Anche se non sono le cause scatenanti dei tumori, sono sicuramente condizioni che ne accelerano la formazione.

Quali test diagnostici possiamo effettuare per riscontrare la presenza del tumore?

In base alla sede in cui si trova, il tumore può dare luogo a diversi sintomi. In alcune circostanze però il tumore potrebbe essere a lungo asintomatico e dare sintomi solo in una fase molto avanzata. Per questo è fondamentale aderire alle campagne di screening previste per l'età considerata più a rischio. Oggi, in Italia, il richiamo del sistema sanitario viene inviato ai cittadini che hanno compiuto 50 anni e consiste in un esame molto semplice, quello della ricerca del sangue occulto nelle feci. Questo è il primo, fondamentale, passo per l'eventuale diagnosi del tumore al colon, la cui diagnosi precoce nella maggior parte dei casi permette la completa guarigione dei pazienti.

Come può essere curato?

Il trattamento del tumore al colon-retto varia in base allo stadio della malattia, per cui si va da una chirurgia tradizionale o laparoscopica alla sua combinazione con chemio, radio o immunoterapia. Solitamente il chirurgo procede a rimuovere il tratto intestinale interessato dalla malattia e contestualmente si procede a una valutazione dei margini adiacenti al tumore e dei linfonodi associati per ripristinare la funzionalità e la continuità dell’apparato gastrointestinale. In alcuni casi, quando la malattia interessa l’ano, è indicato eseguire una stomia, ossia una deviazione del contenuto intestinale all’esterno tramite un’apertura sull'addome. Nella maggior parte dei casi però la stomia è temporanea, solo in pochi casi è definitiva.

Qual è l'approccio adottato più spesso?

Oggi le tecniche laparoloscopiche-mininvasive rappresentano ad oggi è l'approccio preferenziale. Con la chirurgia robotica poi abbiamo fatto un ulteriore passo avanti: il robot permette di preservare strutture muscolari e nervose. I benefici per i pazienti sono diversi: minor degenza ospedaliera, minor dolore post operatorio e complicanze postoperatorie, ma anche un più rapido recupero e rientro alla vita quotidiana e lavorativa.

Parliamo della dieta. Quali sono le raccomandazioni per ridurre il rischio di questo tumore?

Dobbiamo evitare soprattutto gli aspetti negativi della cosiddetta "dieta occidentale", quindi il consumo eccessivo di carni rossi, insaccati, zuccheri raffinati, e, al contrario, uno scarso consumo di frutta e verdura, e di fibre in generale, un problema molto comune nella dieta occidentale non propriamente mediterranea. Altri fattori di rischio sono una scarsa attività fisica, il fumo e il consumo di alcol.

Tuttavia, l'alimentazione nel tumore al colon svolge un ruolo fondamentale: in fondo è nel colon che le "scorie" arrivano e dove eventuali agenti favorevoli alla formazione del tumore possono agire più a lungo.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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