Trovati organismi viventi in una roccia di 2 miliardi di anni: erano sigillati all’interno
Nel cuore di una roccia di 2 miliardi di anni recuperata dal sottosuolo sudafricano è stata scoperta una colonia di microbi, vivi, incontaminati e sigillati all'interno. Si tratta dei più antichi organismi viventi mai rinvenuti e fanno compiere un significativo balzo in avanti alle conoscenze in microbiologia arcaica; fino alla nuova scoperta, del resto, simili colonie erano state rinvenute in rocce di “soli” 100 milioni di anni. Questi antichissimi microorganismi non solo possono aiutarci a capire meglio come si è evoluta la vita sulla Terra, ma donano anche nuove speranze alla “caccia” di possibili organismi alieni presenti su altri pianeti. Se queste colonie sono sopravvissute per ere geologiche nella crosta terrestre, infatti, è possibile che lo stesso possa essere avvenuto altrove, anche se il pianeta in superficie è sterile e bombardato di letali radiazioni.
Il pensiero vola subito a Marte, dove il rover Perseverance della NASA sta raccogliendo campioni della stessa età della roccia contenente l'arcaica colonia microbica. Sebbene il recupero di questi campioni possa richiedere ancora molti anni – la NASA ha recentemente ridotto il budget allo scopo -, prima o poi riusciremo a scoprire se il Pianeta Rosso abbia ospitato vita e se lo faccia ancora oggi. Del resto Marte è l'obiettivo più ambizioso della rinnovata corsa allo spazio ed entro il 2040 dovrebbe approdarvi il primo essere umano. Ma torniamo agli straordinari e antichissimi organismi terrestri, che nel prossimo futuro saranno al centro di molteplici studi.
A scoprire la colonia di microbi vivi e incontaminati in una roccia di 2 miliardi di anni è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati giapponesi dell'Università di Tokyo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti la Scuola di Geoscienze dell'Università del Witwatersrand (Sudafrica); il Laboratorio di Kyoto – Nihon Thermal Consulting Co; e il GFZ Centro di ricerca tedesco per le geoscienze di Potsdam (Germania). Gli scienziati, coordinati dal professor Yohey Suzuki, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti dell'ateneo nipponico, hanno individuato i microorganismi in una roccia mafica prelevata a 15 metri di profondità nel Bushveld Igneous Complex (BIC) del Sudafrica, un enorme sito di magma raffreddato nel nord-est del Paese nel quale si trovano ricchissimi depositi di minerali. Basti sapere che da questo luogo, che si estende per oltre 60.000 chilometri e ha uno spessore massimo di poco meno di 10 chilometri, viene estratto il 70 percento del preziosissimo platino di tutto il mondo.
A rendere il BIC un posto così speciale non vi sono solo i depositi di minerali, ma anche il fatto che il complesso è rimasto incontaminato per miliardi di anni, dopo la sua formazione durata circa 1 milione di anni. È dunque il posto ideale dove cercare vita microbica antichissima. Grazie alla collaborazione dell'International Continental Scientific Drilling Program, gli scienziati guidati dal professor Suzuki hanno prelevato una carota di roccia lunga 30 centimetri. È proprio al suo interno che, grazie ad approfondite tecniche di analisi, è stata scoperta la preistorica colonia di microbi. L'aspetto interessante è che questi microorganismi erano letteralmente sigillati all'interno di vene nella roccia, tappate con materiale argilloso. Nulla poteva uscire o entrare da lì. Ciò significa che per 2 miliardi di anni questa colonia ha prosperato all'interno della roccia completamente incontaminata.
Per essere certi che i microorganismi non fossero frutto di una contaminazione esterna, legata magari ai lavori di estrazione, i ricercatori hanno combinato tre tecniche di imaging differenti: dopo aver individuato le cellule microbiche attraverso una tecnica a infrarossi chiamata “spettroscopia O-PTIR”, le hanno colorate con una soluzione verde e analizzate con altre due procedure, la microscopia elettronica a scansione e la microscopia a fluorescenza. Le analisi hanno confermato che queste forme di vita erano effettivamente arcaiche, in salute e sigillate all'interno della roccia di 2 miliardi di anni. Si tratta di microorganismi con un metabolismo lentissimo che possono prosperare per intere ere geologiche, come alieni lontani anni luce dalle dinamiche che coinvolgono gli organismi in superficie o nel mare. L'analisi del loro DNA potrebbe regalare diverse sorprese sull'evoluzione della vita antica sulla Terra, che secondo gli studiosi sbocciò per la prima volta oltre 4 miliardi di anni fa.
“Non sapevamo se rocce vecchie di 2 miliardi di anni fossero abitabili. Finora, lo strato geologico più antico in cui erano stati trovati microrganismi viventi era un deposito di 100 milioni di anni sotto il fondale oceanico, quindi questa è una scoperta molto emozionante. Studiando il DNA e i genomi di microbi come questi, potremmo essere in grado di comprendere l'evoluzione della vita primitiva sulla Terra”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Suzuki. Come indicato, questa scoperta può avere un impatto anche sull'astrobiologia. “Trovare vita microbica in campioni della Terra risalenti a 2 miliardi di anni fa ed essere in grado di confermare con precisione la loro autenticità mi rende entusiasta di ciò che potremmo essere in grado di trovare ora nei campioni di Marte”, ha chiosato lo scienziato. Non resta che attendere il loro rientro sulla Terra. I dettagli della ricerca “Subsurface Microbial Colonization at Mineral-Filled Veins in 2-Billion-Year-Old Mafic Rock from the Bushveld Igneous Complex, South Africa” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Microbial Ecology.