“Troppo spesso i bambini ingeriscono le batterie a bottone”: l’allarme degli esperti
Un nuovo studio osservazionale ha rivelato che gli accessi al pronto soccorso pediatrico dovuti all’ingestione di batterie al litio e, in particolare di batterie a bottone, continuano a rappresentare una quota significativa negli Stati Uniti, dove le visite di emergenza a seguito di avvelenamento per questa causa sono state due volte più alte dal 2010 al 2019 rispetto al periodo compreso tra il 1990 e il 2009, riguardando principalmente i bambini di età pari o inferiore ai 5 anni.
In media, secondo l’analisi appena pubblicata sulla rivista Pedriatrics e rilanciata dalla CNN, le visite al pronto soccorso correlate all’ingestione di batterie riguardano ogni anno 24,5 bambini di età pari o inferiore ai 5 anni su 100.000, e l’84,7% dei casi riguarda batterie a bottone, sempre più comuni a causa del loro utilizzo in dispositivi elettronici più piccoli, come giocattoli, orologi digitali, apparecchi acustici e telecomandi. Nell’indagine, in particolare, è infatti emerso che la maggior parte delle batterie ingerite dai bambini proveniva da orologi (29,7%) e giocattoli (28,8%).
Questo tipo di batterie, hanno sottolineato gli autori dello studio, è particolarmente rischioso a causa delle piccole dimensioni e della facilità con cui possono essere rimosse dai dispositivi. Se restano bloccate nella gola di un bambino, possono determinare “una reazione chimica a contatto con la saliva, che può bruciare gravemente l’esofago in appena due ore, creando una perforazione esofagea, una paralisi delle corde vocali o persino l’erosione delle vie aeree (trachea) e dei principali vasi sanguigni” hanno spiegato i ricercatori.
“I bambini piccoli usano i loro sensi per esplorare l’ambiente e spesso si mettono oggetti in bocca, nei canali uditivi o nei passaggi nasali – ha aggiunto l’autore corrispondente dello studio, il dottor Mark Chandler del Safe Kids Worldwide di Silver Spring, nel Maryland – . Man mano che i bambini crescono e diventano più curiosi, aumenta il rischio di ingestione di corpi estranei”.
Per lo studio, Chandler e suoi colleghi hanno utilizzato i dati sulle visite al pronto soccorso raccolti dal National Electronic Injury Surveillance System dal 2010 al 2019 e classificato i casi pediatrici relativi gli accessi a visite di emergenza in quattro gruppi, a seconda della via di esposizione alle batterie: ingestione, esposizione della bocca, inserimento dell’orecchio o nel naso. L’azione più comune è stata l'ingestione (90%), seguita dall’inserimento nel naso (5,7%), dall’inserimento nell’orecchio (2,5%) e dall’esposizione della bocca (1,8%).
“Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi di prevenzione degli infortuni esistenti, le visite al pronto soccorso legate alla batteria rimangono troppo frequenti – hanno evidenziato i ricercatori – . Sono assolutamente necessari sforzi normativi e l’adozione di progetti per batterie a bottone più sicure da parte dell’industria per ridurre o eliminare le lesioni da ingestione nei bambini”.