Tre violente eruzioni sul Sole in meno di 24 ore, una è stata fortissima: cosa sta succedendo
In meno di 24 ore il Sole ha sprigionato tre violentissimi brillamenti, ciascuno dei quali ha liberato un'energia paragonabile all'esplosione simultanea di milioni di bombe atomiche. Il più potente dei tre, verificatosi alle 23:34 (ora italiana) di giovedì 22 febbraio 2024, è stato classificato dagli scienziati come un evento di Classe X 6.3. Le immagini del fenomeno nell'ultravioletto sono state catturate dai coronografi LASCO (Large Angle Spectrometer Coronagraph) del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA. Non si assisteva a un'eruzione solare così potente dal 2017, inoltre è stata la più energetica in assoluto dell'attuale ciclo undecennale (25) di attività magnetica della stella. Il 14 dicembre dello scorso anno era stato registrato un brillamento di Classe X 2.8, sensibilmente meno violento, ma comunque “spaventoso” dal punto di vista dell'energia liberata nello spazio.
I brillamenti o eruzioni solari, come spiegato dalla NASA, si dividono infatti in quattro classi principali (B, C, M e X), ciascuna delle quali suddivisa in sottoclassi da 1 a 9. L'ordine di potenza si basa su una scala logaritmica simile a quella utilizzata per determinare la magnitudo dei terremoti. Ciò significa che un brillamento di Classe X, la più potente in assoluto, è 10 volte più violento di un Classe M, 100 volte di un Classe C e 1.000 di un Classe B. Le eruzioni solari di Classe X possono superare la soglia del 9 (a differenza delle classi precedenti). Basti sapere che il brillamento più potente mai registrato, nel 2003, fu un devastante Classe X 45 (i sensori si fermarono a 17, ma come spiegato dall'agenzia aerospaziale statunitense l'energia liberata fu di molto superiore).
Le eruzioni solari si verificano principalmente a ridosso delle macchie solari, dove vi sono intensissimi campi magnetici. Queste regioni attive sono più scure e fredde di quelle limitrofe proprio perché i campi magnetici impediscono al calore prodotto dalle reazioni nucleari di giungere in superficie (nonostante raggiungano comunque i 3.400 °C). Quando le linee di campo si “rompono” e riconnettono liberano energia sotto forma di eruzioni solari. Nel caso dei tre brillamenti verificatisi il 22 febbraio 2024, la regione di origine è stata il gigantesco complesso di macchie solari AR3590, come indicato dal portale specializzato spaceweather.com. Spesso i brillamenti sono accompagnati da espulsioni di massa coronale (CME), un'enorme fuoriuscita di materiale coronale – particelle cariche elettricamente o plasma – che può raggiungere la Terra sotto forma di vento solare e scatenare non solo aurore polari e altri fenomeni incredibili, ma anche le famigerate tempeste geomagnetiche.
I primi due brillamenti del 22 febbraio 2024, un Classe X 1.8 registrato alle 00:07 e un Classe X 1.7 alle 07:32 (sempre ora italiana), non sono stati accompagnati da CME, mentre per il terzo – il Classe X 6.3 – al momento non c'è ancora conferma, ma pare escluso anche per quest'ultimo. Poiché la macchia solare non era orientata verso la Terra, l'impatto di questi tre eventi è stato molto limitato: "Le radiazioni ultraviolette estreme provenienti da ciascun brillamento hanno ionizzato la parte superiore dell'atmosfera terrestre, causando blackout radio a onde corte sulle Hawaii (alla fine del 21 febbraio), sull'Australia (all'inizio del 22 febbraio) e di nuovo sulle Hawaii (alla fine del 22 febbraio). I marinai e gli operatori radioamatori in quelle aree potrebbero aver notato una perdita di segnale a tutte le frequenze inferiori a 30 MHz", ha spiegato spaceweather.com, indicando le date del fuso orario EST.
La macchia solare AR3590, tuttavia, si sta spostando verso l'equatore della stella. Qualora dovesse dar vita a un violentissimo brillamento come il Classe X 6.3 di stanotte, con annessa espulsione di massa coronale in direzione del nostro pianeta, le conseguenze potrebbero essere molto significative. Si rischia infatti una tempesta geomagnetica di classe elevata, che può determinare gravi problemi a linee elettriche, connessioni internet, navigazione satellitare e altro ancora. Un evento molto potente potrebbe arrecare danni catastrofici.
Non ci si deve stupire dell'intensa attività magnetica della nostra stella, per via del fatto che si sta dirigendo verso il picco massimo del suo ciclo che dura tipicamente 11 anni. Tale picco è atteso tra la fine del 2024 e l'estate del 2025. Durante questo lasso di tempo fenomeni particolarmente energetici sono molto probabili. La speranza è che non siano diretti verso la Terra, ma come spesso indicato dagli scienziati, non è questione di se, ma di quando. Un nuovo evento di Carrington, che causò significativi problemi nel 1859, nella nostra epoca ipertecnologica causerebbe un vero e proprio disastro.