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Tre nuovi vulcani sottomarini scoperti nel Canale di Sicilia

Misurano almeno 6 chilometri in larghezza e si elevano per oltre 150 metri, aggiungendosi a una serie di altri coni vulcanici scoperti dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste.
A cura di Valeria Aiello
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Una spedizione scientifica internazionale, coordinata da GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel (Germania) e proposta congiuntamente dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste e l’Università di Malta., ha portato alla scoperta di tre grandi vulcani sottomarini nel canale di Sicilia, nell’area tra Mazara del Vallo e Sciacca. Questi nuovi coni vulcanici misurano almeno 6 chilometri di larghezza e si elevano per oltre 150 metri rispetto al fondo del mare circostante. Nel corso della spedizione, condotta a bordo della nave tedesca METEOR dal 16 luglio allo scorso 5 agosto, è stato individuato anche il relitto di una nave lunga 100 metri e larga 17 metri, adagiata a una profondità di 110 metri sul Banco Senza Nome, tra l’isola vulcanica di Linosa e la Sicilia.

I ricercatori hanno esplorato il fondale marino in vari settori del Canale di Sicilia, ancora in buona parte sconosciuti, utilizzando un ecoscandaglio Multibeam per ricostruire la morfologia del fondale marino ad alta risoluzione, un magnetometro per identificare le anomalie associate a strutture vulcaniche sottomarine e un sistema di sismica ad alta risoluzione per osservare le caratteristiche geologiche delle prime decine di metri al di sotto del fondo mare.

Nel corso della campagna di ricerca sono stati anche raccolti campioni di roccia (lave e depositi piroclastici) da vari vulcani sottomarini, alcuni dei quali già noti da indagini indirette, che nei prossimi mesi saranno analizzati utilizzando una serie di tecniche di laboratorio che forniranno indicazioni sull’età dei vulcani e sulle caratteristiche del magma che li alimenta. “Queste informazioni saranno fondamentali per ricostruire la storia geologica di una delle regioni più complesse del Mediterraneo centrale dove, a partire da circa 4-5 milioni di anni fa, si è sviluppato un sistema di profonde fosse legate a processi tettonici di tipo estensionale, che tecnicamente chiamiamo “rift”, che non hanno portato però alla formazione di crosta oceanica” ha affermato Giulia Matilde Ferrante, ricercatrice della Sezione di Geofisica dell’OGS che ha partecipato alla spedizione.

La scoperta di nuovi vulcani sottomarini nel canale di Sicilia non è nuova ai ricercatori che nella stessa area, nel 2019, hanno individuato una serie di altri coni vulcanici. “È incredibile scoprire ancora oggi nuovi elementi geologici in un mare, come il Mediterraneo, solcato da millenni da ogni tipo di imbarcazione. Questo mostra in maniera evidente quanto siano ancora poco conosciuti i fondali marini, anche in prossimità delle coste” ha aggiunto il collega dello stesso gruppo di ricerca dell’OGS, Jonathan Ford.

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