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Tre comuni problemi di salute rendono l’alcol ancora più pericoloso per il fegato

Pressione alta, diabete e girovita elevato possono aumentare i danni che l’alcol causaa al fegato, peggiorando il rischio di sviluppare una malattia epatica avanzata: secondo un nuovo studio, i forti bevitori con uno di questi tre problemi di salute hanno probabilità anche 2,4 volte più alta di sviluppare fibrosi epatica, la cicatrizzazione del fegato che causa la cirrosi.
A cura di Valeria Aiello
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Il consumo di alcolici è uno dei principali fattori di rischio per le malattie epatiche, ma alcune condizioni di salute possono peggiorare drasticamente i danni che l’alcol provoca al fegato, aggravando il rischio di sviluppare una malattia epatica avanzata. Un nuovo studio ha identificato tre comuni problemi che nei bevitori possono aumentare anche di 2,4 volte la probabilità di sviluppare fibrosi epatica, la cicatrizzazione del fegato che causa cirrosi: queste condizioni sono la pressione alta (ipertensione), il diabete e una circonferenza della vita elevata associata all’obesità.

I nostri risultati identificano un segmento della popolazione ad altissimo rischio, incline alle malattie del fegato, e suggeriscono che i problemi di salute preesistenti possono avere un impatto significativo sul modo in cui l’alcol influisce sul fegato” spiega il dottor Brian Lee, epatologo della Keck Medicine dell’Università della California meridionale e primo autore dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Clinical Gastroenterology and Hepatology.

Lo studio sui problemi di salute che aumentano i danni dell'alcol al fegato

Diabete, pressione alta e una circonferenza della vita elevata (maggiore di 100 cm per gli uomini e 90 cm per le donne) associata all’obesità appartengono a un gruppo di cinque condizioni (inclusi trigliceridi alti e bassi livelli di colesterolo “buono”) che influiscono sul rischio di infarto e ictus di un individuo, noti come fattori di rischio cardiometabolici.

Questi tre comuni problemi di salute sono stati collegati all’accumulo di grasso nel fegato (una condizione nota anche come steatosi epatica associata a disfunzione metabolica), che può portare alla fibrosi epatica, la cicatrizzazione del fegato che causa la cirrosi.

Secondo il nuovo studio, che ha preso in esame il consumo di alcolici di oltre 40.000 persone, bere dai 20 ai 30 grammi di etanolo al giorno o più (equivalenti a circa due-tre bicchieri di vino di media gradazione o uno-due drink con una dose da bar di superalcolico) aumenta di 2,4 volte la probabilità di sviluppare una malattia epatica avanzata in presenza di diabete o girovita elevato, e di 1,8 volte il rischio in presenza di ipertensione. Trigliceridi alti e bassi livelli di colesterolo “buono” nei bevitori hanno invece mostrato correlazioni meno significative con la malattia epatica.

Il motivo per cui pressione alta, diabete e girovita elevato associato all’obesità aumentano il rischio di danni al fegato causati dall’alcol non è stato valutato nello studio ma, secondo i ricercatori, queste tre condizioni condividerebbero “un percorso comune verso l’accumulo di grasso nel fegato che, se combinato con depositi di grasso extra nel fegato dovuti a un eccesso di alcol, può causare danni epatici significativi”.

I risultati dello studio non implicano che l’alcol sia sicuro per coloro che non presentano tali condizioni di salute, come sottolineato anche dal dottor Lee.

Sappiamo che l’alcol è tossico per il fegato e tutti i forti bevitori sono a rischio di malattie epatiche avanzate – ha aggiunto l’esperto – . Con il nostro studio speriamo di incoraggiare le persone a considerare la propria salute individuale e il profilo di rischio quando prendono decisioni sul consumo di alcol e vorremmo che anche i professionisti offrissero screening sanitari e interventi più personalizzati per coloro che bevono con fattori di rischio cardiometabolici, in modo che il danno epatico in questo gruppo ad alto rischio possa essere individuato precocemente e trattato”.

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