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Tra 200 milioni di anni nascerà Amasia, il supercontinente che unirà popoli, confini e culture

Un team di ricerca ha determinato che la chiusura dell’Oceano Pacifico tra 200 – 300 milioni di anni porterà alla formazione di un nuovo supercontinente: Amasia.
A cura di Andrea Centini
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Il supercontinente Amasia. Credit: Università Curtin
Il supercontinente Amasia. Credit: Università Curtin

Tra 200 – 300 milioni di anni sulla Terra si formerà un nuovo supercontinente, al quale gli scienziati hanno già dato un nome: Amasia. I confini per i quali si combattono da secoli guerre sanguinose non esisteranno più; tutte le terre emerse saranno abbracciate l'una con l'altra, unendo esseri umani, culture, tradizioni ed ecosistemi, oggi sparpagliati in diversi continenti. L'Italia sarà letteralmente inglobata nel cuore di Amasia, perdendo tutte le caratteristiche che rendono oggi lo “Stivale” un posto privilegiato del mondo in cui vivere, come il clima mite e i paesaggi incantevoli. Il nuovo supercontinente si formerà a causa della chiusura dell'Oceano Pacifico, il più antico oceano presente sulla Terra, vestigia della Panthalassa, l'immensa massa d'acqua che circondava la Pangea, il supercontinente precedente formatosi circa 700 milioni di anni fa. La formazione e la disgregazione dei supercontinenti avviene con un ciclo di circa 600 milioni di anni, secondo gli studiosi.

A determinare che tra 200 – 300 milioni di anni l'Oceano Pacifico si chiuderà dando vita al supercontinente Amasia è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Earth Dynamics Research Group – The Institute for Geoscience Research (TIGeR) dell'Università Curtin di Perth (Australia Occidentale), che hanno collaborato con i colleghi della Scuola di Scienze della Terra e dello Spazio dell'Università di Pechino. I ricercatori, coordinati dal professor Chuan Huang, docente presso la Scuola di Scienze della Terra e Planetarie dell'ateneo australiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver utilizzato un modello di geodinamica 4-D e varie simulazioni tettoniche. Secondo gli esperti i supercontinenti possono formarsi attraverso due processi distinti: il primo prevede la chiusura del vasto oceano esterno – che oggi è rappresentato dal Pacifico, residuo della Panthalassa –; il secondo la chiusura degli oceani interni o “giovani”, attualmente l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano. Il professor Huang e colleghi hanno determinato che, a causa del raffreddamento del mantello avvenuto 540 milioni di anni fa, la crosta terrestre si è indebolita in modo significativo. Tale condizione non permette (e non permetterà più in futuro) la formazione di nuovi supercontinenti attraverso la chiusura degli oceani interni, ma solo di quella del vasto oceano esterno, che è appunto rappresentato dal Pacifico.

Non a caso l'Atlantico sta aumentando in dimensioni di pochi centimetri ogni anno, mentre il Pacifico si sta restringendo allo stesso ritmo. Di questo passo, tra 200 – 300 milioni di anni si giungerà alla fusione delle terre emerse, dando vita alla suddetta Amasia. Il supercontinente si formerà dalla migrazione verso Ovest del continente americano e da quella verso Est dell'Eurasia, che finiranno per scontrarsi, mentre l'Australia “viaggerà” verso nord fino a congiungersi con l'Indonesia. Anche l'Africa e gli altri continenti si compatteranno cancellando distanze, confini e magari anche le guerre. Sempre che l'uomo sarà ancora presente sulla Terra tra 200 milioni di anni, dato che continua a distruggere il pianeta con emissioni nocive e sovrasfruttamento delle risorse.

“Negli ultimi due miliardi di anni, i continenti della Terra si sono scontrati per formare un supercontinente ogni 600 milioni di anni, noto come ciclo del supercontinente. Ciò significa che gli attuali continenti dovrebbero riunirsi di nuovo tra un paio di centinaia di milioni di anni”, ha dichiarato il dottor Huang in un comunicato stampa. “Il nuovo supercontinente risultante è già stato chiamato Amasia perché alcuni credono che l'Oceano Pacifico si chiuderà (al contrario degli oceani Atlantico e Indiano) quando l'America si scontrerà con l'Asia. Anche l'Australia dovrebbe svolgere un ruolo in questo importante evento terrestre, prima in collisione con l'Asia e poi collegando l'America e l'Asia una volta che l'Oceano Pacifico sarà chiuso. Simulando l'evoluzione delle placche tettoniche della Terra utilizzando un supercomputer, siamo stati in grado di dimostrare che in meno di 300 milioni di anni è probabile che sarà l'Oceano Pacifico a chiudersi, consentendo la formazione di Amasia, sfatando alcune precedenti teorie scientifiche”, ha aggiunto lo scienziato.

Quando sulla Terra ci sarà il nuovo supercontinente, il livello del mare sarà molto più basso di quello attuale, inoltre anche il clima sarà decisamente diverso. Le aree interne di Amasia saranno infatti molto aride, con escursioni termiche significative, ha specificato il coautore dello studio Zheng-Xiang Li. “Attualmente la Terra è composta da sette continenti con ecosistemi e culture umane molto differenti, quindi sarebbe affascinante pensare a come potrebbe apparire il mondo tra 200 – 300 milioni di anni”, ha concluso il professor Li. I dettagli della ricerca “Will Earth's next supercontinent assemble through the closure of the Pacific Ocean?” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica National Science Review.

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