Tesoro di 3.500 anni scoperto in una tomba egizia: i gioielli risalgono al regno del faraone eretico
Un tesoro composto da preziosi gioielli e monili d'oro è emerso da una tomba di 3.500 anni scoperta in Egitto, nel cuore della necropoli di Tell al-Amarna. Sita lungo le sponde orientali del fiume Nilo, nel Governatorato di Minya, si tratta di una importante area di scavi archeologici condotti in collaborazione tra scienziati egiziani e britannici dell'Università di Cambridge. Presso la necropoli è in corso un importante progetto di ricerca internazionale chiamato “Amarna Project”, che ha come principali obiettivi il miglioramento della gestione del patrimonio archeologico in essa custodito e la sensibilizzazione sulla sua importanza. Tell al-Amarna rappresenta infatti le vestigia dell'antica città di Amarna o Akhetaten, realizzata nel 1.346 avanti Cristo come capitale del faraone Akhenaton, conosciuto come il “faraone eretico” per le sue idee religiose.
Proprio qui, in una delle tombe rinvenute nell'area conosciuta come Cimitero del Deserto Nord di Amarna, è emersa la straordinaria sepoltura di una giovane donna, la cui mummia è stata rinvenuta avvolta da una stuoia in robuste fibre vegetali. Nella tomba, che risale alla XVIII dinastia (1550 al 1292 a.C.) durante il Regno di Akhenaton, conosciuto come Amenofi IV / Amenhotep IV fino al quinto anno di regno, sono stati rinvenuti diversi preziosi gioielli. Fra essi una collana d'oro con ciondoli a forma di petalo e tre anelli d'oro. Come spiegato da Heritage Daily, uno degli anelli è decorato “con l'immagine di Bast, che insieme alla sua controparte femminile Bastet, è un'antica divinità egizia venerata come protettrice delle famiglie e, in particolare, delle madri, dei bambini e del parto”. Una divinità benevola venerata anche come dea dei gatti, della casa e della fertilità, in grado di anteporsi a tutto ciò che era malvagio.
Sugli altri anelli gli archeologi hanno trovato geroglifici con riferimenti alla “signora delle due terre” Tawi – probabilmente un richiamo al regno superiore e inferiore d'Egitto, secondo gli studiosi -, oltre al disegno di un uccello venerato.
È interessante notare che la tomba della giovane si trova in una parte del cimitero dedicata ai nobili, pertanto doveva ricoprire un importante ruolo sociale alla sua epoca, come del resto mostrano i preziosi reperti rinvenuti. Probabilmente faceva parte della "elite" della città che fu abbandonata in seguito alla morte Akhenaton, considerato eretico e “nemico” dalle dinastie di faraoni seguenti, poiché aveva deciso di introdurre una nuova religione di Stato, nella quale veniva venerato soltanto un dio, ovvero Aton, il disco solare.
Pur non sconfessando le altre divinità adorate dagli antichi egizi, questa novità di Aton fu talmente malvista che a seguito della sua morte, oltre all'abbandono della città, molti monumenti e altre opere dedicate ad dio Sole furono distrutte, nascoste o riciclate. Ben presto si ripassò infatti a una religione politeistica. Le gesta politiche di Akhenaton furono talmente contestate che si scoprì della sua esistenza (e della storia di Amarna) solo nel XIX secolo, tanto si impegnarono i successori a spedire il "faraone eretico" nell'oblio.
I preziosi tesori rinvenuti presso la necropoli sono dunque reperti degni di particolare interesse storico, proprio perché riferiti a un periodo tumultuoso dell'antico Egitto. Il faraone eretico fu comunque il padre di Tutankhamon, il "faraone fanciullo" costretto a regnare sin dalla tenera età e conosciuto in tutto il mondo per la celebre maschera d'oro.