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Terapia genica efficace contro malattia rara e mortale: l’appello di Nek per il test neonatale

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani ha dimostrato che una terapia genica è efficace contro la leucodistrofia metacromatica, una rara e mortale malattia neurodegenerativa. L’innovativo trattamento, a base di cellule staminali ematopoietiche geneticamente modificate, va somministrato precocemente, per questo gli scienziati sottolineano l’importanza di disporre per tutti uno screening neonatale. Anche il cantante Nek ha partecipato alla sensibilizzazione.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo studio ha confermato che grazie a una terapia genica somministrata precocemente è possibile ridurre in modo significativo le conseguenze devastanti della Leucodistrofia metacromatica, una rara malattia neurodegenerativa dall'esito mortale se non si interviene. I risultati della ricerca rappresentano una speranza per tutti i bambini che ricevono la terribile diagnosi e le loro famiglie. Ma come indicato, per avere efficacia, la terapia rivoluzionaria – a base di cellule staminali ematopoietiche geneticamente modificate – deve essere infusa nella fase pre-sintomatica o comunque in presenza di sintomi lievi.

Ciò, tuttavia, si scontra con la disponibilità di un screening neonatale per la leucodistrofia metacromatica, introdotto solo in Toscana e Lombardia. La necessità di rendere un simile test disponibile in ogni regione italiana è stato recentemente sollecitato anche dal cantante Nek, colpito dalla drammatica storia di Gioia, una bambina dell'Emilia Romagna cui è stata diagnosticata tardivamente la malattia e per questo non può più ottenere i benefici del trattamento. “Un destino crudele e ingiusto che si sarebbe potuto evitare se anche in questa Regione fosse stato attivato lo screening neonatale, come avvenuto in Toscana e Lombardia”, aveva dichiarato il cantautore in un video appello con l’Associazione Voa Voa! Amici di Sofia APS e la mamma della bimba. “Individuare la malattia nei primi giorni di vita è essenziale per accedere a terapie che possono fare la differenza tra la vita e la morte”, aveva chiosato Nek.

A determinare che un'innovativa terapia genica è in grado di ridurre i devastanti sintomi della Leucodistrofia metacromatica, come grave compromissione delle funzioni motorie e cognitive, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani dell'Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) dell'IRCCS Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molti istituti. Fra quelli coinvolti, oltre a vari dipartimenti e unità dell'ospedale meneghino, anche il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'Università di Perugia; l'Università Vita-Salute San Raffaele; e l'azienda Orchard Therapeutics.

I ricercatori, guidati da Francesca Fumagalli, Valeria Calbi e Alessandro Aiuti, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver somministrato la terapia genica – già approvata a livello europeo nel 2020 e rimborsata in Italia dal 2022 – a 39 bambini affetti dalla condizione, mettendo a confronto gli esiti clinici con i casi di altri bambini cui non è stata somministrata. Per determinare l'efficacia dell'infusione delle cellule staminali con i geni corretti (sono coinvolte mutazioni nei geni ASA e PSAP), i ricercatori hanno osservato l'evoluzione della funzione motoria – ad esempio la capacità di camminare – e le abilità cognitive, oltre che la sopravvivenza generale.

Al termine del periodo di follow-up i ricercatori hanno osservato sostanziali benefici per i bambini trattati con la terapia genica. Essa, infatti, è stata in grado di ridurre in modo sostanziale il rischio di grave compromissione motoria, sia nei piccoli affetti dalla forma tardo-infantile “in cui l’insorgenza dei sintomi è attesa tra i 6 mesi e 2 anni e mezzo”, spiegano gli esperti, che in quelli “affetti dalla forma giovanile precoce, in cui l’insorgenza è attesa tra i 2 anni e mezzo e i 6 anni, trattati nella fase pre-sintomatica della malattia”. Benefici sono stati osservati anche nel sottogruppo giovanile precoce con sintomi lievi, “seppure con minor efficacia rispetto ai sintomi motori”. Grandi benefici sono stati osservati anche a livello cognitivo.

“La maggior parte dei bambini trattati prima dell’insorgenza dei sintomi ha mantenuto la capacità di camminare, che invece si è persa nei primi anni di vita in tutti i bambini del gruppo di controllo, che non avevano ricevuto la terapia genica perché già sintomatici o perché diagnosticati quando la terapia ancora non era disponibile”, hanno spiegato le dottoresse Fumagalli e Calbi in un comunicato stampa. “In molti casi si tratta dei fratelli o sorelle maggiori dei bambini che poi hanno ricevuto il trattamento e che hanno permesso di diagnosticare la malattia nei loro fratelli più piccoli”. “Per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo – hanno aggiunto le scienziate – abbiamo osservato un beneficio significativo in quasi tutti i pazienti trattati, che continuano ad acquisire nuove competenze cognitive rispetto al gruppo di controllo che presenta un grave deficit cognitivo e la perdita di ogni capacità di comunicare”.

Come spiegato dall'Osservatorio delle Malattie Rare, la leucodistrofia metacromatica (MLD) è una “grave patologia neurodegenerativa, rara e progressiva”, che fa parte delle malattie da accumulo lisosomiale. Come indicato, i geni coinvolti sono ASA e più raramente il PSAP. “Il difetto genetico all’origine della malattia determina un deficit di arisolfatasi A e un conseguente accumulo di solfatidi nell’organismo, in particolare presso la guaina mielinica che avvolge e protegge le cellule nervose”, spiega l'associazione. Questo comporta i gravi deficit di cui sopra, fino al decesso del paziente. La terapia genica è dunque salvavita, ma come indicato deve essere somministrata precocemente, per questo gli autori dello studio sottolineano l'importanza che le istituzioni introducano al più presto lo screening per tutti.

“Grazie alla ricerca abbiamo a disposizione una terapia in grado di cambiare il corso di una malattia grave e purtroppo fatale in assenza di intervento, ma efficace soltanto se si agisce in tempo. Per questo è fondamentale disporre quanto prima di un test di screening neonatale anche per la leucodistrofia metacromatica, così da diagnosticare la malattia quando ancora non si è manifestata”, ha chiosato il professor Alessandro Aiuti. I dettagli della ricerca “Long-Term Effects of Atidarsagene Autotemcel for Metachromatic Leukodystrophy” sono stati pubblicati sul The New Engand Journal of Medicine, la più autorevole rivista scientifica in campo medico.

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