Tabacco e alcol uccidono quasi due milioni di persone all’anno in Europa: la denuncia dell’Oms
Se esistesse una black list delle cause di morti evitabili in Europa in cima ci sarebbero senza dubbio queste quattro cose: tabacco, alcol, alimenti ultraprocessati e carburanti fossili. Tutti lo sanno, eppure nessun governo fa abbastanza per limitare l'azione commerciale e i profitti di queste quattro industrie a difesa della salute pubblica.
Nel suo ultimo rapporto, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha attaccato i governi dei Paesi europei per la loro inerzia nei confronti delle industrie incriminate, nonostante le conseguenze disastrose della loro attività commerciale sulla vita delle persone. Ma soprattuto il report punta il dito contro le stesse industrie coinvolte in questi settori: da sola la produzione di tabacco, alcol, cibi ultraprocessati e carburanti fossili uccidono 2,7 milioni di persone all'anno, causando circa un quarto di tutti i decessi registrati annualmente nei 58 paesi della regione europea.
L'attacco dell'Oms contro le quattro industrie
Le quattro industrie – scrive l'Oms nel report – uccidono 7.400 persone al giorno nella regione europea. Il loro impatto sulla salute pubblica è noto da tempo: l'esposizione a questi prodotti aumenta infatti il rischio delle malattie non trasmissibili, come le patologie cardiovascolari, le malattie respiratori e il cancro, che da sole causano il 90% dei decessi nella regione.
Nello specifico il tabacco è al primo posto per numero di decessi causati, più di un milione e mezzo all'anno, ovvero più della metà del totale delle morti associate alla quattro industrie. Completano il podio delle tre attività industriali in assoluto più nocive per la salute pubblica i carburanti fossili (578.908 morti) e gli alcolici (426.857 morti). Seguono le diete ad alto contenuto di sodio (252.187 morti) – un recente studio ha mostrato come aggiungere sale a ogni pasto aumenti il rischio di tumore – e quelle con un elevata concentrazione di zuccheri (15.606 morti). L'alto contenuto di sale e zuccheri è infatti una delle caratteristiche dei cibi ultrapprocessati, che oltre ad avere decine di effetti nocivi sulla salute, possono creare anche dipendenza in chi lo consuma.
Come le aziende ingannano i consumatori
Le pratiche di commercializzazione messe in atto dalle compagnie attive in questi quattro settori produttivi – ha aggiunto Hans Henri P.Kluge, direttore dell'Oms per l'Europa – comprendono strategie di marketing mirate a sfruttare le vulnerabilità delle persone oppure a ingannare i consumatori su presunti benefici per la salute o per l'ambiente dei loro prodotti.
Il report prende ad esame alcuni casi di studio incentrati sulle attività di marketing ingannevoli attuate da alcune aziende. Si cita ad esempio il caso delle compagnie che si professano impegnate per la salute delle persone, pur vendendo prodotti, come gli alcolici o i cibi ultraprocessati, noti per essere invece uno dei maggiori fattori di rischio per la salute di chi li consuma.
Cos'è il "pinkwashing" e come inganna il consumatore
Un caso specifico citato dallo studio dell'Oms è quello del "pinkwashing". Il nome è un chiaro calco del greenwashing, ovvero quella pratica utilizzata da alcune industrie per ripulire la propria immagine e spacciare i propri prodotti come caratterizzati da un basso costo ambientale, ad esempio utilizzando confezioni verdi o scritte ingannevoli, anche quando ciò non corrisponde al vero.
In modo simile, il pinkwashing è quella politica di marketing che alcune aziende utilizzano per nascondere l'impatto negativo che i loro prodotti hanno sulla salute pubblica. Il report mostra il caso concreto di alcune aziende di alcolici – l'alcol è un noto fattore di rischio per il tumore al seno – che si associano a enti di beneficenza per la ricerca contro questo cancro attraverso finanziamenti mirati e apponendo il simbolo del fiocco rosa sulle loro confezioni.