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Svelato il mistero dell’enorme spaccatura che spezzerà l’Africa in due

L’Africa è destinata a spezzarsi in due lungo la linea di una gigantesca spaccatura che si snoda per migliaia di chilometri. Gli scienziati hanno determinato l’origine di peculiari deformazioni parallele nella placca africana che si sta spezzando.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Peng Jianbing / Chang'an University
Credit: Peng Jianbing / Chang'an University

I ricercatori hanno svelato la causa di una caratteristica anomala della più grande spaccatura continentale della crosta terrestre, un baratro lungo migliaia di chilometri che, secondo le previsioni, dividerà in due l'Africa e determinerà la formazione di un nuovo bacino oceanico. Si tratta della East African Rift (EAR) o East African Rift System (EARS), che si snoda per 6.400 chilometri creando diversi percorsi nel cuore di una decina di Paesi africani. Fra quelli coinvolti il Congo, il Ruanda, l'Etiopia, il Kenya, la Tanzania, il Mozambico e altri. La frattura si è manifestata in tempi e modi differenti. In Etiopia, ad esempio, a seguito di terremoti è emersa nel 2005 nel cuore della regione desertica di Afar. Tuttavia la separazione della placca coinvolta è iniziata già nel Miocene, oltre 20 milioni di anni fa. La spaccatura si sta ampliando di circa 6 – 7 millimetri ogni anno e il rift continentale porterà la placca africana a dividersi letteralmente in due: la grande placca nubiana e quella somala, più piccola. Ci vorranno milioni di anni prima che avvenga la separazione continentale, un processo di deriva che da eoni continua a plasmare e modificare i confini delle terre emerse (ai quali l'essere umano dà sin troppa importanza).

Normalmente le spaccature continentali sono perpendicolari rispetto al movimento delle placche in allontanamento, ma nel caso dell'East African Rift sono sorte insolite deformazioni parallele. È un vero e proprio mistero geologico che gli scienziati stanno provando a risolvere da anni. Ora, grazie a modelli matematici al computer e dettagliatissime analisi satellitari (GPS) “in grado di mappare i movimenti della superficie terrestre con precisione millimetrica”, come spiegato dagli autori del nuovo studio, è stato determinato che le spaccature parallele sono innescate dal “Superplume” africano. Si tratta di un gigantesco flusso di roccia parzialmente fusa proveniente dagli strati profondi del mantello, in grado di trasferire enormi quantità di calore alla litosfera, lo strato più “duro” del nostro pianeta che abbraccia la crosta terrestre e parte del mantello superiore.

A determinare il ruolo del Superplume africano nelle anomalie della gigantesca EAR è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Geoscienze del Virginia Tech e del Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente del New Mexico Tech, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università Statale della Pennsylvania. I ricercatori, coordinati dai professori Tahiry A. Rajaonarison e D. Sarah Stamps, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver alimentato modelli termomeccanici 3D ad alta risoluzione con i dati del Global Navigation Satellite System (GNSS), raccolti da decine di satelliti a 25 chilometri di quota. Dalle simulazioni è emerso il potenziale ruolo del Superplume (che potremmo tradurre in superpennacchio), che sembrerebbe causare “l'anomala deformazione verso nord parallela alla spaccatura”, come dichiarato in un comunicato stampa il dottor Rajaonarison. Mentre risale dall'Africa sudoccidentale verso Nord – Est la roccia parzialmente fusa si avvicina alla superficie ed è in grado di scatenare le deformazioni parallele. I meccanismi potenzialmente coinvolti sono una possibile combinazione di forze di galleggiamento litosferiche e forze di trazione del mantello, come spiegato dagli esperti.

I ricercatori hanno osservato anche una peculiare anisotropia sismica, ovvero “l'orientamento o l'allineamento delle rocce in una particolare direzione in risposta al flusso del mantello”. Nel caso dell'EAR, l'orientamento delle rocce ha seguito il flusso del mantello verso nord. “Stiamo dicendo che il flusso del mantello non sta guidando la direzione est-ovest, perpendicolare alla spaccatura di alcune delle deformazioni, ma che potrebbe causare l'anomala deformazione verso nord parallela alla spaccatura”, ha affermato Rajaonarison. “Abbiamo confermato le idee precedenti secondo cui le forze di galleggiamento litosferiche stanno guidando la spaccatura, ma stiamo portando nuove informazioni sul fatto che possono verificarsi deformazioni anomale nell'Africa orientale”, ha aggiunto l'esperto. I meccanismi coinvolti sono complessi e saranno necessari ulteriori, approfonditi studi per capire esattamente cosa sta succedendo nella movimentata placca africana, destinata a dividersi in due. I dettagli della ricerca “A Geodynamic Investigation of Plume-Lithosphere Interactions Beneath the East African Rift” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Geophysical Research: Solid Earth.

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