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Super cometa appena scoperta può far impallidire quella “del secolo”: forse visibile in pieno giorno

Tutti parlano della “cometa del secolo”, ma un’altra cometa appena scoperta potrebbe regalarci uno spettacolo ancor più incredibile il 28 ottobre, diventando visibile nel cielo in pieno giorno. Cosa sappiamo su A11bP7I, una cometa radente di Kreutz.
A cura di Andrea Centini
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La "cometa dei Neanderthal" fotografata nel cielo dei Castelli Romani tra il 24 e il 25 gennaio 2023. Credit: Andrea Centini
La "cometa dei Neanderthal" fotografata nel cielo dei Castelli Romani tra il 24 e il 25 gennaio 2023. Credit: Andrea Centini

Potrebbe sembrare incredibile, ma gli scienziati hanno appena scoperto un'altra cometa che entro la fine di ottobre rischia di diventare molto più luminosa di C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), soprannominata “cometa del secolo” ma che ancora deve mostrarsi in tutto il suo splendore. L'appuntamento con la massima luminosità della palla di ghiaccio è atteso per la metà di ottobre, a ridosso del perigeo – la distanza minima dalla Terra – che sarà raggiunto sabato 12. Il nuovo oggetto celeste, che non ha ancora un nome formale ma che al momento è stato denominato A11bP7I, secondo le stime degli scienziati lunedì 28 ottobre dovrebbe arrivare a una magnitudine (luminosità apparente) compresa tra – 5 e – 7. Si tratta di un valore estremo, che dovrebbe doppiare quello della “cometa del secolo”; ciò farebbe brillare la cometa A11bP7I più del pianeta Venere, l'oggetto più luminoso della volta celeste dopo il Sole e la Luna. Una luminosità tale la renderebbe visibile a occhio nudo in pieno giorno. Una vera meraviglia.

Non c'è da stupirsi che l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project (VTP), in un post su Facebook pubblicato due giorni dopo la scoperta della nuova cometa ha affermato che il mese corrente potrebbe passare alla storia per quanto concerne gli spettacoli cometari. Lo studioso ha sottolineato “forse” tre volte, alla luce del fatto che le comete sono oggetti estremamente imprevedibili. Come sempre si può ricordare la famosa frase dell'astronomo David Howard Levy, secondo il quale le comete sono come i gatti: “Hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono”. Già, perché anche le comete più promettenti possono trasformarsi nel più deludente dei flop, perlomeno dal punto di vista dell'osservazione astronomica. Il nucleo di questi magnifici oggetti fatti di ghiaccio e polvere rischia infatti di frammentarsi quando si avvicinano al Sole, fenomeno che abbatte la luminosità e dunque la spettacolarità della cometa.

A rendere particolarmente affascinante la cometa A11bP7I vi è il fatto che fa parte di un gruppo speciale di oggetti conosciuto come “comete radenti di Kreutz” (Kreutz sungrazers), che si ritiene siano originate dalla distruzione di un unico gigantesco corpo ghiacciato, con un diametro stimato in oltre 100 chilometri. Queste comete sono note per avvicinarsi moltissimo al Sole, situazione che ha un duplice effetto: da una parte possono essere illuminate in modo significativo, come dovrebbe accadere in questo caso, dall'altro vengono facilmente disintegrate dal calore della stella. Solo quelle più grandi sono in grado di scampare alla completa evaporazione determinata dal passaggio ravvicinato al Sole.

Molte delle comete più spettacolari e luminose appartenenti a questo gruppo ha regalato show memorabili, come la C/1965 S1 Ikeya-Seky scoperta nel 1965. La sua magnitudine arrivò addirittura a – 11 (più basso e negativo è il valore, più alta è a luminosità), rendendola perfettamente visibile in pieno giorno. Earthsky sottolinea che, alla luce dei dati di magnitudine attualmente disponibili, è improbabile che A11bP7I possa bissare le performance della cometa scoperta 60 anni fa. Tuttavia ha sempre ottime chance per regalarci uno spettacolo incredibile, pochi giorni dopo l'exploit di C/2023 A3, che a questo punto potrebbe perdere rapidamente il titolo di “cometa del secolo”.

L'oggetto è stato già immortalato dai telescopi robotici del Virtual Telescope Project e continua ad avvicinarsi rapidamente alla Sole. Esattamente come per l'altra palla di ghiaccio di cui si parla tanto in questi giorni, bisogna attendere fiduciosi e sperare in uno spettacolo indimenticabile.

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