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Sulla Luna c’è un tunnel che può condurre a una caverna sotterranea: la scoperta dei ricercatori italiani

Secondo gli studiosi, potrebbe offrire un rifugio naturale agli astronauti impegnati nelle future missioni sulla Luna: “Sito promettente per una base lunare”.
A cura di Valeria Aiello
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Sulla Luna, nel Mare Tranquillitatis, c’è un tunnel profondo più di 100 metri, che potrebbe condurre a una caverna sotterranea: lo ha appena scoperto un team di ricerca internazionale, guidato dal gruppo italiano dell’Università di Trento, che per la prima volta ha dimostrato l’esistenza di una cavità nell’ampia pianura basaltica situata sull’emisfero del satellite sempre rivolto verso la Terra.

La sua identificazione, dettagliata in uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy, è stata possibile grazie all’analisi dei dati ottenuti da LRO, il Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa e, in particolare, è attraverso l’esame delle immagini radar acquisite dallo strumento Mini-Rf (Miniature Radio-Frequency) a bordo dell’orbiter. “Questo tipo di cavità è stato teorizzato per oltre 50 anni – ha spiegato il professor Lorenzo Bruzzone, coautore senior dello studio e direttore del Remote Sensing Laboratory presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze dell’Informazione dell’Università di Trento – . Ora, per  la prima volta, siamo riusciti a dimostrarne l’esistenza”.

I tunnel lunari sono particolarmente interessanti in termini scientifici, perché possono essere un promettente sito per la costruzione per una base lunare che funga da avamposto per gli astronauti impegnati nelle future missioni sulla Luna. Al momento, non è però ancora stato confermato se il tunnel conduca o meno a una caverna di più ampi volumi, sebbene i dati sembrino suggerire che il condotto porti a una grotta accessibile sotto la superficie lunare.

Secondo le stime degli studiosi, il condotto si troverebbe a una profondità compresa tra i 130 e i 170 metri, avrebbe una lunghezza che si aggira tra i 30 e gli 80 metri e sarebbe largo circa 45. “Analizzando i dati, abbiamo potuto creare un modello di una parte del condotto – ha aggiunto Leonardo Carrer, ricercatore all’Università di Trento e primo autore dello studio – . La spiegazione più plausibile è che si tratti di un condotto lavico cavo”. La sua formazione risalirebbe a miliardi di anni fa, quando la Luna era ancora geologicamente attiva, in seguito a eruzioni vulcaniche e allo scorrere dei flussi di lava.

Lo studio ha coinvolto anche gli studiosi dell’Università di Padova e della Venta Geographic Exploration APS di Treviso, e visto la collaborazione dei ricercatori della Capella Space Corporation di San Francisco (California) e del Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University di Laurel (Maryland).

Per confermare la natura del condotto e la possibilità che conduca a una caverna sotterranea serviranno ulteriori analisi, ma questa prima rilevazione apre la strada a nuove osservazioni, che permetteranno inoltre di valutare se il sito potrà essere sfruttato per la costruzione di future infrastrutture, in grado di offrire riparo dal duro ambiente lunare, favorendo l’esplorazione a lungo termine.

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