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Su Marte ci sono misteriosi buchi profondi oltre 100 metri: perché sono importanti per gli scienziati

La sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA ha scoperto diversi profondi buchi sulla superficie di Marte. Uno raggiunge una profondità di quasi 180 metri. Ecco di cosa potrebbe trattarsi e perché sono molto importanti per gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona
Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona

Sulla superficie di Marte si trovano diversi buchi profondi oltre 100 metri. La loro natura non è chiara, ma la speranza degli scienziati è che si tratti di sezioni crollate di cosiddetti “lava tubes”, enormi tunnel sotterranei scavati dal magma in un lontano passato, quando il pianeta era funestato da un'intensa attività vulcanica. Questi luoghi sono considerati particolarmente preziosi non solo sul “Pianeta Rosso”, ma anche sulla Luna. La ragione è semplice: sono luoghi riparati con una temperatura stabile e potenzialmente gradevole per la nostra specie, inoltre non sono esposti alle micidiali radiazioni solari e cosmiche che colpiscono la superficie. Su Marte possono rappresentare anche un riparo dalle colossali tempeste di polvere che periodicamente si abbattono sul pianeta, responsabili della “morte” di diversi robot della NASA basati sui pannelli solari. In parole semplici, sono considerati un rifugio sicuro dove si ritiene possano essere costruite le prime colonie umane. Quelli sufficientemente grandi potrebbero ospitare addirittura intere città.

Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona
Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona

Al momento, tuttavia, non sappiamo ancora se i buchi trovati sulla superficie marziana possano essere effettivamente i “soffitti” crollati di caverne sotterranee o lava tubes. Per scoprirlo si dovrebbe indagare direttamente sul posto; le immagini catturate dalle sonde in orbita attorno al Pianeta Rosso, infatti, non sono sufficienti per determinare le loro caratteristiche. Si potrebbe programmare l'invio di squadre di astronauti pionieri, oppure inviare rover appositamente progettati per calarsi all'interno di questi grandi buchi e analizzarne le caratteristiche. Ciò che è certo è che si tratta di alcuni dei luoghi più interessanti in assoluto scoperti sul Pianeta Rosso, sin da quando la fotocamera HiRISE della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA – lanciata quasi venti anni fa – ha iniziato a immortalarli.

Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona
Credit: NASA/JPL-Caltech/Università dell'Arizona

Tra le regioni più importanti da indagare vi è quella dell'Arsia Mons, uno dei tre vulcani appartenenti al gruppo Tharsis Montes. Oggi dormienti, un tempo questi colossi hanno sicuramente dato vita a grandi eruzioni; non c'è dunque da stupirsi che eventuali lava tubes possano trovarsi proprio al di sotto di questa regione. Anche la vastissima pianura vulcanica di Tharsis Bulge, di migliaia di chilometri, ospita diversi di questi buchi, alcuni larghi pochi metri ma dalle profondità significative. Come spiegato da Universe Today, tuttavia, c'è il rischio non siano provocati da pareti crollate di grandi tunnel sotterranei, ma veri e propri buchi verticali come quelli che si trovano sui vulcani delle isole Hawaii. Sono i cosiddetti “pit craters”, fosse verticali legate a crolli avvenuti in profondità nella crosta terrestre, che non sono associate ad affascinanti grotte sotterranee. Uno dei buchi su Marte mostra una parete illuminata di lato, pertanto c'è il concreto rischio che si tratti proprio di una fossa e non l'ingresso di un lava tube, ma l'unico modo per esserne certi è esplorare più a fondo il Pianeta Rosso.

Al momento non sappiamo quando verrà pianificata la pionieristica missione verso Marte, ma con il Programma Artemis la NASA sta facendo il possibile per riportare l'essere umano sulla Luna entro i pochissimi anni. E stavolta sarà per restarci, costruendo le prime basi lunari e forse colonie. Questo è considerato un trampolino di lancio fondamentale per la conquista del Pianeta Rosso; si parla della metà degli anni '30, ma ad oggi sono ancora troppo grandi le difficoltà logistiche per pianificare lo sbarco dell'uomo su Marte. Solo dopo aver risolto i numerosi problemi da affrontare – per citarne un paio, le difficoltà nell'ammartaggio e le radiazioni durante il lungo viaggio – si potrà pensare concretamente a una missione umana. Al momento l'unica cosa che si può fare è individuare i luoghi potenzialmente migliori dove stabilirsi, e questi profondi buchi sono un'ottima base da cui iniziare.

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