Su Marte c’è un relitto che sembra un disco volante (e che in effetti lo è)
Il drone Ingenuity della Nasa ha individuato un relitto su Marte che sembra un disco volante. E che in effetti lo è, anche se non appartiene agli alieni. Il relitto, mostrato in alcune foto rilasciate dall’Agenzia spaziale americana mercoledì, è di proprietà della Nasa stessa, e fa parte dell’equipaggiamento che ha aiutato il rover Perseverance ad atterrare in sicurezza sulla superficie del Pianeta rosso nel febbraio 2021. Si tratta infatti di un componente chiamato backshell, ovvero lo scudo posteriore a forma di cono che ha protetto il rover nello spazio e durante la sua discesa nell’infuocata atmosfera marziana. “C’è sicuramente un elemento di fantascienza” ha affermato Ian Clark, un ingegnere che ha lavorato al sistema di paracadute di Perseverance, parlando delle immagini. “Trasuda un’atmosfera ultraterrena, non è vero?”.
Dopo aver trascorso il suo primo anno ad esplorare le rocce del cratere in cui è atterrato, il rover Perseverance è tornato nei pressi del sito di atterraggio per dirigersi verso il delta del fiume che un tempo scorreva lungo il margine occidentale del cratere Jezero. Il suo piccolo compagno robotico, il drone Ingenuity, continua a seguirlo e, durante il 26° volo della scorsa settimana, ha scattato 10 foto, coprendo una distanza totale di circa 340 metri.
Alcuni scatti mostrano lo scudo posteriore con ancora attaccato il paracadute, largo 21,5 metri, che ha rallentato la discesa. Durante l’atterraggio, il paracadute e il guscio si sono staccati a un’altitudine di circa 21.000 metri, per poi schiantarsi al suolo a una velocità di circa 126 km/h, mentre un sistema a razzo, chiamato Skycane, ha permesso a Perseverance e il suo drone di completare la discesa e raggiungere la superficie di Marte, a circa 8.000 metri di distanza dai detriti. “Il rivestimento protettivo del guscio posteriore sembra essere rimasto intatto durante l'ingresso nell'atmosfera di Marte – ha osservato la Nasa – . Molte delle 80 linee di sospensione ad alta resistenza che collegano il guscio posteriore al paracadute sono visibili e sembrano anche intatte […]. La calotta non mostra segni di danni dal flusso d’aria supersonico durante il gonfiaggio, anche se saranno necessarie diverse settimane di analisi per un verdetto più definitivo”.
Lo studio dei resti del guscio posteriore ha il potenziale per aiutare a garantire atterraggi più sicuri per i futuri veicoli spaziali e potrebbe rivelarsi utile per la prossima grande missione della NASA su Marte, che fa parte del programma che porterà i campioni di rocce e suolo da Marte alla Terra per uno studio più dettagliato. Questa missione, chiamata Mars Sample Return, prevedrà l’impiego di due lander sulla superficie del Pianeta: un rover per recupererà i campioni di roccia messi da parte da Perseverance e un piccolo razzo che servirà a mandare i campioni in orbita, dove un altro veicolo spaziale li raccoglierà per riportarli sulla Terra.