Streptococco A nei bambini, quali sono i sintomi e come riconoscere l’infezione
In diverse zone d’Italia e, in particolare, a Roma, sono in tanti i bambini e gli adolescenti che in questo periodo sono assenti a scuola. E molti sono i genitori in fila in farmacia a chiedere un tampone. Questa volta, però, non c’entra il Covid-19. La causa è l’aumento dei contagi da Streptococco A, un gruppo di batteri che possono causare la scarlattina e molti altri problemi di salute, che vanno da malattie minori a patologie molto gravi e talvolta mortali. I sintomi più comuni dell’infezione possono includere febbre alta, mal di gola, dolore durante la deglutizione, ma anche gonfiori, arrossamenti ed eruzioni cutanee, a seconda dell’area colpita. Se non riconosciuti, rischiano di portare a complicanze, alcune delle quali sono conseguenti alla diffusione dell’infezione ai tessuti adiacenti mentre altre possono interessare anche organi distanti. Questo perché gli streptococchi di gruppo A sono diversi ceppi batterici in grado scatenare infezioni più gravi di altre, di cui il più significativo è lo Streptococcus pyogenes (S. pyogenes), un batterio emolitico di tipo beta, ovvero capace di produrre tossine, una delle quali, la streptolisina, è capace di distruggere i globuli rossi.
Quali sono i sintomi dell’infezione da Streptococco A
Molte specie di streptococchi del gruppo A risiedono nel corpo umano senza determinare conseguenze. Alcune, nello specifico, sono comunemente presenti nella gola e sulla pelle in maniera asintomatica, ma possono scatenare infezioni con sintomi che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono di lieve entità. A volte, le infezioni possono però essere associate a malattie gravi e pericolose per la salute.
I sintomi più precoci dell’infezione si manifestano dai due ai cinque giorni dopo il contagio (incubazione) e variano a seconda delle aree del corpo colpite – tra cui la gola, l’orecchio, il naso e la cute. I più comuni possono includere:
- febbre alta
- mal di gola
- dolore durante la deglutizione
- arrossamenti (tonsille rosse, talvolta con macchie bianche, o petecchie, piccole macchie rosse sul palato )
- gonfiori (linfonodi ingrossati nella parte anteriore del collo)
- eruzioni cutanee
- dolori muscolari
- capogiri, confusione
- pressione bassa
- nausea, vomito, dolori addominali
L’infezione da Streptococco di gruppo A, evidenziano gli esperti del centro Humanitas, presenta i suoi sintomi e malattie associate quando riesce a sopraffare le difese dell’organismo, ad esempio perché sono presenti ferite attraverso cui i batteri riescono a penetrare in profondità nei tessuti, oppure a causa di malattie che indeboliscono il sistema immunitario. La gravità della malattia può inoltre variare in relazione alla maggiore pericolosità di alcuni streptococchi del gruppo A, in grado di scatenare infezioni più severe in relazione ad esempio alla produzione di tossine.
Le malattie causate dallo Streptococco A
Come premesso, la maggior parte dei ceppi di Streptococco A scatena infezioni di lieve entità, come la faringite streptococcica (o tonsillite da streptococco) e infezioni della pelle (impetigine) che colpiscono soprattutto i bambini. Altre malattie associate all’infezione da Streptococco del gruppo A sono l’otite media (infezione dell’orecchio medio), la cellulite (infezione dei tessuti sottocutanei), la erisipela (una forma superficiale di cellulite) e la scarlattina (una malattia esantematica prevalentemente dell’infanzia) capace di determinare la classica eruzione scalattinica, che inizialmente appare sotto forma di piccole macchie rosse nella zona dell’inguine e delle ascelle, per poi diffondersi rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.
Se non trattate, alcune infezioni possono causare complicanze a volte anche gravi. Ad esempio, un’infezione dell’orecchio può diffondersi ai seni paranasali, causando la sinusite, oppure al processo mastoideo (la prominenza ossea dietro l’orecchio), determinando la mastoidite.
Altre complicanze sono la febbre reumatica (un’infiammazione che interessa le articolazioni, il cuore, la cute e il sistema nervoso) e la glomerulonefrite acuta (un’infiammazione dei glomeruli, la rete di vasi sanguigni del rene), e fascite necrotizzante (una severa infezione dei tessuti molli) e la sindrome da shock tossico (una risposta infiammatoria multisistemica). Gravi patologie associate all’infezione da Streptococco del gruppo A comprendono setticemie, polmoniti e, più raramente, endocarditi.
Come si trasmette l’infezione da Streptococco A
Gli streptococchi del gruppo A si trasmettono tramite:
- Inalazione di goccioline disperse nell’aria provenienti dalle secrezioni nasali o faringee emesse quando una persona infetta tossisce o starnutisce
- Contatto con ferite o ulcere cutanee infette
Di solito, precisano i manuali MSD, i batteri non si diffondono attraverso il contatto casuale, ma la trasmissione può avvenire negli ambienti affollati, come i dormitori, le scuole e le caserme militari. Ad ogni modo, per rendere non contagiosa un’infezione da Streptococco A è sufficiente un trattamento antibiotico di 24 ore. Tuttavia, per trattarla adeguatamente, è necessario portare a termine l’intera terapia antibiotica.
Come si cura e quanto dura l’infezione da Streptococco A
Il principio attivo per il trattamento sia delle infezioni lievi sia delle malattie più gravi da Streptococco del gruppo A è la penicillina (amoxicillina); in caso di allergia è possibile ricorrere all’eritromicina.
Generalmente, le infezioni che causano la faringite streptococcica e altre malattie di lieve entità si risolvono in 1-2 settimane. La terapia antibiotica abbrevia la durata dei sintomi nei bambini piccoli, mentre negli adolescenti e negli adulti può avere un effetto modesto sulla sintomatologia. In questi casi, febbre, mal di testa e mal di gola possono essere trattati con paracetamolo o con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Le altre infezioni, come la cellulite, possono essere trattate anche con altri antibiotici (come la dicloxacillina o la cefalexina) efficaci sia contro gli streptococchi sia contro gli stafilococchi, in assenza di coltura per identificare i batteri responsabili. Le infezioni più pericolose (come la fascite necrotizzante, l’endocardite e la cellulite grave) richiedono invece la somministrazione di penicillina per via endovenosa, talvolta associata ad altri antibiotici. La fascite necrotizzante, in particolare, viene trattata in un’unità di terapia intensiva e richiede la rimozione chirurgica del tessuto infetto e necrotico.