Straordinaria tempesta di meteore può colpire la Terra a fine maggio: cosa c’è da sapere
Nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 maggio potrebbe verificarsi uno tra gli spettacoli astronomici più incredibili e affascinanti, una tempesta di meteore, fenomeno decisamente più raro del tipico picco massimo di uno sciame meteorico. A regalarcelo – si spera – lo sciame delle Tau Ercolidi, “figlio” della cometa periodica 73P/Schwassmann-Wachmann, nota anche come SW3. Per capire cosa intendiamo, basta prendere come esempio le Perseidi, le “Lacrime di San Lorenzo”, che (quasi) ogni agosto ci offrono suggestive notti di stelle cadenti. Se le fiammate delle Perseidi possono raggiungere uno ZHR (ZHR – Zenithal Hourly Rate) di circa 100, cioè un centinaio di meteore all'ora, le tempeste di meteore hanno uno ZHR che arriva almeno a 1000. In parole semplici, nel cielo potrebbero manifestarsi migliaia di stelle cadenti ogni ora, un tripudio di scie luminose che in passato è stato scambiato per l'Apocalisse, come accadde per un exploit delle Leonidi nel 1833.
Purtroppo non è ancora possibile sapere se effettivamente avremo la fortuna di ammirare un simile spettacolo; ciò che è certo è che, qualora dovesse palesarsi, dall'Italia non avremmo comunque modo di apprezzarne il picco massimo. L'incontro con i detriti della cometa che potrebbero innescare la tempesta, infatti, è atteso per le 07:00 del mattino del 31 maggio, quando purtroppo il Sole si sarà già levato da parecchio nei cieli d'Italia (sorgerà alle 05:39 ora di Roma). Ma non bisogna disperare, perché si tratta di un fenomeno imprevedibile che potrebbe regalare sorprese nel corso della notte tra il 30 e il 31, fino all'alba. Ma perché uno sciame meteorico generalmente anonimo come quello delle Tau Ercolidi potrebbe dar vita a un evento così straordinario?
Tutto ha avuto inizio nel 1995, quando la cometa 73P/Schwassmann-Wachmann, avvistata per la prima volta nel 1930, si illuminò inaspettatamente a causa di una catastrofica frammentazione improvvisa, col rilascio di enormi quantità di polvere, gas e detriti, come spiegato su The Conversation dai professori Jonti Horner e Tanya Hill, rispettivamente docente di astrofisica presso l'Università del Queensland Occidentale e curatrice della sezione di Astronomia del Museo di Victoria. La cometa ha continuato a frammentarsi anche nel 2006, come mostrano le immagini spettacolari catturate dal Telescopio Spaziale Hubble. Alla fine di questo mese, la Terra incrocerà la scia di detriti prodotta dalla cometa a seguito del processo distruttivo; proprio per questo è possibile che possa verificarsi la tempesta di meteore.
Ma purtroppo, come indicato non è possibile prevedere che ciò si verificherà. Molto dipenderà dalla velocità dei frammenti della cometa; come sottolineato dall'astronomo della NASA Bill Cooke “sarà un evento tutto o niente”. “Se i detriti di SW3 dovessero viaggiare a più di 220 miglia orarie (354 km/h NDR) dopo la separazione dalla cometa, potremmo vedere una bella pioggia di meteoriti. Se i detriti avessero velocità di espulsione più lente, nulla raggiungerà la Terra e non ci saranno meteore da questa cometa”, ha aggiunto lo scienziato.
La speranza è che possa manifestarsi un evento analogo a quello della cometa 3D/Biela, che si distrusse in modo analogo a 73P/Schwassmann-Wachmann e diede vita a una incredibile tempesta meteorica nel novembre del 1872, con circa 3mila meteore all'ora. La differenza sostanziale, spiegano i due scienziati australiani Horner e Hill, risiede nel fatto che la Terra nel caso di 3D/Biela attraversò l'orbita della cometa dopo il suo passaggio, mentre per l'evento di fine maggio lo farà prima prima. Quindi i detriti dovrebbero essere proiettati in avanti e raggiungere la velocità indicata da Bill Cooke per innescare il fenomeno. Gli osservatori più fortunati saranno quelli del continente americano, ma come detto, potrebbero esserci sorprese anche per noi in Italia. Non resta che attendere la notte fra il 30 e il 31 maggio per scoprirlo, quando dovremmo osservare il cielo occidentale, nell'area della stella Arcturus, sita nel cuore della costellazione di Boote.