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Straordinari embrioni fossili di oltre mezzo miliardo di anni scoperti in Cina: le immagini

Nella formazione paleontologica di Kuanchuanpu, nella Cina meridionale, gli scienziati hanno rinvenuto sette embrioni fossili di creature antichissime, vissute circa 535 milioni di anni fa. Hanno mantenuto incredibili dettagli tridimensionali. Hanno la forma di sacco, non hanno arti e non presentano orifizi. Sono tra i nostri più antichi antenati mai scoperti.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione di Saccorhytus coronarius, una creatura del Cambriano strettamente imparentata con gli embrioni fossili. Credit: Nobu Tamura
Illustrazione di Saccorhytus coronarius, una creatura del Cambriano strettamente imparentata con gli embrioni fossili. Credit: Nobu Tamura

Ricercatori cinesi hanno scoperto minuscoli embrioni fossili di organismi misteriosi vissuti oltre mezzo miliardo di anni fa, all'inizio del Cambriano, uno dei periodo geologici più significativi per quel che concerne la biodiversità. Queste creature, dalla caratteristica forma a sacco, secondo i paleontologi appartengono al clade degli Ecdysozoa, il grande gruppo tassonomico a cui appartengono molteplici invertebrati. Fra essi insetti, crostacei, tardigradi, nematodi, onicofori, collemboli e animali estinti come i trilobiti. Le sette minuscole sferule rinvenute nella formazione paleontologica di Kuanchuanpu (nella provincia meridionale dello Shaanxi) rappresentano molto probabilmente le forme ancestrali degli Ecdysozoa, che solo in una fase successiva avrebbero sviluppato la forma a “verme”, per poi diversificarsi in una moltitudine di forme biologiche.

È molto difficile che gli embrioni fossili di invertebrati riescano a fossilizzarsi, ma la Formazione Kuanchuanpu della Cina è nota per ospitare diversi fossili di organismi nella fase iniziale dello sviluppo. In questo caso i tessuti molli dei minuscoli embrioni, le cui dimensioni spaziano dai 730 micrometri al millimetro, sono stati sostituiti con successo dai minerali di calcio e fosfato e hanno mantenuto una meravigliosa struttura tridimensionale, che ci offre uno sguardo senza precedenti su creature vissute in mare circa 535 milioni di anni fa nel Fortuniano, la prima parte del Cambriano. Sebbene la vita sulla Terra sia comparsa 3,7 miliardi di anni fa con lo sviluppo di microbi unicellulari, solo molto tempo sono emersi i primi organismi pluricellulari. La vita ha subito un'esplosione di diversità proprio nel Cambriano (541 – 485 milioni di anni fa), quando sono apparsi importanti gruppi tassonomici presenti ancora oggi, come meduse, spugne e brachiopodi. Loro contemporanei erano anche questi minuscoli “sacchetti” dotati di caratteristiche peculiari.

A descriverli è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati cinesi dell'Università di Chang'an, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Laboratorio statale chiave di paleobiologia e stratigrafia, Istituto di geologia e paleontologia di Nanchino (Accademia cinese delle scienze) e il Dipartimento di Geologia dell'Università di Lund (Svezia). I ricercatori, coordinati dal professor Mingjin Liu, docente presso la Scuola di Scienze della Terra dell'ateneo cinese, hanno analizzato a fondo con varie tecniche i minuscoli fossili, che erano stati recuperati decenni addietro nella Formazione Kuanchuanpu. Tra le caratteristiche più significative, oltre alla forma a “sacchetto”, la presenza di peculiare placche epidermiche chiamate scleriti, disposte radialmente sulla testa e bilateralmente sulla "coda". Ciò suggerisce la presenza della simmetria bilaterale: ciò significa che queste creature avevano un lato destro e uno sinistro, non una simmetria raggiata come quella che vediamo nei ricci di mare. Sono inoltre privi di qualunque orifizio, quindi di una bocca o di un ano.

Ciò, secondo gli autori dello studio, dipende dallo stadio dello sviluppo in cui sono stati trovati. “Le dimensioni relativamente grandi dell'embrione indicano uova ricche di tuorlo e la presenza di cuticola implica che gli embrioni siano in stadi embrionali successivi, probabilmente prossimi alla schiusa”, hanno spiegato Liu e colleghi nell'abstract dello studio. Poiché non sono disponibili esemplari schiusi, gli scienziati ritengono che queste creature potessero prendere due vie diverse per svilupparsi: una indiretta, tramite una larva che si nutriva di tuorlo dopo la schiusa; e una diretta. La differenza è sostanziale, perché nel primo caso la forma finale dell'adulto non è nota, mentre nel secondo si manterebbe quella a sacco, già vista nella creatura Saccorhytus coronarius. Fu trovata anch'essa nella stessa formazione cinese ed è considerata tra i più antichi antenati dell'essere umano. Questo animali di oltre mezzo miliardo di anni fa non avevano arti né un ano, ma una grande bocca e simmetria bilaterale.

In base alla disposizione degli scleriti degli embrioni fossili appena descritti, i ricercatori hanno identificato due specie: Saccus xixiangensis e Saccus necopinus. Molto probabilmente erano parenti stretti di Saccorhytus coronarius. È grazie allo studio di creature antichissime come questo che possiamo comprendere meglio la biologia dello sviluppo e come si è voluta la vita nel corso di centinaia di milioni di anni, fino ad arrivare ai giorni nostri. I dettagli della ricerca “New ecdysozoan fossil embryos from the basal Cambrian of China” sono stati pubblicati su Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology.

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