Stop agli animali nei circhi, presidente LAV spiega tempi della legge e destino degli esemplari
Nei giorni scorsi è stata definitivamente approvata dalla Camera la nuova legge delega in materia di spettacolo, che ha tra gli obiettivi più virtuosi lo stop all'utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. Al documento dovrà seguire un Decreto Legislativo attuativo del Ministero della Cultura che porterà alla messa al bando (graduale) degli animali da tali esibizioni. Il divieto, del resto, è stato già deciso in oltre venti Paesi dell'Unione Europea e viene chiesto a gran voce dalla grande maggioranza dei cittadini italiani, come dimostrato da diversi sondaggi. È considerato un passo in avanti fondamentale sotto il profilo etico e della civiltà, che ha come scopo principe il benessere e la dignità delle specie sfruttate. Per comprendere meglio i termini di questa legge, le tempistiche di attuazione, il destino degli animali e i possibili scenari futuri – anche alla luce dell'attuale crisi di Governo – abbiamo intervistato il dottor Gianluca Felicetti, presidente della LAV (Lega antivivisezione italiana), da sempre in prima linea nel promuovere la messa al bando degli animali dagli spettacoli circensi. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dottor Felicetti, recentemente è stata approvata questa importante legge delega in materia di spettacolo. Ci spieghi cosa succede adesso dal punto di vista normativo e quanto tempo ci vorrà per vederla attuata
La legge è stata appena approvata e tra qualche giorno andrà in Gazzetta Ufficiale. Da lì scatteranno formalmente i 9 mesi e i 15 giorni che si danno dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale affinché il governo, qualunque esso sia, attui la legge delega. Il passo in avanti del voto definitivo della Camera dell'approvazione della legge è necessario, propedeutico alla realizzazione dello stop all'uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. Quest'ultima è un'aggiunta cui noi teniamo molto; è stata inserita nella precedente legge delega proprio grazie a un emendamento da noi suggerito perché in Italia la norma sugli spettacoli viaggianti è parallela a quella dei circhi. Dentro vi è un coacervo di attività di spettacolo, dove vi sono anche attività – chiamiamole paracircensi – che utilizzano un numero non indifferente di animali.
Quali sono gli step successivi, anche alla luce della crisi di governo in atto?
Questa è la seconda legge delega sullo spettacolo che il governo ha, la precedente era del 2018, sempre col ministro Franceschini come proponente, e che ha poi visto il suo successore ministro Bonisoli – quello del primo governo Conte – non portarla a compimento. La legge potrà essere una specifica su circhi e spettacoli viaggianti così come un capitolo di una legge complessiva di riordino dello spettacolo. Perché il governo così ha deciso. I tempi generali valgono sia per un Franceschini in carica (oggi), sia per un Franceschini dimissionario (domani), come tutto il governo. Anche per un nuovo ministro, con o senza elezioni. La fine naturale della legislatura è febbraio prossimo e il nostro augurio è di una rapida attuazione. Lo è anche dei lavoratori dello spettacolo, dato che questa norma generale è molto importante da un punto di vista remunerativo per chi si occupa di spettacolo, dai cantanti lirici dei teatri dell'opera pubblici a chi danza. Lo strumento legge delega è un po' particolare, perché non è una legge che dice subito "si deve fare così e così e chi viola queste regole ha questa sanzione", ma è uno strumento applicato in vari settori nel quale il Parlamento – a favore o contrario – delega il governo a realizzare uno o più decreti legislativi attuativi. Oggi posso fare solo degli scenari. Nello scenario 1 rientrano le dimissioni, il governo arriva fino alla fine naturale della legislatura (quindi febbraio prossimo) e rimane quindi il ministro Franceschini, che è anche l'autore della prima e della seconda legge delega. Tutto fa pensare che Franceschini – noi ce lo auguriamo – già a settembre possa presentare il decreto legislativo attuativo. Anche perché in tema di circhi e spettacoli viaggianti il ministro e il suo Ministero della Cultura hanno già un loro testo, che era stato messo a punto per il precedente decreto legislativo attuativo che poi non è stato presentato. Questo perché il governo Conte venne sostituito dal governo Conte 2 e i termini temporali della legge delega erano praticamente terminati. Nello scenario 2 il governo conferma le dimissioni e si va ad elezioni anticipate. Da un punto di vista formale il ministro Franceschini seppur dimissionario può presentare il decreto legislativo attuativo, ma è evidente che questo deve andare all'esame per parere del Parlamento che uscirà dalle elezioni anticipate. Quindi avremo un ministro che può essere diverso da Franceschini (nel suo genere ha un piccolo record di continuità e conferme a prescindere dal governo). Con elezioni anticipate potrebbero esserci un governo di diverso colore e un ministro Mario Rossi: lui avrà in mano l'attuazione della legge delega, sempre nei termini previsti dei nove mesi e quindici giorni. È evidente che noi siamo preoccupati da questo scenario, perché se il ministro non sarà favorevole all'attuazione di questo principio, se questo ministro sarà uno dei pochi deputati e senatori che si sono astenuti o che hanno votato contro tra Camera e Senato su questo aspetto specifico degli animali nei circhi, è evidente che potrà far cadere la delega, non esercitarla. Sarà nei suoi pieni poteri di ministro. Quindi ritorneremmo per la seconda volta alla casella zero, come in un gioco dell'oca.
Siete ottimisti?
La parte positiva di noi ci fa dire che è un provvedimento preso da tanti Paesi europei ed extraeuropei. Va anche considerato che – questo è un dato politico oggettivo – in questa seconda legge delega, approvata in via definitiva la scorsa settimana, tra Camera e Senato a differenza della prima volta di quattro anni fa non vi è stato alcun emendamento contrario all'entrata in vigore. Noi sappiamo che ovviamente vi è una parte che noi definiamo miope, anzi cieca, del mondo circense che non vede che l'uscita dagli animali dai circhi non solo è un aspetto eticamente positivo (questo possono anche non considerarlo), ma che per loro è anche un'opportunità di rilancio dell'attività artistica. Se vogliamo anche un modo per scrollarsi di dosso 40 anni di manifestazioni, proposte di legge, polemiche pubbliche, diminuzione del numero degli spettatori che non torneranno mai sotto a un tendone fino a quando non usciranno gli animali. Tutti i sondaggi – si trovano anche citati nel nostro comunicato della scorsa settimana – dicono che la stragrande maggioranza degli italiani a seconda dei sondaggi (73 – 80 percento, se non di più) è contraria all'utilizzo degli animali nei circhi. Questi sono un po' gli scenari della situazione. Il nostro appello al ministro Franceschini è di tirar fuori subito dal cassetto del suo ministero questo testo.
Nel caso in cui la legge delega dovesse essere attuata tramite decreto legislativo, in quanto tempo diremo effettivamente addio agli animali nei circhi?
Il ministro Bonisoli, il predecessore di Franceschini, aveva ascoltato sia noi di LAV sia l'ente nazionale circhi e aveva fatto un buon lavoro di tessitura nel testo. Si fissava in due anni dall'entrata in vigore della legge attuativa il termine per lo stop all'esibizione degli animali, con un immediato divieto di riproduzione e di nuove acquisizioni di animali nei circhi. La legge delega approvata in via definitiva a luglio 2022 ha stabilito che i circhi e gli spettacoli viaggianti non possono più far riprodurre i propri animali e non possono acquisirne di nuovi da subito. Se la legge dovesse uscire a settembre, diciamo che gli animali che già hanno non potranno più essere fatti esibire dal 1 ottobre 2024. È previsto uno strumento da parte del ministero della Cultura di incentivo economico per questo passaggio. Ovviamente vanno previsti dei contributi economici affinché questo cambiamento avvenga diciamo senza polemiche.
Quindi se tutto andrà come deve ci saranno queste esibizioni per un massimo di due anni
Noi come LAV siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere questa dismissione, per favorirla. Siamo pronti – e riteniamo lo sia tutta l'Italia contraria all'utilizzo degli animali – a preferire e pubblicizzare comunque i circhi che volontariamente anticiperanno questa data. Questa è una data massima. Nel frattempo il ministero dovrà prevedere degli aiuti economici. È previsto nello schema del decreto legislativo attuativo.
Che fine faranno gli animali dei circhi quando non potranno più essere utilizzati negli spettacoli? Tigri e leoni, per fare un esempio, sono molto costosi da mantenere e i circensi non facendoli esibire potrebbero avere difficoltà a nutrirli, per ipotesi. Verranno trasferiti in rifugi e riserve?
Gli animali rimangono di proprietà dei circhi. Volenti o nolenti gli animali sono una loro proprietà privata e per essi dovranno trovare la migliore sistemazione possibile. Per legge non potevano essere sottratti alla loro proprietà. LAV da qualche anno è diventata custode giudiziaria degli animali di un intero circo che è stato sequestrato in Sardegna. Per questi animali LAV ha trovato una sistemazione. Alcuni sono presso il Centro di recupero di animali selvatici ed esotici di Semproniano in Maremma, dove ormai da diversi anni a spese dei nostri soci questi animali – tra cui anche grandi felini – hanno una vita degna di essere vissuta. Tenendo conto che gran parte di questi animali non è e non sarà possibile riportarla in natura. La LAV sicuramente – ma mi sento di dire tutte le associazioni animaliste – sono pronte a fare la loro parte. Sia in Italia sia nel resto d'Europa. È chiaro che noi possiamo offrire la nostra disponibilità. Riteniamo che lo Stato con questi contributi ai circensi possa favorire la migliore dismissione possibile. Mettiamo anche nel conto che, essendo animali di proprietà privata, possano non esibirsi più in Italia ma nei residuali Paesi europei che permettono l'utilizzo degli animali nei circhi. Ce n'è ancora qualcuno dell'Est. Potrebbero anche cederli ad altri circhi o agli zoo, per esempio. È nelle cose. L'importante è che si arresti la nascita, la riproduzione, la cattura in natura e la schiavitù di ulteriori nuovi animali. Tra i 2mila animali stimati presso i circhi italiani, circa 500 di questi sono cavalli e non hanno difficoltà particolari, se non quello del numero importante. Altri 1500 possono essere gestiti anche nei centri di recupero italiani ed europei. Per alcuni di questi, pensiamo ad esempio agli elefanti, non esiste al mondo un centro di recupero elefanti da circhi. Sarà quindi un bel tema di sviluppo per l'attività anche della nostra associazione come disponibilità. LAV, qualche anno fa, grazie al contributo dei propri soci ha potuto acquistare quasi 25 ettari attigui al Centro di recupero animali selvatici ed esotici di Semproniano, che è privato, dove noi già sosteniamo l'accudimento di animali. Eravamo pronti 2 anni fa. Siamo di nuovo pronti a poter allestire una serie di aree di questi terreni per poter realizzare nuove case per animali dismessi dai circhi. È evidente che il numero di alcune specie di animali, la loro complessità – ho fatto l'esempio degli elefanti – dovrà portarci a sederci attorno a un tavolo con il ministero della Cultura, il ministero della Transizione Ecologica, il ministero della Salute (che ha competenza riguardo ai controlli veterinari) e con gli stessi circensi per poter trovare una soluzione. Se vorranno loro. Questi animali volenti o nolenti non potranno essere sottratti, quindi giuridicamente la responsabilità è loro. Noi siamo disponibili, lo Stato dovrà essere disponibile a fare una sua parte, per poter trovare una sistemazione migliore per questi animali per gli anni di vita naturale che gli rimangono davanti.
Ci sarà anche l'opportunità di portarne qualcuno in una riserva nel proprio Paese d'origine? Magari con la collaborazione di qualche grande associazione internazionale?
Noi collaboriamo con due di queste associazioni (parlo di associazioni straniere) che più di altre si sono specializzate. Una è l'inglese Born Free Foundation, che è la Fondazione Nata Libera. Anni fa mandavano i telefilm della serie “Nata Libera” in cui i protagonisti erano due inglesi andati in Africa e rimasti lì. Con loro c'era la leonessa Elsa. Hanno poi fondato l'associazione Nata Libera. Una leonessa a Semproniano è loro, mentre un leone che è lì da un sequestro da circhi è sotto la custodia giudiziaria di LAV. Per una causa giudiziaria che abbiamo vinto in via definitiva proprio qualche settimana fa. Il sequestro avvenne in Sardegna. Il trasporto fu particolarmente importante tra imbarco per nave e l'arrivo in Toscana.
Per quanto concerne le sanzioni, chi vigilerà sul rispetto di queste norme? Nella legge sul tavolo del ministro Franceschini già sono previste?
Le violazioni sono chiaramente perseguibili da tutti gli organi di polizia. In Italia per quanto riguarda le condizioni degli animali vi sono dei corpi specializzati. I carabinieri forestali per un verso, i carabinieri NAS per un altro. Nonché per il trasporto degli animali. Dobbiamo tener conto che questi animali dovranno e potranno essere trasportati in nuove sistemazioni, ma pensare anche che possa esserci qualcuno che intenda violare la norma, acquisendo nuovi animali. La Polizia Stradale, comparto della Polizia di Stato, ha sviluppato delle importanti competenze proprio sul trasporto degli animali negli ultimi anni, con corsi di formazione in tutta Italia, con collaborazioni con i servizi veterinari pubblici e le associazioni come la LAV. Molti di questi animali non si possono mettere nel bagagliaio di un'auto, quindi il trasporto e la loro presenza è ben visibile. Il decreto legislativo attuativo nel testo che ha il ministero della Cultura ovviamente comprendeva tutta una serie di sanzioni rispetto a chi non dovesse poi rispettare i termini.
Chiusura e sequestro degli animali immaginiamo siano elementi previsti
Assolutamente sì. E dato che sono esibizioni pubbliche, la parte più importante e delicata dell'applicazione non è questa. Chiunque del pubblico nell'era dei social può diffondere facilmente le immagini di un'esibizione vietata di un animale in un circo. Sarebbe facilmente identificabile. È la questione del divieto di riproduzione, che è più oggettivamente difficile da controllare. Serve un censimento ufficiale degli animali dei circhi al momento dell'uscita della legge. Oggi se si chiede al ministero della Cultura quanti animali ci sono nei circhi ti risponde “non lo sappiamo”. Il numero degli animali che esce è una stima ormai consolidata. Il ministero della Cultura sa quanti sono i circhi registrati in Italia. È il limite di una legge che abbiamo in Italia del 1968. L'ex ministero dell'Ambiente non ha mai considerato come suo questo argomento, proprio perché era in capo al ministero dello Spettacolo o della Cultura (ha cambiato vari nomi). Inoltre c'è il ministero della Salute che gestisce i controlli veterinari, le ASL sono delle Regioni, non sono del ministero. C'è anche un aspetto chiamiamolo “intricato” della gestione. All'uscita della legge il circo Mario Rossi dovrà dichiarare con controlli dei carabinieri forestali che ad esempio ha due cammelli microchippati, identificati, maschi, con certificato di acquisizione etc etc. Se uno controlla dopo sei mesi e i cammelli e i dromedari sono diventati 12 è ovvio che c'è un problema.
I parchi acquatici che hanno spettacoli con delfini, foche e pinguini saranno interessati da questa legge oppure no?
Purtroppo la normativa italiana è divisa a comparti e in alcuni casi in modo irragionevole. Quindi gli spettacoli di animali che si svolgono per esempio negli ultimi due delfinari italiani, che sono Oltremare a Riccione e lo Zoomarine in provincia di Roma, non rientrano formalmente nella competenza del ministero della Cultura, ma del ministero della Transizione Ecologica. Questo perché sono considerati “parenti più prossimi agli acquari e quindi agli zoo”. Noi avevamo chiesto alla prima stesura del testo presso il ministero che si intervenisse anche su quelli che noi definiamo circhi d'acqua. Con l'appello a Franceschini ad attuare la legge rinnoviamo anche l'appello a prevedere l'applicazione di questa previsione per i circhi d'acqua. Perché questo è stato già espressamente previsto da altri Paesi europei e perché in Italia per motivi vari, o di sequestri per maltrattamenti di animali, come per il delfinario di Rimini, o per mancanza e diminuzione degli spettatori, man mano dei delfinari sono stati chiusi. Ne rimangono solo due. Noi siamo contrari anche alla sola detenzione degli animali. Facciamo appello affinché la norma si applichi anche agli ultimi due circhi d'acqua. Questo era uno dei punti diciamo rimasti in sospeso del testo Bonisoli. Teniamo anche conto che alcuni delfinari erano riconosciuti come spettacoli viaggianti, una contraddizione nei termini. Il delfinario di Rimini era riconosciuto dal prefetto – per una legge che risale agli anni '30 – come spettacolo viaggiante. Se invece la struttura è riconosciuta come acquario che fa anche esibizioni di animali, la competenza passa al ministero della Transizione Ecologica in base a un'altra legge che deriva da una direttiva europea.