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Cambiamenti climatici

“Sta rallentando la Terra, allungando la durata dei giorni”: il preoccupante fenomeno visto dallo spazio

Il tempo impiegato dalla Terra per compiere una rotazione completa attorno al proprio asse sta aumentando, allungando così la durata dei giorni sul nostro pianeta: la variazione accade a un ritmo “senza precedenti” dicono gli esperti. Ecco perché.
A cura di Valeria Aiello
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La Terra sta impiegando più tempo a completare una rotazione completa attorno al proprio asse, determinando un allungamento della durata dei giorni: il fenomeno, dettagliato in uno studio appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato osservato da un team internazionale di ricerca che, oltre agli effetti dovuti all’attrito esercitato dalle maree indotte dalla Luna – il più noto e importante fattore che influenza la velocità di rotazione del nostro pianeta – ha osservato l’effetto “senza precedenti di un fenomeno che dal 1900 ad oggi ha già allungato in maniera significativa la durata delle nostre giornate.

Il fenomeno, nello specifico, è associato alle variazioni climatiche che si stanno registrando sulla Terra, o meglio, agli effetti che il riscaldamento globale sta avendo sullo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. La progressiva perdita di ghiaccio, vertiginosamente accelerata negli ultimi decenni, ha infatti prodotto un importante innalzamento del livello del mare, creando una maggiore massa attorno all’equatore che accentua il rigonfiamento equatoriale e che, di conseguenza, rallenta la velocità di rotazione della Terra.

È come quando una pattinatrice artistica fa una piroetta, prima tenendo le braccia vicine al corpo e poi distendendole – spiega Benedikt Soja, coautore dello studio e professore associato di geodesia spaziale presso l’Università svizzera ETH di Zurigo – . La rotazione, inizialmente rapida, diventa più lenta perché le masse si allontanano dall’asse di rotazione, aumentando l’inerzia fisica”.

In precedenza, gli scienziati avevano già individuato un collegamento tra lo scioglimento dei ghiacci polari e l’allungamento del giorno, ma nella nuova ricerca gli studiosi hanno calcolato che, senza una concreta azione volta a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’impatto del cambiamento climatico sulla durata delle giornate potrebbe addirittura superare gli effetti legati all’attrito prodotto alle maree lunari.

Perché i giorni sulla Terra stanno diventando più lunghi

La rotazione della Terra attorno al proprio asse (che definisce la durata di un giorno sul nostro pianeta) non avviene a velocità costante, ma viene influenzata da diversi fattori: il principale è legato all’attrazione gravitazionale della Luna, che esercita la sua azione sugli oceani, in un processo noto come “attrito mareale” che, nel corso di milioni di anni, ha prodotto una graduale decelerazione di circa 2,40 millisecondi ogni 100 anni.

C’è però un altro fattore che sta sempre più rallentando la velocità di rotazione terrestre e che ha già fatto sì che la durata del giorno variasse da 0,3 a 1 millisecondo nel XX secolo: si tratta, come detto, dell’aumento della massa d’acqua attorno all’equatore, che sta incrementando come conseguenza dell’innalzamento del livello del mare legato allo scioglimento di ghiacci e calotte polari.

Secondo i calcoli degli studiosi, negli ultimi due decenni, questo fenomeno ha determinato un allungamento della durata del giorno di 1,33 millisecondi per secolo.

Rappresenta un incremento significativamente più alto rispetto a qualsiasi altro momento del XX secolo” ha aggiunto il professor Soja che, per calcolare l’entità del rallentamento della rotazione terrestre, insieme ai colleghi ha utilizzato tecniche di osservazione come l’interferometria a lunghissima base, grazie alla quale ha misurato le differenze di tempo che i segnali radio provenienti dallo spazio impiegano a raggiungere diversi punti sulla Terra, sfruttando tale differenza per dedurre variazioni nell’orientamento del pianeta e nella durata del giorno.

Gli studiosi hanno inoltre usato il Global Positioning System (GPS), che misura la rotazione terrestre con estrema precisione, di circa un centesimo di millisecondo, e persino esaminato registrazioni di eclissi risalenti a millenni fa. Dall’analisi di tutti questi dati è tuttavia emerso che, se non riusciremo a tenere a freno l’inquinamento che riscalda il pianeta, la situazione è destinata a peggiorare: le proiezioni negli scenari ad alte emissioni di gas serra suggeriscono infatti che la durata del giorno potrebbe aumentare anche di 2,62 millisecondi entro il 2100, superando gli impatti legati all’attrito prodotto dalle maree.

Una variazione praticamente impercettibile per gli esseri umani ma che ha “sicuramente molte implicazioni nella navigazione spaziale e terrestre” ha affermato il coautore dello studio, Surendra Adhikari del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Del resto, conoscere l’esatto orientamento della Terra in un dato momento è ad esempio fondamentale quando si cerca di comunicare con un veicolo spaziale, come le sonde Voyager che attualmente si trovano ben oltre il nostro Sistema solare, dove anche una piccola deviazione può tradursi in chilometri di distanza al momento di raggiungere la destinazione.

Un’altra conseguenza del rallentamento della rotazione terrestre e dell’allungamento dei giorni potrebbe essere rappresentata dalla correzione “negativa” che verrebbe applicata agli orologi atomici, in modo da sincronizzare il tempo universale coordinato (UTC) con il ritardo accumulato dalla rotazione terrestre.

Finora, questa correzione è stata applicata solo in senso positivo, con l’aggiunta del secondo intercalare (l’ultimo è stato aggiunto il 31 dicembre 2016), il che non ha rappresentato una particolare preoccupazione per chi si occupa di internet e di sistemi operativi. Diversa invece la questione in caso di sottrazione, per cui c’è già chi teme possano verificarsi complicazioni.

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