Squalo attacca e uccide turista italiano in Colombia: di che specie si tratta
Un turista italiano di 56 anni è stato attaccato e ucciso da uno squalo nelle acque innanzi all'isola di San Andrés, in Colombia. L'uomo, secondo quanto riportato da colombia.com, non avrebbe ascoltato l'avvertimento diretto di non entrare nelle acque oceaniche, proprio a causa della presenza degli squali. L'avviso era stato diramato da funzionari di Coralina, un ente impegnato nello sviluppo sostenibile dell'arcipelago di San Andrés e Providencia. Stando ai media locali era nota la presenza di due grandi squali tigre (Galeocerdo cuvier) nelle acque dell'arcipelago; sarebbe stato proprio uno di questi pesci ad aggredire mortalmente l'uomo, originario di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo. Lo squalo tigre avrebbe inferto gravissime ferite alla gamba destra del turista, provocandone la morte per dissanguamento. Le urla dell'uomo hanno richiamato l'attenzione di alcuni residenti, che lo hanno tirato fuori dall'acqua e trasportato immediatamente all'ospedale, ma è giunto privo di segni vitali, come specificato dalla dottoressa Erika Palacios, vicedirettore scientifico dell'ospedale dipartimentale di San Andrés.
Lo squalo tigre è un predatore apicale con una lunghezza media di oltre 5 metri. I più grandi possono raggiungere una lunghezza di 7,5 metri e un peso superiore agli 800 chilogrammi, come riportato nei record di fishbase.in. Questi pesci cartilaginei vivono in molte acque temperate e tropicali del mondo, ma la presenza nel Mar Mediterraneo non è ancora ben compresa. Alcuni esemplari sono stati avvistati al largo della Libia diversi anni fa, ma non è noto se si tratti di una specie “residente o vagante”, come specificato dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Il maggior numero di avvistamenti viene fatto nell'Oceano Pacifico.
Lo squalo tigre, come praticamente tutte le altre specie di selaci, è severamente minacciata dall'uomo, che ne ha fatto crollare le popolazioni. Attualmente è classificato con codice NT (prossimo alla minaccia) nella Lista Rossa della IUCN. Si tratta di un pesce pelagico rapido e agile, noto per catturare un ampio numero di prede; tra esse figurano foche, pesci, uccelli, molluschi, crostacei, rettili (tartarughe e serpenti marini), delfini e altri squali. Il tigre, così chiamato per le strie brune verticali sul dorso, è considerato uno di quelli potenzialmente più pericolosi per l'uomo, anche se gli attacchi segnalati sono rari. Le maggiori probabilità di incontro con questi squali rispetto ad altri (come lo squalo bianco) è legato anche al fatto che gli squali tigre frequentano di più aree costiere, scogliere, foci dei fiumi, porti e acque basse. Alle Hawaii gli attacchi si verificano più di frequente tra settembre e novembre, quando le femmine si avvicinano alle coste per partorire. Agli onori della cronaca è balzato l'incidente occorso alla campionessa di surf Bethany Hamilton, che perse un braccio nel 2003 a seguito dell'attacco di uno squalo tigre. Ma come indicato si tratta di eventi rari e sporadici, dovuti sempre al fatto che è l'uomo a invadere l'habitat naturale di un predatore e non il contrario.
Anche nelle acque dell'arcipelago colombiano di San Andrés dove ha perso la vita il turista italiano gli attacchi sono sono considerati non comuni. Quelli mortali sono ancora più rari. Del resto l'essere umano non rientra affatto tra le prede naturali di questi pesci, che a volte “assaggiano” soltanto per capire con cosa hanno a che fare, prima di mollare la presa. In generale gli attacchi letali degli squali sono molti di meno di quel che si possa immaginare. Basti pensare che ogni anno, secondo una classifica pubblicata sul blog di Bill Gates, questi animali uccidono mediamente una decina di persone. Sono molte di meno rispetto alle 725mila vittime provocate dalle zanzare; alle 425mila dovute ad altri esseri umani; alle 50mila dei serpenti; alle 25.000 dei cani; alle 1.000 dei coccodrilli; alle 500 degli ippopotami e alle 100 degli elefanti. L'uomo ogni anno uccide fino a 273 milioni di squali, una strage che ha determinato un crollo del 70 percento delle popolazioni mondiali in solo mezzo secolo. Molte specie sono state portate sull'orlo dell'estinzione a causa della barbara pratica dello spinnamento (shark finning).