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Squali che divorano cocaina: ecco cosa sta succedendo nei mari della Florida

Comportamenti anomali e irregolari, osservati in alcuni esemplari che popolano le acque delle Florida Keys, potrebbero essere il risultato dell’ingestione di balle di cocaina gettate in mare dai narcotrafficanti.
A cura di Valeria Aiello
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Comportamenti anomali e reazioni irregolari: è quanto si osserva negli squali che vivono nelle acque delle Florida Keys, famose per la loro bellezza ma recentemente balzate alla cronaca per il sospetto che i predatori marini che le popolano stiano divorando le balle di cocaina che i narcotrafficanti spesso gettano in mare per eludere i controlli. Per comprendere l’entità del problema, basti pensare che, solo nell’ultimo mese, la Guardia Costiera degli Stati Uniti ha sequestrato fino 6.400 chilogrammi di cocaina nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Atlantico, per un valore stimato di 186 milioni di dollari.

Con così tanta cocaina che finisce in mare e che rischia di essere ingerita dalle migliaia di squali al largo della Florida, il biologo marino Tom “The Blowfish” Hird insieme alla scienziata ambientale Tracy Fanara dell’Università della Florida hanno voluto fare luce sulla questione, conducendo alcuni esperimenti per valutare i comportamenti degli squali e la loro reazione alle balle di cocaina che cadono in mare.

Nei test, ripresi dalle telecamere di Discovery Channel nell’ambito del documentario “Cocaine Sharks, Hird e Fanara si sono immersi con gli squali, alla ricerca di comportamenti insoliti, per poi esaminare quale fosse la risposta degli animali a pacchetti simili per dimensioni alle balle di cocaina che cadono in acqua. In uno di questi esperimenti, quando i pacchetti sono stati posti accanto a dei cigni finti, i due ricercatori hanno osservato che gli squali si sono diretti dritti verso le balle, mordendole, e in qualche caso, afferrandone una e nuotando via con essa. In un altro test, Hird e Fanara hanno fatto cadere false balle di cocaina direttamente da un aereo, per simulare il lancio della droga nella vita reale, e diverse specie di squali, inclusi gli squali tigre (Galeocerdo cuvier), si sono diretti nell’area.

Riguardo invece ai comportamenti insoliti, il team ha documentato lo strano atteggiamento di squalo martello (Sphyrna mokarran), una specie che normalmente diffida degli umani e che invece ha puntato dritto alla troupe. Anche uno squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) sembrava avere un comportamento singolare, dando l’impressione di essersi fissato su qualcosa e nuotando in cerchi stretti, nonostante non ci fosse nulla in vista.

Hird ha voluto precisare che quanto osservato non mostra necessariamente che gli squali della Florida consumino cocaina e che una moltitudine di fattori potrebbero spiegare il comportamento osservato nelle riprese. Ma ha anche detto che spera che il documentario porti a ulteriori ricerche nella zona, oltre a indagini su tessuti e sangue degli squali, al fine di stabilire l’eventuale presenza di tracce di cocaina in questi animali.

Il tema delle balle di cocaina scaricate in mare allarga i confini del più noto problema dei residui di sostanze stupefacenti che quotidianamente finiscono nei corsi d’acqua attraverso gli scarichi domestici. Anche le migliaia di squali al largo della Florida, già minacciati dai cambiamenti climatici e dalle catture, potrebbero essere quindi esposti alle droghe in misura uguale se non maggiore rispetto ad altre specie, per le quali l’impatto dell’accumulo di queste sostanze è stato ben documentato in torrenti e bacini di acqua dolce in diverse regioni.

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