Sono arrivate le avocette: le immagini dei bellissimi uccelli con il becco all’insù

Tra le molte specie impegnate nella migrazione primaverile vi è anche l'avocetta (Recurvirostra avosetta), uno degli uccelli più belli ed eleganti della fauna italiana. Come lo splendido cavaliere d'Italia di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi, l'avocetta appartiene all'ampio ordine dei caradriformi (Charadriiformes) e alla famiglia dei recurvirostridi (Recurvirostridae). Le due specie sono strettamente imparentate. Si tratta di uccelli limicoli – cioè che frequentano zone umide e fangosi come saline e lagune – caratterizzati da zampe slanciate e becco lungo e sottile. Quest'ultimo è molto particolare nell'avocetta poiché risulta incurvato all'insù. Il nome latino del genere (Recurvirostra) sta proprio a indicare la peculiare e inconfondibile caratteristica anatomica, che dona a questo uccello un aspetto molto nobile ed elegante, quasi regale.

Il piumaggio dell'avocetta è prevalentemente bianco candido alternato da dettagli neri sul dorso, sulle ali e sulla testa. Le lunghe zampe con piedi palmati presentano invece un bel colore tendente al celeste o blu-ardesia. In volo le avocette sono bellissime ed estremamente aggraziate. Hanno dimensioni medie, con una lunghezza massima di circa 45 centimetri e un'apertura alare che può sfiorare gli 80 centimetri negli esemplari più grandi. Il becco nero, lungo circa 8 centimetri, è sottile e come indicato incurvato all'insù. Grazie ad esso catturano con perizia larve di insetti, vermi, molluschi e crostacei, come spiegato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU). “Il suo becco incurvato le permette di catturare le prede sulla superficie mista di acqua e fango degli ambienti dove vive e nidifica”, evidenzia l'associazione.
Il becco può essere utilizzato anche come criterio per discernere i maschi dalle femmine. In queste ultime è infatti più corto e maggiormente incurvato verso l'alto, mentre quello del maschio è più lungo e con un angolo di curvatura meno accentuato. Anche il piumaggio del capo può essere utile nell'identificazione dei due sessi; quello dei maschi è di un nero più intenso e lucido, come avviene per le ali dei cavalieri d'Italia, mentre nelle femmine è più slavato e tendente al bruno.

In questi ultimi giorni di marzo abbiamo avuto la fortuna di incontrare alcuni esemplari di avocetta al Parco Nazionale del Circeo, dove attualmente sono di passaggio per la migrazione primaverile. Si tratta del resto di uno dei più importanti crocevia delle rotte migratorie in Italia. Abbiamo avvistato e fotografato questi uccelli nella località nota come “Pantani dell'Inferno” a ridosso del lago di Caprolace, in provincia di Latina. In questo periodo le avocette possono fermarsi per qualche tempo, prima di riprendere il viaggio verso i siti di nidificazione.
Come indicato dalla LIPU, nel nostro Paese le avocette nidificano principalmente nelle zone umide dell'Alto Adriatico – come il Delta del Po e la Laguna Veneta -, in Sicilia, Sardegna e Puglia. Nella Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente di Lars Svensson le avocette vengono definite come specie nidificante diffusa, ma “scarsa e localizzata” nelle regioni sopraindicate. Non è una specie migratrice assoluta, dato che è anche frequente lo svernamento nel nostro Paese. Gli esemplari che abbiamo incontrato sono probabilmente appena arrivati dal Nord Africa, forse assieme ai cavalieri d'Italia.
Le avocette sono uccelli piuttosto schivi, che a differenza dei cavalieri d'Italia tendono a volare via come percepiscono una potenziale minaccia. In genere spiccano il volo se si accorgono di persone che camminano a piedi, anche a diverse decine di metri di distanza. Tutte le foto che vedete nell'articolo le abbiamo scattate con un teleobiettivo con lunghezza focale di 600 mm e da dentro la macchina, decisamente più tollerata da questi splendidi animali (sempre a distanza di sicurezza e senza arrecare loro disturbo). Prima di prendere il volo o nelle fasi di atterraggio, durante le quali possono compiere spettacolari manovre acrobatiche, le avocette emettono un caratteristico e squillante richiamo che suona come un “kliup” ripetuto più volte.

Sebbene lo stato di conservazione complessivo della specie sia considerato inadeguato, la LIPU indica che in Italia la popolazione conta dalle 1.873 alle 1.970 coppie, con un trend che “appare in aumento negli ultimi decenni”. La specie aveva subito un forte declino nel XIX secolo in alcune parti d'Europa, ma nello scorso ha dato segni di recupero, grazie alle misure di conservazione e forse agli effetti del cambiamento climatico (che per alcune specie, in determinate fasi, possono rappresentare un vantaggio).
