Sono arrivati i primi torcicollo dall’Africa: le immagini dello splendido picchio che sembra un serpente
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La grande migrazione primaverile degli uccelli di ritorno dall'Africa inizia sostanzialmente nel mese di marzo, tuttavia a febbraio è possibile ammirare i primi arrivi di esemplari “impazienti”. In varie parti d'Italia vengono già segnalati da ornitologi, appassionati di birdwatching e fotografi naturalisti avvistamenti di grande interesse; noi possiamo indicarne un paio particolarmente affascinanti nel Lazio: due cuculi dal ciuffo (Clamator glandarius) e un esemplare di torcicollo (Jynx torquilla), che abbiamo ascoltato distintamente in prima persona. Il richiamo di questo magnifico uccello – membro della famiglia dei picchi ma con caratteristiche assai peculiari – è inconfondibile; in questo periodo dell'anno, a cavallo tra la fine dell'inverno e la prima parte della primavera, il suo canto inizia a riecheggiare tra gli alberi dei boschi e nelle campagne con frutteti per la formazione delle coppie, in vista della stagione riproduttiva.
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Il motivo principale per cui numerose specie di uccelli tornano dall'Africa dopo lo svernamento, del resto, risiede proprio nella riproduzione. Upupe, rigogoli, gruccioni, balie, usignoli, ghiandaie marine e moltissimi altri stanno intraprendendo – o lo faranno tra non molto – un lungo viaggio irto di insidie per la prosecuzione della loro specie, spinti dal desiderio di trasmettere i propri geni, il motore alla base della vita. Tra gli uccelli più spettacolari impegnati in questo ciclo meraviglioso di viaggi tra due continenti vi è proprio il torcicollo, protagonista del nostro articolo.
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Chi è il torcicollo
Come indicato, il torcicollo è un uccello appartenente alla famiglia dei picchi (Picidae), ma ha davvero ben poco in comune con picchio verde, picchio rosso maggiore, picchio dorsobianco, picchio nero e altre specie di picidi presenti in Italia. Come spiegato dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), infatti, il torcicollo “non tambureggia, non si arrampica verticalmente sui tronchi e non scava il legno per procurarsi il cibo o costruirsi il nido”. Insomma, il comportamento è decisamente diverso da quello di un picchio tipico e molto più affine a quello di un passeriforme. Anche nelle caratteristiche anatomiche è estremamente specializzato: ad esempio ha un becco conico e appuntito più corto di quello dei picchi, con cui scalpella il legno ma non lo scava. Dietro di esso si nasconde una lingua lunghissima, che arriva addirittura a circa i 2/3 dell'intero corpo dell'uccello. Il torcicollo la utilizza per cibarsi principalmente di formiche, il suo alimento preferito, anche se non disdegna la cattura di altri insetti.
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Il torcicollo non presenta nemmeno le penne caudali modificate per permettere lo stazionamento verticale sui tronchi, tipiche della famiglia dei picchi, ma ha una più comune coda allungata e tonda. Una delle pochissime caratteristiche che condivide con i membri della sua famiglia è la disposizione delle dita delle zampe, due orientate in avanti e le altre due all'indietro. Gli esemplari più grandi di questa specie arrivano a 18-20 centimetri di lunghezza, con un'apertura alare massima di 30 centimetri. Il volo è solo leggermente ondulatorio.

Ciò che stupisce del torcicollo, così chiamato per la capacità di ruotare e allungare il capo all'indietro, è il suo incredibile piumaggio screziato che alterna colori grigi, marroni, crema e neri sul dorso e sulle ali, con una tassellatura a barre che ricorda molto da vicino le squame di certi serpenti, come ad esempio il crotalo diamantino. Fra l'altro quando allunga e ruota la testa, se minacciato questo uccello emette anche un sibilo, aumentando il suo aspetto "serpentino". Tra gli altri dettagli del piumaggio vi è una linea scura che attraversa l'occhio e parte de collo, mentre la parte ventrale del corpo è più chiara e giallognola, costellata da piccole barre scure. Le penne sulla testa sono erettili. Si tratta chiaramente di un piumaggio criptico, che permette al torcicollo di mimetizzarsi perfettamente tra le cortecce di rami e tronchi degli alberi, come evidenziano queste foto che abbiamo scattato ai Castelli Romani. Il torcicollo, oltre a essere un uccello meraviglioso, presenta un caratteristico e squillante canto: nella “Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente” di Lars Svensson, la cosiddetta bibbia per gli amanti del birdwatching, viene definito come una “serie di 12 – 18 note forti e lamentose, 4 per secondo, tie-tie-tie-tie”. Potete ascoltarlo nel video qui di seguito.
Come molti altri uccelli, il torcicollo risente moltissimo della distruzione e della semplificazione degli habitat principalmente a causa delle pratiche agricole, tra tagli di alberi morenti e sparizioni di filari, siepi e colture prative. Questi animali, di fatto, non trovano le cavità dove nidificare – spesso sono i nidi di altri picchi – e anche per questo le popolazioni sono sempre più rarefatte. Per l'Italia si stimano tra le 50.000 e le 100.000 coppie nidificanti con un “trend in declino negli ultimi decenni”, spiega la LIPU. Oltre alle modifiche ambientali, per il torcicollo tra le minacce figurano anche l'uso dei pesticidi e gli impatti con le vetrate. La specie è rigorosamente protetta in Italia ai sensi dell'Articolo 2 della legge dell'11 febbraio 1992, n. 157.
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