Sono arrivati i coloratissimi gruccioni dall’Africa: le immagini dei magnifici uccelli arcobaleno

Tra le specie di uccelli che dall'Africa tornano in Italia nelle ondate avanzate della migrazione primaverile vi è il gruccione (Merops apiaster). Proprio in questi giorni di fine aprile stanno iniziando a circolare i primi scatti e le informazioni sugli avvistamenti di questi meravigliosi animali, che impreziosiscono i cieli del Bel Paese col loro caratteristico richiamo. L'arrivo dei gruccioni è una vera e propria festa per appassionati di birdwatching e fotografi naturalisti, tenendo presente che stiamo parlando di una delle specie più belle che si può incontrare nel nostro Paese.

Sono infatti gli uccelli più colorati d'Italia, il cui piumaggio variopinto alterna colori vividi e contrastati come giallo, arancione, verde, azzurro, nero e rossiccio. Non c'è da stupirsi che vengano spesso accostati agli arcobaleni, alla luce della splendida “livrea”. Solo la ghiandaia marina (Coracias garrulus) può insidiare i gruccioni per lo splendore dei colori. Non a caso chi li vede per la prima volta spesso si domanda se si tratti di una specie tropicale, alla stregua dei parrocchetti dal collare e dei parrocchetti monaci che ormai sono presenti in molte località dello Stivale. Ma stiamo parlando di animali assolutamente autoctoni, che nulla a che vedere con le invasioni aliene.

Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare i primi gruccioni della stagione riproduttiva del 2025 ai Castelli Romani, ma come indicato le segnalazioni stanno giungendo da più parti d'Italia. Si tratta di uccelli gregari che possono vivere in colonie con centinaia di individui. Scavano i loro nidi all'interno di falesie, scarpate, pareti friabili, dune e cave di sabbia; persino nel terreno se il suolo presenta le caratteristiche idonee. Abbiamo osservato gruccioni mentre tentavano di scavare i caratteristici tunnel anche nei cumuli di terra di un cantiere edile. La Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) spiega che queste gallerie possono arrivare anche a 3-5 metri di profondità e in genere sono orientate verso Sud-Est. Specifichiamo che tutte le foto che trovate nell'articolo le abbiamo scattate con un teleobiettivo a distanza, senza arrecare alcun disturbo agli uccelli.

I gruccioni amano gli spazi aperti e assolati con più posatoi, dai quali possono partire a caccia di insetti volanti. Sono particolarmente abili nella cattura degli imenotteri come api, vespe, bombi e calabroni, che predano con precisione chirurgica. Non a caso l'epiteto del loro nome scientifico, apiaster, è stato scelto proprio per indicare la specializzazione nella caccia alle api. Dopo aver catturato questi insetti li stordiscono sbattendoli con forza contro sassi, rami o qualunque altra superficie solida, favorendo l'espulsione del pungiglione e dunque il consumo di un pasto meno “problematico”.

Nonostante questa predilezione per gli imenotteri, che in talune circostanze può causare qualche conflitto con gli apicoltori, in realtà i gruccioni hanno una dieta piuttosto varia; li abbiamo visti con libellule, farfalle, falene, cavallette, cicale e un'infinità di coleotteri di specie diverse nel lungo e ricurvo becco nero, come testimoniano le immagini a corredo. Durante il corteggiamento spesso il maschio porta gli insetti come doni nuziali alla compagna.

Come indicato, l'elemento che risalta di più di questa specie è il bellissimo piumaggio, caratterizzato da un ricco ventaglio di colori “esotici e sgargianti”, come evidenziato nella Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente di Lars Svensson. L'adulto, evidenzia la cosiddetta bibbia per gli amanti del birdwatching, presenta “gola giallo brillante, petto e ventre azzurrognoli, macchie sulle spalle bianco-giallastre, vertice-dorso e pannello superiore dell'ala interna marrone e rosso”. In base all'illuminazione i colori possono assumere tonalità diverse, come verde intenso e blu. Gli occhi sono rossi e attraversati da una barra nera, che dal becco arriva sino al lato del capo. Anche sulla gola è presente una banda nera. Le sfumature di colore sono così tante e varie che a parole non è facile descrivere il piumaggio in dettaglio, ma le immagini che trovate nell'articolo valgono sicuramente più di qualunque descrizione.

Nella specie non c'è dimorfismo sessuale, pertanto maschi e femmine presentano lo stesso splendido piumaggio. I giovani hanno colori più spenti degli adulti e penne timoniere centrali più corte. Sono uccelli dall'aspetto esile e slanciato, un po' più grandi di un merlo. Negli esemplari più grandi la lunghezza può sfiorare i 30 centimetri, mentre l'apertura alare può arrivare a 40 centimetri. Il volo dei gruccioni è leggiadro ed elegante; spesso li si vede veleggiare nel cielo o eseguire acrobazie per la cattura degli insetti. Anche le manovre di stazionamento nei pressi dell'entrata dei nidi sono spesso spettacolari. In molti casi la loro presenza viene rilevata dal caratteristico richiamo “prriut”, che viene ripetuto più e più volte. Il nome gruccione è onomatopeico e legato proprio al caratteristico verso, che può trasformarsi in un più flautato “viut” in determinate situazioni, ad esempio su un posatoio o nel nido.

Fortunatamente il gruccione in Italia ha uno stato di conservazione favorevole, per via “di un’espansione di areale e di un incremento demografico a partire dagli anni ’80 del secolo scorso che è ancora in corso”, come indica la LIPU. Si stimano per il nostro Paese fino a 15.000 coppie nidificanti. Se da noi le cose vanno piuttosto bene, lo stesso non si può dire per l'Europa, dove la popolazione di questi bellissimi uccelli appare in diminuzione.