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Sole e tempeste solari, i nuovi dati di Aditya-L1 ci dicono con precisione quando avvengono le CME

Il preciso momento di inizio di un’espulsione di massa coronale (CME) dal Sole e la direzione del materiale espulso sono informazioni cruciali per prevedere le tempeste solari che interessano la Terra: ecco come i primi risultati scientifici della missione indiana Aditya-L1 sul Sole possono aiutarci a proteggerci dagli eventi estremi.
A cura di Valeria Aiello
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Le espulsioni di massa coronale (CME) sono eruzioni di particelle cariche (plasma) dalla corona del Sole che possono viaggiare nello spazio e raggiungere anche la Terra, innescando le tempeste solari / Photo Credit: iStock
Le espulsioni di massa coronale (CME) sono eruzioni di particelle cariche (plasma) dalla corona del Sole che possono viaggiare nello spazio e raggiungere anche la Terra, innescando le tempeste solari / Photo Credit: iStock

Le prossime tempeste solari potranno essere previste con maggior precisione grazie ai nuovi dati di Aditya-L1, la sonda lanciata nel settembre 2023 dall’Indian Space Research Organisation (ISRO) per lo studio del Sole.

Un assaggio del suo potenziale arriva dal “primo risultato scientifico significativo” ottenuto dalla missione, riportato dagli scienziati dell’Indian Institute of Astrophysics (IIA) in un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters. I dati di Aditya-L1, spiegano gli scienziati indiani, potrebbero contribuire a proteggere le reti elettriche e i satelliti per le comunicazioni dagli eventi più estremi.

I nuovi dati di Aditya-L1 ci aiutano a prevedere le tempeste solari

Lo scorso 16 luglio 2024, il più importante dei sette strumenti scientifici trasportati da Aditya-L1, il Visible Emission Line Coronagraph (VELC), ha fornito dati che hanno permesso agli scienziati di calcolare il preciso momento di inizio di un’espulsione di massa coronale (CME) dal Sole.

Composta da particelle cariche, una CME potrebbe pesare fino a un trilione di chilogrammi e viaggiare a velocità anche di 3.000 chilometri al secondo, dirigendosi in qualsiasi direzione – ha affermato il professor Ramesh dell’Indian Institute of Astrophysics e autore principale dello studio -. Se questa enorme palla di fuoco fosse diretta verso la Terra, alla sua massima velocità impiegherebbe circa 15 ore per coprire i 150 milioni di km di distanza che separano la Terra dal Sole”.

Utilizzando i dati unici ottenuti con il VELC a bordo di Aditya-L1 siamo stati in grado di stimare con precisione il momento di inizio di un’espulsione di massa coronale (CME) eruttata dal Sole il 16 luglio – ha aggiunto il professor Ramesh – . Questo evento, associato a un brillamento di classe X 1.9 (tra i più potenti, ndr) è stato osservato circa 1 ora prima che apparisse nel campo visivo del coronografo LASCO-C2 del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) NASA-ESA”, ovvero il principale strumento attualmente utilizzato dagli scienziati per analizzare e categorizzare le CME.

Conoscere con un tale anticipo e questa precisione l’inizio di un’espulsione di massa coronale, specialmente se di forte intensità, è cruciale per poterne verificare la direzione e valutare il suo potenziale impatto sulla Terra. Potrebbero essere emessi preavvisi, indicando ad esempio di spegnere le reti elettriche e tenere i satelliti lontani dai pericoli, hanno evidenziato gli studiosi.

Con il Sole che si avvicina alla fase massima dell’attuale ciclo solare 25, si prevede che le CME si verifichino frequentemente ogni giorno – ha previsato il professor Ramesh – . Si quindi prevede che il monitoraggio continuo del Sole con VELC fornirà preziosi dati scientifici”.

L’espulsione coronale catturata da VELC il 16 luglio era iniziata alle 13:08 GMTma nel giro di mezz’ora, il materiale espulso è stato deviato e ha preso una direzione diversa, andando dietro il Sole – ha precisato il professor  Ramesh – . Essendo troppo lontano, non ha avuto alcun impatto sulla Terra”.

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