Sintomi di polmoniti e malattie respiratorie nei bambini, a quali prestare attenzione
Dopo i casi segnalati in Cina, i numeri di polmoniti e malattie respiratorie nei bambini sono in aumento anche negli Stati Uniti e in Europa, Italia inclusa, dove le sindromi simil-influenzali sono cresciute del 21% in una settimana, registrando un livello di incidenza sopra la soglia basale in quasi tutte le Regioni, in particolare, in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Abruzzo dove, secondo i dati del bollettino di sorveglianza epidemiologica RespirVirNet diffusi il 1° dicembre dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è stata raggiunta la soglia di “intensità media”. In provincia di Perugia segnalati anche due casi di positività per Mycoplasma pneumoniae in bambini ricoverati con sintomi respiratori, di cui uno in coinfezione con rinovirus.
Nel complesso, a risultare maggiormente colpiti sono i bambini al di sotto dei cinque anni, anche se il livello nazionale di incidenza – attualmente pari a 17,9 casi su mille bambini – è molto più basso di quella registrata in questo stesso periodo della scorsa stagione, quando le infezioni sotto i cinque anni di età riguardavano 40 bambini su mille. I sintomi più comuni di queste infezioni interessano naso, gola e vie aree e includono febbre, secrezioni nasali, mal di gola e tosse, come indicato anche dal virologo Massimo Bassetti a Fanpage.it.
All’aumento delle infezioni respiratorie concorrono diversi agenti patogeni noti, principalmente i virus dell’influenza, i coronavirus e il virus respiratorio sinciziale (RSV), ma preoccupano anche i casi di Mycoplasma pneumonie, un batterio quasi scomparso durante la pandemia e che è tra le cause delle polmoniti in Cina. “Dallo scorso mese di aprile c’è un aumento della circolazione mondiale di Mycoplasma pneumoniae, in particolare, in Asia, ma anche in Europa – ha confermato Alexandre Bleibtreu, membro della Société de pathologie infectieuse de langue française (Spilf) – . Non siamo però in una situazione simile al Covid, si tratta solo della ricomparsa di un patogeno noto”.
I sintomi di polmoniti e infezioni respiratorie nei bambini
Le infezioni dell’apparato respiratorio presentano sintomi tipici, che non sono tuttavia esclusivi delle sindromi simil-influenzali. Causate principalmente da virus, come rinovirus, virus influenzali (durante le epidemie invernali annuali), virus parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale (RSV), enterovirus, coronavirus e alcuni ceppi di adenovirus, queste infezioni possono interessare le vie respiratorie superiori o inferiori, oppure entrambe, causando sintomi tipici, che includono:
- febbre
- congestione nasale,
- naso che cola (rinorrea)
- mal di gola
- tosse
Questi sintomi possono manifestarsi fino a 14 giorni e, in alcuni casi, la tosse può persistere per settimane dopo la guarigione. La febbre, indicano i Manuali MSD, è un sintomo comune nei bambini piccoli, generalmente intorno ai 38-39 °C, ma può raggiungere anche i 40 °C ed essere accompagnata da inappetenza, letargia e malessere generale. In caso di infezione da virus influenzali, spesso possono manifestarsi anche mal di testa e dolori muscolari.
In presenza di infezione delle vie respiratorie inferiori, i sintomi possono riguardare la trachea, i bronchi e i polmoni, e portare a infiammazioni della trachea (crup), bronchiti e polmoniti. Le polmoniti, in particolare, possono essere una conseguenza dell’infezione virale stessa oppure essere dovute a un’infezione batterica che si sviluppa successivamente, favorita “dall’infiammazione originata dal virus, che rende i tessuti più sensibili agli attacchi di altri patogeni” precisano i manuali MSD.
Le "polmoniti bianche" da Mycoplasma pneumoniae
Almeno in parte, il boom di malattie respiratorie in Cina è dovuto a infezioni da Mycoplasma pneumoniae, un batterio che provoca generalmente sintomi leggeri, come febbre, affaticamento, mal di gola o febbre, ma che è anche una causa di infiammazioni che interessano gli alveoli polmonari. Queste polmoniti possono presentarsi in forma atipica e vengono anche chiamate “polmoniti bianche”, un termine non medico per indicare una polmonite che, né clinicamente né radiologicamente, mostra i tipici segni delle polmoniti.
Oltre al numero di infezioni, a preoccupare sono le caratteristiche di questo agente patogeno che, in Cina, circola principalmente come ceppo resistente ai macrolidi, una classe di antibiotici di cui fa parte l’azitromicina, che è considerato l’antimicrobico di scelta per il trattamento delle infezioni da micoplasma. I dati indicano che in Cina fino all’80% delle infezioni da Mycoplasma pneumoniae nei bambini non risponde all’azitromicina e ad altri antibiotici della stessa classe. Un problema che limita ulteriormente le opzioni farmacologiche nei confronti di questo patogeno che, essendo privo di parete cellulare, di per sé non è suscettibile all’azione degli antibiotici beta-lattamici, come la penicillina, che prendono di mira proprio la parete cellulare dei batteri.
Il problema della resistenza ai macrolidi di Mycoplasma pneumoniae è emerso fin dagli anni 2000, risultando particolarmente preoccupante in Asia, dove i tassi di resistenza hanno raggiunto anche il 90%. Le infezioni dovute a questi ceppi possono causare febbre e tosse per un periodo più lungo e comportare grandi difficoltà nel trattamento, con un rischio maggiore di polmoniti, e un maggiore ricorso ad altri antibiotici, tra cui tetracicline e fluorochinoloni, che in circostanze normali non dovrebbero essere prescritti ai bambini per ridurre la probabilità che emergano ceppi multi-resistenti e contro cui non esistono altri farmaci efficaci.