Siccità in Italia, ma la mancanza d’acqua ha più ragioni: le cause spiegate dall’esperto
Nell’anno più caldo mai registrato, il clima afoso e la mancanza di piogge stanno mettendo in ginocchio il centro-sud Italia, sfiancato dalla siccità, un problema non nuovo per il Meridione, dove l’acqua manca per irrigare i campi e si moltiplicano i razionamenti di quella potabile. “Le zone più colpite sono quelle continentali dell’Italia centro-meridionale e soprattutto la Sicilia, ma dietro il problema della siccità non c’è solo la carenza di piogge tipica di questo periodo”. Non fa mistero delle ragioni del problema il professore Adriano Mazzarella, climatologo e già docente di Meteorologia e climatologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che a Fanpage.it ha fatto il punto sull’impatto del cambiamento climatico nel Mediterraneo e le condizioni siccitose che stiamo registrando.
Allora professore, qual è la situazione? Perché tutta questa siccità?
Ci troviamo in un periodo di grande siccità che, in Italia, e specialmente nelle regioni del Sud, come la Sicilia e la Calabria, sappiamo non essere qualcosa di nuovo. Siamo nel cuore dell’estate, un momento dell’anno storicamente caratterizzato da scarse precipitazioni in queste regioni, per cui il fatto che non piova fa certamente parte del gioco. È però anche vero che alcuni fenomeni che contraddistinguevano prevalentemente parte dell’Italia meridionale cominciano a interessare progressivamente il resto della Penisola, per cui ci chiediamo da cosa dipenda tutta questa siccità.
La nota dolente di questa situazione è, chiaramente, l’assenza di piogge, quale conseguenza diretta della stabilità atmosferica dovuta all’anticiclone africano, cioè del blocco della circolazione atmosferica esercitato dall’anticiclone. Ed è proprio l’anticiclone, che risalito dal deserto del Sahara e caricatosi di umidità nel Mediterraneo, determina queste condizioni di caldo afoso (e non torrido, come si legge e sente dire in tv in questi giorni), nonché della quasi totale assenza di attività cumuliforme.
Quindi, questa siccità è legata alla persistenza dell’anticiclone africano?
Esattamente, l’anticiclone africano si è inserito bene tra due aree di bassa pressione, una sull’Atlantico e un’altra sulla Grecia, raggiungendo il Mediterraneo e l’Italia, dove continuerà a bloccare la circolazione atmosferica almeno fino alla prima decade di agosto, per cui avremo condizioni di caldo umido senza precipitazioni almeno fino al giorno 10.
Ci sono però anche altre ragioni dietro la carenza d’acqua che stiamo osservando, soprattutto in regioni come la Sicilia, dove c’è una cultura della non prevenzione e persevera un altro genere di problemi, per i quali andrebbero fatti discorsi a parte.
E il cambiamento climatico? Può favorire l’instaurarsi dell’anticiclone africano sull’Italia?
In molti dicono che le emissioni di gas climalteranti, come la CO2, potrebbero avere un ruolo, soprattutto in relazione all’aumento delle temperature, ma la dislocazione delle masse di anticicloni e cicloni dipende essenzialmente dal Sole, che è il motore di tutte le circolazioni atmosferiche. In pratica, l’irraggiamento solare è maggiore all’equatore, per cui si crea una differenza di temperatura tra equatore e poli, che viene riequilibrata dalla circolazione atmosferica globale.
Questo riequilibrio non è una semplice corrente lineare tra equatore e polo nord o polo sud, ma dà origine a centri semipermanenti di azione, che determinano lo spostamento delle masse d’aria tra equatore e poli. La circolazione atmosferica è quindi un sistema molto complesso, su cui probabilmente la CO2 può gravare, ma su cui ci sono anche altri importanti fenomeni che intervengono.
Tornando al caldo e alla siccità, ci aspettano quindi almeno altre due settimane all’insegna del caldo afoso senza piogge?
Sì, luglio sarà un altro mese record, anche se quest’anno è stato molto variabile, con i primi giorni caratterizzati da temperature sotto la media stagionale, seguiti dall’arrivo dell’anticiclone africano che si è impossessato del Mediterraneo, bloccando la circolazione. Ad agosto, i primi 10 giorni saranno di caldo afoso e senza precipitazioni, quindi con condizioni siccitose che si protrarranno almeno fino a quella data.
E poi?
Io sono fiducioso, almeno per le zone del Mediterraneo, che poi arriveranno le piogge. Sarà quello il momento in cui servirà affrontare la siccità, perché parlarne solo d’estate, quando non piove e le riserve d’acqua stanno per finire, serve a poco. In autunno e fino alla primavera, la pioggia che cade, si perde: andrebbe invece raccolta in invasi, in modo che possa tornare utile quando non piove.
E se anche l’Italia pensasse al cloud seeding? In Israele e in altre parti del mondo sembra funzionare…
Alcuni risultati sono stati raggiunti, in Israele così come negli Emirati Arabi e in altri Paesi, ma l’inseminazione artificiale delle nuvole e qualcosa di molto diverso dall’aumentare in modo sicuro le precipitazioni. In Cina, ad esempio, durante le Olimpiadi, per ridurre lo smog a Pechino fecero qualcosa del genere, rilasciando ioduro d’argento o forse altre sostanze ma, anziché ottenere la pioggia, finirono per far nevicare.
Questo per dirle che, quando si cerca di cambiare qualcosa, in natura non si riesce mai a controllarla completamente. Bisogna quindi andarci con i piedi di piombo, per le ricadute negative che potrebbero esserci: l’atmosfera è formata da molti parametri interconnessi e non sappiamo ancora come può rispondere a queste sollecitazioni.