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Cambiamenti climatici

Siccità, i fenicotteri rosa del Parco Natura Viva hanno deposto meno della metà delle uova

A causa della poca pioggia caduta in inverno i fenicotteri rosa del Parco Natura Viva hanno deposto solo 20 uova. Lo scorso anno erano state 53.
A cura di Andrea Centini
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Fenicotteri al Parco Nazionale del Circeo. Credit: Andrea Centini
Fenicotteri al Parco Nazionale del Circeo. Credit: Andrea Centini
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I fenicotteri rosa o maggiori che vivono presso il Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) hanno deposto meno della metà delle uova rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. All'inizio di aprile del 2022 erano state infatti già deposte 53 uova, mentre quest'anno sono solo 20. La ragione, come spiegato dal giardino zoologico, risiede nella scarsa pioggia caduta durante l'inverno appena concluso. In pratica, è colpa della siccità. Questi splendidi uccelli, infatti, nidificano alla fine della stagione fredda, ma in genere hanno bisogno di un terreno morbido e fangoso per costruire il nido. Se non piove la terra resta dura e i fenicotteri hanno difficoltà a realizzare il giaciglio di fango, dove viene deposto un unico uovo per coppia.

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Al Parco Natura Viva di Bussolengo vivono circa 200 fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in cattività, fra i quali sono presenti 40 coppie più o meno stabili. Come specificato dallo zoo in un comunicato stampa, si tratterebbe dell'unica colonia “a raggiungere in Italia il successo riproduttivo”. Il parco cita lo studio del 2017 "Reproduction and monogamy in captive flock of greater flamingos (Phoenicopterus roseus)" condotto da Camillo Sandri, Carolina Sammarini, Barbara Regaiolli e Caterina Spiezio dei dipartimenti di Ricerca e Conservazione e Animal Care della struttura, in collaborazione con la dottoressa Alessandra Piccirillo del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Scienze dell'Alimentazione presso l'Università di Padova.

Fenicottero al Parco Nazionale del Circeo. Credit: Andrea Centini
Fenicottero al Parco Nazionale del Circeo. Credit: Andrea Centini

Sebbene al momento sia stata deposta meno della metà delle uova del 2022, lo staff è ottimista sul fatto che tutte le coppie che nidificano abitualmente lo faranno anche nel 2023, anche se con un ritardo significativo sulla tabella di marcia: “Il ritardo è di oltre un mese, ma ci aspettiamo comunque che tutte le possibili coppie depongano il proprio uovo, le cui prime schiuse sono ormai attese per la fine di aprile”. Ha dichiarato Caterina Spiezio, responsabile ricerca e conservazione del Parco Natura Viva. “In assenza di piogge, i fenicotteri non hanno potuto reperire il fango necessario ad innalzare nidi che possono raggiungere anche i 30 centimetri. Le prime coppie hanno deposto alla fine di marzo sugli avvallamenti dei nidi degli anni precedenti e non appena scende qualche goccia, iniziano ad innalzarli aiutandosi con il becco o a costruirli ex novo”, ha chiosato l'esperta.

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In Italia nidificano anche i fenicotteri rosa selvatici, ad esempio negli stagni di Molentargius e Santa Gilla (Sardegna), alla laguna di Orbetello (Toscana) e alla Riserva Saline di Priolo (Sicilia), ma al momento non è noto l'impatto dell'inverno siccitoso sul successo riproduttivo di questi splendidi animali. Come spiegato dalla LIPU, del resto, “se il fango non è disponibile a volte il nido può essere costruito con detriti”. Pertanto i fenicotteri potrebbero essersi adattati meglio in natura che in cattività. “Il nido è spesso foderato con fili d’erba, piccoli rami o piume. L’uovo del fenicottero ha la forma di una grande arancia e viene covato da entrambi i genitori per circa un mese prima di schiudersi”, ha specificato la LIPU.

I fenicotteri rosa hanno iniziato a colonizzare il nostro Paese solo in tempi recenti; basti sapere che la prima colonia nidificante è stata vista soltanto nel 1993 in Sardegna. Sono tra gli animali più affascinanti ed eleganti della nostra fauna e come moltissimi altri sono fortemente minacciati dai cambiamenti climatici, avendo cicli biologici intimamente connessi alle zone umide. “I fenicotteri si cibano di invertebrati acquatici, crostacei e alghe. Per farlo, usano le zampe per smuovere il fondo e far risalire tutto ciò di cui possono alimentarsi. Questo consente l’ossigenazione e mescola il materiale organico, contribuendo all’equilibrio di tutte le zone umide che popolano. Già si tratta di nicchie ecologiche che più di tutte soffrono l’inquinamento e la conversione agricola. Aggiungere anche la minaccia del cambiamento climatico, significherebbe prevedere un futuro veramente incerto per questa specie”, ha concluso la dottoressa Spiezio.

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