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Guerra in Ucraina

Siamo travolti da ansia e paura per la guerra in Ucraina: i consigli degli esperti per gestirle

Innanzi alle drammatiche immagini che giungono dall’Ucraina ci sentiamo sopraffatti, fragili e impauriti. Ma possiamo imparare a gestire le emozioni negative.
A cura di Andrea Centini
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Dopo due anni di sofferenze per la pandemia di COVID-19 siamo piombati nell'incubo della guerra in Ucraina, con le bombe che cadono e massacrano innocenti nel cuore dell'Europa, a poche centinaia di chilometri dal confine italiano. Proprio nel momento in cui stavamo riassaporando il ritorno a una parvenza di normalità, l'inizio di una nuova primavera, il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di invadere il Paese confinante seminando morte, terrore, dolore e distruzione. Una gigantesca catastrofe umanitaria e sociale che sta dominando i nostri pensieri, inondati da un fiume in piena di notizie e immagini terrificanti che annichiliscono. Alla sofferenza per la popolazione ucraina sotto assedio si aggiunge quella per i giovani soldati russi mandati a combattere contro la propria volontà, per i cittadini russi che manifestano pacificamente ma vengono brutalmente arrestati. Un turbinio di emozioni negative acuite dal timore di un allargamento del conflitto ai Paesi della NATO e dunque anche all'Italia, dalla minaccia di un disastro nucleare e addirittura della terza guerra mondiale combattuta con le bombe atomiche. Non c'è da stupirsi che siamo provati, stressati, profondamente tristi e preoccupati per una situazione geopolitica ben al di fuori del nostro controllo. Psicologi e psichiatri spiegano che il rischio “burnout” è concreto, a causa della stanchezza emotiva accumulata in due anni di tensioni e privazioni che ci rende quasi inermi innanzi alla nuova, drammatica emergenza. In questo momento è assolutamente normale sentirsi sopraffatti, fragili e confusi, ma non siamo totalmente impotenti al fluire degli eventi, che possiamo affrontare e gestire con più efficacia seguendo alcuni semplici consigli.

Innanzitutto è doveroso sottolineare che è del tutto normale provare questo turbinio di emozioni negative: “È molto naturale essere angosciati da ciò che stiamo vedendo, non saresti umano se non lo fossi”, ha dichiarato alla BBC il dottor Alex Bushill, che lavora presso l'organizzazione benefica di salute mentale Mind. “Arriviamo all'appuntamento con la guerra in questa situazione di stanchezza psicologica che rende difficile farsi carico di quest'altra emergenza. Si fugge con meccanismi di negazione o si è in preda alla paura. I nostri colleghi ci dicono che le persone che chiedono aiuto sono sempre più smarrite”, ha invece spiegato a Fanpage il professor David Lazzari, psicologo e Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi. Ma come detto, non siamo inermi innanzi al fiume di notizie negative. Per prima cosa dovremmo evitare di farci travolgere dalle stesse, ad esempio attraverso il cosiddetto “doomscrolling” o “doomsurfing”, cioè l'atto di trascorrere molto tempo innanzi alla TV, allo schermo di un computer o di uno smartphone irretiti dalle notizie negative. Ovviamente restare informati è importante, ma va fatto con oculatezza, come spiegato dalla psicologa clinica Emma Hepburn. La dottoressa indica che accumulare continuamente informazioni per cercare di fare chiarezza spesso crea ancor più confusione e disagio. Per questo si consiglia di guardare le notizie e i social network solo in determinati momenti (prestabiliti) della giornata, magari prima di attività piacevoli e rilassanti come una pausa pranzo, la visita agli amici e lo sport, che ci aiutano a tenere la mente impegnata su altro.

Il dottor Bushill spiega anche che è molto importante la fonte da cui prendiamo le notizie, che ovviamente deve essere il più affidabile possibile. Per non farsi travolgere è bene "concentrarsi sui fatti" piuttosto che "sulle speculazioni allarmistiche". Si consiglia anche di "non interagire con i contenuti grafici": le fotografie e i video che giungono dal teatro di guerra sono spesso raccapriccianti, crudi e dolorosi. È bene centellinare la consultazione o evitarla del tutto se si è già in uno stato di ansia, paura e agitazione. La dottoressa Sarah Kendrick, direttrice clinica presso il servizio di assistenza Shout, si dice particolarmente preoccupata per i giovani che stanno continuamente attaccati allo smartphone, dove ricevono costantemente le notifiche di nuove notizie relative alla guerra (magari dopo aver messo il “segui” a determinati servizi d'informazione). La psicologa consiglia di spegnere il telefono durante la notte e ribadisce il concetto di consultare le notizie con moderazione.

Avere un controllo su quali e quante notizie ricevere sul conflitto in Ucraina è sicuramente un buon metodo per evitare di essere inghiottiti dagli effetti negativi del doomscrolling, ma ciò, ovviamente, non impedisce di sentirci a disagio e di soffrire per ciò che sta accadendo in Ucraina. Come spiegato dal professor Lazzari a Fanpage, c'è bisogno di sviluppare una visione diversa del benessere: "Non si tratta dell'assenza di problemi, questi prima o poi ci sono sempre. Il benessere è l'equilibrio che riusciamo a costruire tra gli aspetti negativi e positivi della vita, la capacità psicologica di gestire questo mix", sottolinea l'esperto. "Quando noi diciamo che gli interventi psicologici sono sempre trasformativi – aggiunge Lazzari – intendiamo dire che si tratta di aiutare le persone a gestire meglio queste dinamiche. Non possiamo scappare dai problemi ma imparare ad affrontarli meglio e ad incrementare gli elementi positivi. La famosa ‘resilienza' non è invulnerabilità ma la capacità, che si impara, di rialzarsi, di gestire lo stress in modo efficace".

Tra i consigli pratici degli esperti che possiamo seguire agevolmente vi sono mangiare più sano, uscire di casa, entrare in contatto con gli altri e riposare bene. Riconoscere che si sta soffrendo per questa situazione e condividere le proprie emozioni con amici e parenti è un'ottima valvola di sfogo e aiuta a rendersi conto che non si è affatto soli innanzi a questa immensa tragedia. Per supportare il proprio benessere mentale il Sistema Sanitario Nazionale britannico (NHS) suggerisce ad esempio di organizzare una gita fuori porta con amici che non si vedono da un po'; fare visita a conoscenti che hanno bisogno di compagnia e anche darsi al volontariato. Anche essere fisicamente attivi aiuta la nostra salute mentale, oltre che quella fisica, avendo un impatto positivo sull'autostima e favorendo il rilascio di sostanze chimiche positive per il cervello. In questo modo si creano le condizioni di base per essere più preparati ad affrontare le incertezze e la sofferenza scaturite da questa situazione di instabilità emotiva.

Anche imparare a fare qualcosa di nuovo può essere molto di aiuto; dal praticare uno sport mai fatto al suonare uno strumento musicale, passando per la preparazione di piatti elaborati in cucina fino all'apertura di un blog personale. Tutto ci aiuta a spostare la mente su altro, a gratificarci e ad appassionarci, incrementando le “skill mentali” per gestire con più consapevolezza i momenti difficili come questo. L'NHS aggiunge che è anche importante fare donazioni, impegnarsi nelle azioni di volontariato volontariato e nell'accoglienza, tutti gesti che creano sentimenti positivi e di ricompensa, migliorando la connessione con le altre persone e la gioia di vivere del momento. Naturalmente l'erosione della salute mentale dovuta alla pandemia ha aumentato sensibilmente il numero di persone bisognose di confrontarsi con uno specialista, a causa del dilagare della depressione e di disturbi da stress-post traumatico (PTSD). Chi sta già vivendo queste condizioni è particolarmente esposto agli effetti negativi delle notizie sulla guerra in Ucraina, pertanto è bene limitare al massimo la fruizione di certi contenuti e soprattutto è fondamentale consultare un terapeuta. È un passo necessario per chiunque senta di non essere in grado di affrontare questa situazione così dolorosa e pregna di preoccupazioni.

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