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“Siamo sull’orlo del precipizio”: l’allarme degli esperti sull’esplosione dei casi di morbillo

Un gruppo di ricercatori della Stanford University ha calcolato che se il tasso di vaccinazione nella popolazione infantile continuerà a scendere, il morbillo potrebbe diventare endemico negli Stati Uniti nei prossimi anni.
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L'epidemia di morbillo negli Stati Uniti, soprattutto in alcuni stati, primo della lista il Texas, ha messo in forte allarme gli scienziati. Qui negli ultimi mesi un recente focolaio ha infettato più di 620 persone, portando a 64 ricoveri e alla morte di due bambini.

Il morbillo infatti, da malattia dichiarata ufficialmente eliminata nel 2000, è tornato in modo importante negli Stati Uniti e la causa è nota: il calo nel tasso di vaccinazione infantile degli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia, anche per effetto della diffusione del pensiero no-vax. Non sembra un caso infatti che i Paesi più colpiti da questa nuova circolazione del virus siano proprio quelli con i più bassi tassi di vaccinazione infantile.

L'allarme però non riguarda soltanto il presente. Se infatti non ci sarà un'inversione di tendenza nelle vaccinazioni, nei prossimi anni il morbillo – e altre malattie ormai debellate come la rosolia o la poliomielite – potrebbero tornare a essere un grosso problema sanitario, nonché una minaccia per la salute pubblica. D'altronde, la sfiducia della popolazione nei confronti della scienza ufficiale è un tema cruciale negli Stati Uniti, come abbiamo raccontato in questo approfondimento.

Quali sono i rischi per il futuro

Un nuovo studio della Stanford University ha utilizzato modelli epidemiologici su larga scala per simulare la diffusione di malattie infettive negli Stati Uniti in corrispondenza di diversi livelli di vaccinazione infantile. I ricercatori hanno calcolato che con gli attuali tassi di vaccinazione il morbillo potrebbe tornare a essere endemico nell'arco dei prossimi 25 anni.

Le cose andranno ancora peggio se il numero di bambini vaccinati continuerà a scendere: anche un calo del 10% delle vaccinazioni MPR, ovvero contro morbillo, parotite e rosolia, potrebbe portare a 11,1 milioni di casi di morbillo nei prossimi 25 anni. Tuttavia, a fronte di questi scenari allarmanti, i ricercatori spiegano che secondo il loro modello "piccoli aumenti nella copertura vaccinale potrebbero evitarli".

Il problema delle vaccinazioni

"Siamo già sull'orlo del precipizio", ha spiegato l'autore principale dello studio Mathew Kiang, del dipartimento di Epidemiologia e salute pubblica della Stanford University, a proposito del costante calo nel tasso di vaccinazione contro il morbillo: "Se i tassi di vaccinazione rimangono gli stessi, il modello prevede che il morbillo possa diventare endemico entro circa 20 anni. Ciò significa circa 851.300 casi, 170.200 ricoveri e 2.550 decessi in 25 anni."

Hanno contribuito a questa sfiducia nei vaccini – hanno spiegato i ricercatori – la disinformazione sull'efficacia e la sicurezza del vaccino, anche a causa della diffusione di dubbi ormai smentiti dalla scienza. Uno tra tutti, la teoria secondo cui il vaccino MPR sia collegato all'autismo, alimentata nelle ultime settimane anche dalle recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., che hanno annunciato un enorme studio sull'argomento. Eppure – ribadiscono i ricercatori – "è stato dimostrato in modo conclusivo che non esiste alcun legame con l'autismo".

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