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Si era iniettato il sangue del figlio per non invecchiare: ora Johnson interrompe uno dei suoi farmaci

L’imprenditore miliardario della Silicon Valley, diventato noto per i suoi esperimenti no-aging estremi, ha spiegato sui suoi social di aver interrotto dopo cinque anni il farmaco rapamicina. Oltre a causare pesanti effetti collaterali, un recente studio ha rivelato che negli uomini l’uso prolungato di questa molecola potrebbe perfino accelerare l’invecchiamento.
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BRYAN JOHNSON | Foto dal suo profilo Instagram
BRYAN JOHNSON | Foto dal suo profilo Instagram

Non è solo ossessionato dalla paura di invecchiare, Bryan Johnoson, 46 anni, è pronto a tutto pur di rimanere giovane, anche a mettere a rischio la sua stessa salute. D'altronde, non è la prima volta che l'imprenditore della Silicon Valley, diventato noto per i suoi esperimenti no-aging estremi, si sottopone a trattamenti o farmaci non approvati dalla comunità scientifica nella speranza che possano aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. Netflix ha perfino prodotto un documentario sulla sua vita e i suoi social, compreso il suo canale YouTube, hanno più di un milione di follower.

Così, dopo che l'anno scorso si è fatto iniettare il plasma del sangue di suo figlio, allora diciassettenne, senza rilevanti risultati (almeno finora), qualche mese fa, a fine novembre 2024, sul suo profilo X (ex Twitter) ha ammesso un altro cambio di programma: dopo aver tentato con il team di medici che lo segue diversi dosaggi, Johnoson ha dovuto interrompere uno degli oltre 50 farmaci e integratori che assume nella sua sfida contro il tempo, la rapamicina. Secondo un nuovo studio infatti il farmaco, oltre ai numerosi effetti collaterali, sembrerebbe inficiare lo stesso scopo per cui l'imprenditore aveva iniziato ad assumerlo: anche se negli studi su animali questa molecola ha prodotto un notevole ringiovanimento cellulare, negli uomini potrebbe non solo avere lo stesso effetto, ma perfino accelerare l'invecchiamento.

Cos'è la rapamicina

Il post dell'imprenditore inizia così: "Il 28 settembre, ho deciso di interrompere la rapamicina, ponendo fine a quasi cinque anni di sperimentazione con questa molecola per il suo potenziale effetto di longevità". Gli effetti collaterali – prosegue Johnson – tra cui "infezioni intermittenti della pelle, dei tessuti molli, anomalie lipidiche, aumenti di glucosio e aumento della frequenza cardiaca a riposo" – erano diventati troppo pesanti da sostenere. Inoltre, come spiega lo stesso miliardario, a portalo a questa scelta hanno contribuito anche i tanti dubbi sulla sicurezza della molecola, che da in uno studio su topi si è dimostrata in grado di estendere la durata media della vita.

Tuttavia, non abbiamo nessuno dato certo che negli uomini avrebbe gli stessi effetti: oggi infatti questa molecola è usata soprattutto come farmaco anti-rigetto dopo un trapianto, ma non per i suoi presunti effetti anti-invecchiamento. Tuttavia, negli ultimi anni diverse ricerche stanno indagando i suoi possibili effetti su altre malattie o condizioni di salute.

Della sua battaglia per l'eterna giovinezza Johnson ha fatto anche la mission di Blueprint, la sua start up di integratori che promettono di favorire il benessere e la salute di chi li assume. Inoltre, sui suoi social racconta tutti gli esperimenti a cui si sottopone e le ragioni per cui lo fa: ad esempio in questo video spiega perché preferisce "sembrare un vampiro" piuttosto che esporsi alla luce diretta del sole.

Effetto opposto a quello desiderato

La decisione di interrompere definitivamente l'assunzione di questo farmaco è maturata quando – prosegue il post su X – un nuovo studio pre-review "ha indicato che la rapamicina era uno dei possibili interventi per stimolare la longevità a causare un'accelerazione dell'invecchiamento negli esseri umani su 16 orologi epigenetici dell'invecchiamento". Diversi esperti hanno inoltre sollevato dubbi sulla sicurezza dell'uso prolungato del farmaco in quanto, tra le altre cose, potrebbe inibire "la sorveglianza immunitaria anti-cancro e il rischio di cancro a lungo termine".

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