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Si diffonde KP.3, la nuova variante “Flirt” del coronavirus: ora è dominante negli USA

I CDC hanno confermato che KP.3, una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 discendente di JN.1, è ora quella dominante negli Stati Uniti. Si tratta di un virus della famiglia “FLiRT”. Cosa significa e quali sono i sintomi della COVID-19 provocata da questi patogeni.
A cura di Andrea Centini
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Negli Stati Uniti c'è una nuova variante dominante del coronavirus SARS-CoV-2: KP.3. A confermarlo è la dottoressa Rosa Norman dei CDC in un'intervista con USA Today: “Attualmente, si stima che i virus KP.3 costituiscano tra il 16 e il 37 percento di tutti i virus SARS-CoV-2 negli Stati Uniti”, ha spiegato la scienziata. Per comprendere il balzo in avanti compiuto, basti sapere che è passata da una stima del 9,4 percento all'11 maggio a una del 25 percento l'8 giugno. Se il nome KP.3 vi suona familiare non c'è da stupirsi: fino ad oggi, infatti, lo scettro di variante dominante negli USA era detenuto da KP.2, che all'inizio di maggio è stata rilevata per la prima volta anche in Italia. A sua volta aveva spodestato JN.1, di cui KP.2 e KP.3 sono dirette discendenti.

Sulla base dei dati attuali, è verosimile che nelle prossime settimane KP.3 possa radicarsi e crescere ulteriormente sia negli USA che altrove, potendo contare su una (presunta) migliore capacità di trasmissione e dunque di elusione delle difese immunitarie come KP.2, sia quelle "addestrate" dai vaccini anti Covid – che restano comunque estremamente efficaci nello scongiurare la forma grave della malattia – che quelle naturali legate a precedenti infezioni. Per i vaccini aggiornati contro le discendenti di JN.1 bisognerà attendere l'autunno, come ha affermato a Newsweek il professor Adrian Esterman, epidemiologo e docente di Biostatistica presso l'Università dell'Australia Meridionale. Ma per l'efficacia contro questa specifica variante non ci sono ancora informazioni.

Variante sotto monitoraggio da maggio 2024

KP.3 era stata isolata per la prima volta nei campioni biologici l'11 febbraio di quest'anno, ma solo all'inizio di maggio è stata classificata come variante sotto monitoraggio (VUM) dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e inclusa nel sistema di sorveglianza “Tracking SARS-CoV-2 variants”. Come indicato, si tratta di una discendente diretta di JN.1, dalla quale diverge per tre specifiche mutazioni sulla proteina S o Spike, il “grimaldello biologico” che il coronavirus SARS-CoV-2 utilizza per agganciarsi al recettore delle cellule umane, infettarle e scatenare la malattia che prende il nome di COVID-19. Le mutazioni sono S:F456L, S:Q493E ed S:V1104L. Di queste KP.2 presenta solo l'ultima. Non sono ancora disponibili dati definitivi sulle capacità infettive della nuova variante, ma essendo diventata dominante è facile pensare che siano superiori a quelle della variante che l'ha preceduta.

Cosa sono le varianti FLiRT

È interessante notare che JN.1 e le due varianti discendenti fanno parte di un gruppo che gli scienziati chiamano “FLiRT”. Il nome è legato al peculiare modo in cui si verificano le mutazioni negli amminoacidi sulla proteina S o Spike; quelli classificati come F si scambiano con L, mentre quelli definiti R con T. Tutti questi virus derivano dalla variante di preoccupazione originale Omicron, scoperta in Sudafrica alla fine del 2021 e da allora diffusasi in tutto il mondo attraverso molteplici lignaggi figli, anche di tipo ricombinante. L'aspetto positivo è che rispetto a quelle che l'hanno preceduta ha dimostrato di essere molto meno mortale, anche grazie alla protezione offerta dai vaccini e all'immunizzazione diffusa.

Quali sono i sintomi di KP.3

Per quanto concerne i sintomi, i CDC sottolineano che essi possono variare da persona a persona e in base al tipo di variante coinvolta, anche se c'è un elenco generico cui poter fare riferimento. Fra quelli indicati figurano febbre; brividi; tosse; difficoltà respiratori; dolori muscolari (mialgia); cefalea (mal di testa); perdita o alterazione del gusto e/o dell'olfatto; naso che cola (rinorrea); e problemi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. Nonostante la cavalcata di KP.3, al momento gli esperti non si aspettano che possa avere un impatto significativo sul numero di infezioni e sulla gravità della malattia. Il professor William Schaffner dell'Università Vanderbilt ha dichiarato a USA Today che è improbabile aspettarsi "sintomi particolari" dalle nuove varianti FLiRT.

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