Sfugge a uno squalo grazie ai delfini: così un surfista australiano è tornato sano e salvo a riva
Bill Ballard stava facendo surf a Wallagoot Beach, sulla costa del Nuovo Galles del Sud, in Australia, lo scorso 25 settembre, quando ha notato che, intorno a lui, alcuni delfini intenti a cacciare un branco di salmoni hanno cominciato a comportarsi in modo diverso dal solito. Ballard aveva già incontrato i delfini in quell’area, quindi conosceva bene il loro comportamento abituale. “È difficile da descrivere, ma risalivano in superficie per guardami e a nuotavano avanti e indietro, avvicinandosi e cercando di spingermi verso la riva” ha raccontato il surfista al magazine The Courier. Poco dopo, un velivolo che stava sorvolando la zona è sceso a bassa quota, avvertendo Ballard di un pericolo imminente. Due passeggeri a bordo si sbracciavano dai finestrini, indicando una grande ombra di qualcosa che nuotava nelle vicinanze. Era uno squalo, la cui specie non è stata confermata, forse uno squalo bianco, uno squalo tigre o uno squalo toro, nei quali – secondo l’Australian Marine Conservation Society – non è raro imbattersi nelle acque subtropicali della costa orientale.
Ballard probabilmente porterà sempre con sé il ricordo di quanto accaduto, così come il pilota e i due passeggeri del velivolo che, non riuscendo a riprendere quota, è finito per schiantarsi a pochi metri dalla spiaggia. Nel frattempo, incalzato dai delfini, Ballard ha colto un’onda che lo aveva riportato a riva, dove è andato a controllare le condizioni dei passeggeri. “Uno di loro continuava a dirmi: era uno squalo, era vicino a te ed era il più grande che abbia mai visto. Doveva essere lungo circa 6 metri – ha precisato il surfista – . All’inizio pensavo che lo avessero scambiato per un delfino, e continuavo a chiedere loro se fossero davvero sicuri che non lo fosse, ma il pilota del velivolo ha poi detto: ‘No, volo da anni e so esattamente come appare uno squalo’”.
Nell’incidente, nessuno è rimasto ferito in modo significativo, e Ballard è così tornato a casa sano e salvo, ripensando all’aiuto ricevuto. Senza l’intervento dei delfini, il surfista non si sarebbe probabilmente accorto dello squalo, e senza la loro frenesia, neppure le persone sul velivolo avrebbero notato quanto stava accadendo. Eppure, spiegano gli esperti, il comportamento dei delfini non sarebbe legato a un loro atteggiamento protettivo nei confronti degli umani, anzi.
“Alcuni grandi banchi di pesci, compresi i salmoni, sono una grande attrazione per squali e delfini, che non è raro condividano le stesse aree, poiché tendono a cercare lo stesso cibo – ha affermato a Newsweek il biologo marino Leonardo Guida dell’Australian Marine Conservation Society -. I delfini potrebbero aver persino visto il surfista come un possibile concorrente per il cibo, per cui ‘spingerlo’ a riva avrebbe potuto essere un modo per intimidirlo e farlo stare lontano, piuttosto che proteggerlo da uno squalo. In generale, non è nell’interesse di un animale entrare in conflitto con un altro, quando questo può essere evitato, quindi potrebbe essere che i delfini mantengano le distanze pur tenendo d’occhio un potenziale concorrente”.