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Cambiamenti climatici

Settembre 2023 è stato il più caldo di sempre in Europa: temperature di 4°C oltre la media

I dati preliminari sulle temperature medie di settembre 2023 parlano chiaro: si è trattato del più caldo di sempre in molti Paesi europei, con valori anche di 4 °C superiore alla media storica di riferimento. Tutto lascia pensare che quest’anno diventerà il più caldo mai registrato.
A cura di Andrea Centini
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Settembre 2023, almeno per l'Europa, sarà molto probabilmente il più caldo di sempre, o meglio, da quando viene tenuta traccia della temperatura media della superficie dell'aria. Manca ancora l'ufficialità, ma i set di dati preliminari raccolti dalle autorità meteorologiche del Vecchio Continente parlano chiarissimo ed è improbabile che vengano smentiti. La francese Météo-France, ad esempio, ha segnalato che la temperatura del mese è stata di ben 21,5° C, ciò significa tra i 3,5 °C e i 3,6 °C al di sopra della media del periodo di riferimento, compreso tra il 1991 e il 2020.

Ancora peggiore l'anomalia in Germania segnalata dall'ufficio meteorologico tedesco (Deutscher Wetterdienst o DWD), dalla quale risulta che settembre 2023 è stato di quasi 4° C più caldo rispetto alla media compresa tra il 1961 e il 1990. Anche l'autorità meteorologica del Belgio, l'Institut Royal Météorologique de Belgique (IRM), il mese scorso ha rilevato una temperatura media di 19 °C, circa 4 °C più caldo della media storica. Settembre 2023 è stato anche il più caldo in Polonia (+3,6 °C), Austria e Svizzera, sempre con temperature sensibilmente più elevate delle medie degli ultimi 100 anni. In Inghilterra è stato tra i più caldi di sempre, mentre per l'Italia ci si aspetta la “terza piazza”.

Questi dati, molto probabilmente, contribuiranno a rendere il 2023 l'anno più caldo di sempre. Del resto quest'anno abbiamo già avuto l'estate (boreale) più calda mai registrata, con una temperatura media di 16,77 °C, superiore di 0,66 °C rispetto alla media di riferimento e di 0,29 °C alla temperatura media della seconda estate più calda, quella del 2019. Non a caso in estate abbiamo avuto anche il mese più caldo da quando viene tenuta traccia della “febbre” del pianeta: luglio 2023. In base ai dati della missione di Copernicus, la missione cogestita dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione Europea, luglio di quest'anno è stato infatti di 0,72° C più caldo rispetto alla media di riferimento per il mese in questione (1991 – 2020) e di 0,33° C più caldo rispetto al mese più caldo mai registrato, cioè luglio del 2019. Luglio 2023 è stato anche 1,5° C più caldo rispetto alla media storica compresa tra il 1850 e il 1900, un intervallo di tempo intimamente legato alla Rivoluzione Industriale. Questo trend negativo è continuato fino a settembre e, verosimilmente, proseguirà anche in ottobre. In Italia, ad esempio, i meteorologi si aspettano per le prime tre settimane temperature praticamente estive (siamo entrati in autunno il 23 settembre).

Le ragioni di questo caldo anomalo e diffuso sono intimamente connesse al cambiamento climatico catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas a effetto serra di origine antropica, che, in parole semplici, intrappolano la radiazione solare nella bassa atmosfera facendo schizzare alle stelle la colonnina di mercurio. In questo momento, a livello globale, ci troviamo a circa 1,2 °C di riscaldamento oltre la media dell'epoca preindustriale, dunque siamo a un passo dalla soglia di 1,5 °C, considerata fondamentale dalla comunità scientifica.

Oltre di essa ci si aspettano gli effetti più drammatici e irreversibili della crisi climatica, che sta già colpendo duramente con ondate di calore mortali, siccità estrema, scioglimento dei ghiacciai, incendi, eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello del mare, diffusione di malattie tropicali, perdita della biodiversità, carestie e molto altro ancora. Tutti questi parametri peggioreranno provocando “sofferenze indicibili” all'umanità. Non c'è da stupirsi che alcuni esperti profetizzino la fine della civiltà umana – per come la conosciamo adesso – entro il 2050. A peggiorare la situazione del 2023 anche l'attivazione di El Nino, i cui effetti più dirompenti sono attesi nel 2024. Per questo si ipotizza che il prossimo anno possa essere ancora più rovente di questo. E la situazione non farà altro che peggiorare.

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