Sette nuove specie di ragni scoperte nelle grotte di Israele
I ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Università del Wisconsin-Madison ha annunciato di aver scoperto sette nuove specie di ragni nelle grotte di Israele. Di queste sette specie, cinque hanno occhi ridotti, mentre le altre due sono completamente cieche e, inaspettatamente, sono risultate tutte più strettamente correlate alle specie trovate nelle grotte dell’Europa meridionale rispetto a quelle che vivono all’ingresso delle stesse grotte dove sono state identificate. La loro scoperta, che si unisce al gran numero di nuovi invertebrati recentemente trovati nelle grotte israeliane, ha ampie implicazioni scientifiche nella comprensione degli iter evolutivi che hanno portato alla speciazione e dei processi storici, geografici e climatici che si sono verificati in Israele.
Le specie, appartenenti al genere Tegenaria, sono state individuate durante l’esplorazione di circa 100 grotte in tutto l’Israele, di cui 30 abitate da ragni Tegenaria. Gli esemplari (circa 200), raccolti dalle pareti e tra le pietre di quattro diverse zone ecologiche (esterno della grotta; ingresso della grotta, zone crepuscolari e zone buie), sono stati analizzati a livello morfologico e molecolare, estraendo e confrontando il DNA con le sequenze di specie conosciute dello stesso genere depositate in GenBank, il database del National Center for Biotechnology Information (NCBI).
L’analisi, come dettagliato in articolo recentemente pubblicato sulla rivista Molecular Phylogenetics and Evolution, ha indicato che cinque delle sette nuove specie erano uniche per diverse grotte mentre le altre due erano presenti in diverse grotte della Galilea e del campo carsico di Ofra. “Uno dei risultati inattesi dello studio mostra che le nuove specie sono evolutivamente più vicine alle specie che vivono delle grotte nelle aree mediterranee dell’Europa meridionale, che alle specie che vivono in prossimità delle stesse all’ingresso delle grotte in Israele” ha spiegato Efrat Gavish-Regev del National Natural History Collections dell’Università Ebraica di Gerusalemme e autore corrispondente dello studio.
Tali divergenze potrebbero implicare diversi eventi di colonizzazione, nonché differenti scenari di divergenza da specie antenate recenti o estinte. In particolare, i ricercatori suggeriscono che le nuove specie si siano evolute da un antenato che viveva al di fuori delle caverne e che potrebbe essersi estinto a causa di cambiamenti climatici avvenuti nel passato. Le condizioni uniche dell’habitat avrebbero quindi portato allo sviluppo di adattamenti eccezionali alla vita nell’oscurità, come la cecità, la perdita di pigmenti e l’allargamento delle capacità sensoriali, che “in molti casi determinano la creazione di nuove specie, la cui distribuzione è geograficamente limitata in aree con condizioni ecologiche uniche, come una singola grotta o un sistema di grotte collegate” ha aggiunto Shlomi Aharon, studentessa di dottorato e autrice principale dello studio.
I ricercatori ritengono quindi che le nuove specie abbiano sviluppato adattamenti alla vita in habitat sotterranei che hanno determinato processi di speciazione avvenuti nelle grotte, dopo o contemporaneamente all’estinzione di specie ancestrali da cui si sono evolute, che vivevano al di fuori delle grotte e si estinsero a causa dei cambiamenti climatici storici nella regione. “Attualmente stiamo assistendo agli effetti del cambiamento climatico su molti habitat, il che ci obbliga a considerare, mantenere e promuovere programmi che includano la conservazione degli habitat sotterranei, molti dei quali sono a rischio immediato – ha evidenziato il professor Dror Hawlena del Dipartimento di Ecologia, Evoluzione e Comportamento del Safra Campus di Gerusalemme e co-autore della ricerca – . Dobbiamo proteggere la natura unica di Israele, preservare i suoi sistemi sotterranei per il futuro ed esplorare ulteriormente i processi che hanno creato questi sistemi nel Paese”.