“Sento i suoni ma non li capisco”, la storia di Sophie affetta da un disturbo dell’elaborazione uditiva
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"Anche se posso sentire i rumori o le voci, non riesco a capire davvero da dove proviene il rumore. So che è la voce di quella persona, ma non riesco a riconoscerlo abbastanza velocemente". Sophie, 25 anni, è un'assistente amministrativa di Londra che da qualche anno convive con una condizione neurologica poco comune, il disturbo dell'elaborazione uditiva (APD), in cui il cervello, pur percependo i suoni, fa fatica a comprenderli in tempo considerati immediati.
La storia di Sophie
Cresciuta in una fattoria di campagna, un luogo tranquillo, lontano dai rumori della città, Sophie – ha raccontato alla Bbc – si è accorta che qualcosa non andava nel suo udito solo da ragazza, quando si è trasferita a Londra per l'università. Il nostro cervello cattura ed elabora continuamente centinaia di rumori e suoni di sottofondo, senza che le sue normali attività vengano compromesse, ma per chi ha un disturbo o disordine dell'elaborazione udiva le cose non sono così semplici e anche i suoni più comuni possono diventare difficili da comprendere o decifrare. Questo può compromettere anche le più semplici attività quotidiane, come andare a cena fuori o seguire le lezioni all'università.
Anche se si è trasferita a Londra per frequentare l'università, Sophie ha seguito la maggior parte delle lezioni da casa, dal suo pc, perché in questo modo poteva usufruire dei sottotitoli. Sophie avrebbe voluto andare in facoltà, ma ascoltare le lezioni era diventato insopportabile per lei: "Anche se mi sforzavo di ascoltare, le parole suonavano come incomprensibili". Per lo stesso motivo Sophie ha smesso di frequentare qualsiasi luogo di vita sociale, come bar, pub o ristoranti, rinunciando a una parte importante della sua vita.
Di fronte a queste continue difficoltà, Sophie ha deciso di rivolgersi a specialisti dell'udito per capire quale fosse la causa del suo problema. Eppure, il suo test dell'udito è risultato perfetto e gli altri medici che l'hanno visitata hanno escluso qualsiasi disturbo anatomico nell'orecchio. Alla fine è arrivata la diagnosi: il suo problema non dipendeva da un problema strutturale dell'udito, ma dalla percezione da parte del cervello dei suoni. Questa condizione viene genericamente indicata come disordine o disturbo dell'elaborazione uditiva, in inglese auditory processing disorder (APD).
Cos'è il disturbo dell'elaborazione uditiva
Il disturbo dell'elaborazione uditiva è una condizione neurologica – spiega la Fondazione Mayo Clinic – che interessa la regione del cervello che elabora i suoni. Sebbene alcune condizioni come l'ADHD o l'autismo possano influenzare il modo in cui una persona sente, quest'ultimo può dipendere anche da altre cause, come un'infezione all'orecchio in età infantile o una lesione cerebrale.
Si manifesta con sintomi come difficoltà a identificare la fonte da cui arriva al suono o a comprendere le parole che vengono pronunciate in una stanza affollata o molto rumorosa. Questo può rendere difficile anche comprendere un discorso o una battuta, con difficoltà che possono ripercuotersi sulle modalità di apprendimento o le interazioni sociali.
L'ipotesi del collegamento con le cuffie con cancellazione del rumore
Contatti dalla Bbc, diversi esperti hanno spiegato che negli ultimi anni, soprattutto tra gli adolescenti e giovani adulti, i disturbi dell'elaborazione uditiva sembrano essere in aumento. Indagando le possibili cause, gli esperti sostengono che questo anomalo aumento dei casi potrebbe avere anche dei fattori esterni, nello specifico ipotizzano l'esistenza di un collegamento con l'uso sempre più comune delle cuffie con cancellazione del rumore.
Claire Benton, vicepresidente della British Academy of Audiology, ha spiegato alla Bbc che questi dispostivi, bloccando i suoni quotidiani come i bip delle auto, potrebbero portare il cervello a perdere la sua capacità di filtrare i suoni di sottofondo. Questo rischio è maggiore se le cuffie con cancellazione dei suoni vengono utilizzate da ragazzi molto giovani: "Quelle abilità di ascolto più complesse e di alto livello del cervello finiscono di svilupparsi nella tarda adolescenza. Quindi, chi indossa solo cuffie con cancellazione del rumore in questo periodo della crescita – conclude l'esperto – rischia di ritardare leggermente la sua capacità di elaborare il linguaggio e il rumore".