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Sembra esserci un motivo ben preciso per cui le cimici dei letti sono così difficili da eliminare

Il motivo per cui le cimici dei letti sono così difficili da debellare è legato alla loro crescente resistenza agli insetticidi: questa capacità deriva da specifiche mutazioni genetiche, di cui una (A302S Rdl) è la stessa osservata anche nelle blatte resistenti.
A cura di Valeria Aiello
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Un'infestazione di cimici dei letti / Credit: Warren Booth
Un'infestazione di cimici dei letti / Credit: Warren Booth

Le infestazioni da cimici dei letti (Cimex lectularius), sempre più spesso segnalate anche in Italia, si stanno spesso rivelando molto difficili da debellare: il motivo dietro questa difficoltà sembra risiedere nella loro crescente resistenza agli insetticidi, una capacità legata a specifiche mutazioni genetiche che rendono questi parassiti resistenti ai prodotti comunemente utilizzati per eliminarli.

Un team di ricercatori del Virginia Polytechnic Institute and State University di Blacksburg, guidato dall’entomologo Warren Booth, ha identificato una di queste mutazioni, scoprendo che si tratta di un’alterazione genetica già nota, denominata A302S Rdl, che in precedenza è stata osservata in diverse altre specie di parassiti, incluse le blatte resistenti. Lo studio che spiega nel dettaglio la scoperta di questa mutazione è stato recentemente pubblicato sul Journal of Medical Entomology.

Perché le cimici dei letti sono così difficili a eliminare

Cimici dei letti sempre più difficili da eliminare principalmente a causa della loro crescente resistenza agli insetticidi: questa capacità è il risultato di specifiche mutazioni genetiche che rendono questi parassiti resistenti ai prodotti comunemente utilizzati per debellarli.

Una di queste mutazioni, nota come A302S Rdl, è associata alla resistenza alla dieldrina (dieldrin), un insetticida sviluppato negli Anni 40 come alternativa al DDT e ampliamente utilizzato per circa 40 anni, prima che il suo uso venisse proibito in molti Paesi, a causa dei suoi effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.

Il dieldrin ha tuttavia lo stesso meccanismo d’azione del fipronil, un insetticida ad ampio spettro che attualmente è utilizzato come antiparassitario, in particolare per il controllo di pulci in cani e gatti e nelle esche per scarafaggi domestici. “La mutazione può consentire ai parassiti di essere resistenti a entrambi gli insetticidi – ha precisato il professor Booth – . Il dieldrin è vietato dagli Anni 90, ma il fipronil è ampiamente utilizzato nei trattamenti localizzati per il controllo delle pulci in cani e gatti”.

Secondo il professor Booth, il fatto che molti proprietari di animali domestici che utilizzano questi trattamenti localizzati a base di fipronil sui loro animali permettano ai loro cani o gatti di dormire con loro, espone i letti ai residui di fipronil. “Se delle cimici dei letti entrano in quest’ambiente, possono essere inavvertitamente esposte al fipronil, venendo selezionate per questa mutazione nella popolazione”.

Il fipronil non è solitamente utilizzato per il controllo delle cimici dei letti ma gli esperimenti di laboratorio hanno evidenziato che questi parassiti, se non resistenti, sono suscettibili a questo insetticida. Al contrario, la presenza della mutazione A302S Rdl può contribuire alla loro resistenza, come osservato in precedenza nelle blatte tedesche (Blattella germanica).

Ciò ha spinto i ricercatori ad analizzare le cimici dei letti appartenenti a 134 diverse popolazioni raccolte dalle aziende di disinfestazione negli Stati Uniti e in Canada tra il 2008 e il 2022, per verificare se presentassero la stessa mutazione.

Da questa indagine è emerso che due popolazioni geneticamente distinte mostravano la mutazione A302S Rdl. “Non sappiamo se questa mutazione sia nuova o si sia manifestata dopo l’esposizione ai prodotti chimici – ha aggiunto il professor Booth – . Il passo successivo del nostro lavoro sarà quello di allargare la rete di indagine, per verificare la presenza di queste mutazioni genetiche in altre regioni, in particolare in Europa, nonché in diversi periodi storici negli esemplari conservati nei musei, visto che le cimici dei letti esistono da oltre un milione di anni”.

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