Semaglutide, studio conferma notevole efficacia nella perdita di peso: 50% ragazzi esce dall’obesità
Un nuovo studio ha confermato l'estrema efficacia della semaglutide nel favorire la perdita di peso, anche negli adolescenti. La ricerca, un'analisi secondaria dello studio “Once-Weekly Semaglutide in Adolescents with Obesity” pubblicato alla fine del 2022 sulla prestigiosa rivista scientifica The New Enagland Journal of Medicine, indica che circa la metà dei ragazzi e delle ragazze tra i 12 e i 18 anni trattata col farmaco è uscito dall'obesità, inoltre il 74 percento ha avuto un calo di una o più categorie di indice di massa corporea o BMI (acronimo di Body Mass Index). Sono risultati significativi che evidenziano ancora una volta la grande efficacia della semaglutide nel promuovere il dimagrimento. Il farmaco, originariamente sviluppato per combattere il diabete di tipo 2, è un agonista del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) progettato replicare l'azione di un ormone, al fine di indurre sazietà e regolare i livelli di glucosio nel sangue (glicemia). Recentemente è stato determinato che ha anche alcune proprietà anticancro.
A dimostrare che la semaglutide favorisce una significativa perdita di peso anche negli adolescenti è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Facoltà di Medicina dell'Università del Minnesota, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Center for Pediatric Research in Obesity and Metabolism dell'Università di Pittsburgh, della casa farmaceutica danese Novo Nordisk A/S, dell'Università di Yale e dell'Università di Medicina Paracelsus di Salisburgo (Austria). I ricercatori, coordinati dal professor Aaron S. Kelly, docente presso il Dipartimento di Pediatria e Centro di Medicina dell'Obesità Pediatrica dell'ateneo di Minneapolis, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato più a fondo i dettagli dello studio STEP TEENS di fine 2022, nel quale era stato già confermato che una dose settimanale da 2,4 milligrammi di semglutide – somministrati per via endovenosa, sottocutanea – è in grado di indurre una riduzione del BMI statisticamente superiore a quella garantita dal solo stile di vita (nel gruppo di controllo con placebo). Nell'analisi secondaria gli scienziati hanno voluto capire di quanto è sceso l'indice di massa corporea dei partecipanti.
Per fare questo calcolo hanno elaborato i dati dei ragazzi e delle ragazze (circa 200) seguiti per 68 settimane. I partecipanti sono stati suddivisi per grado di obesità (OCI, OCII e OCIII) in base alle linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention (CDCD). Il 31 percento (62) era OCIII, il più grave. Al basale il peso medio era di 107,5 chilogrammi. Al termine del periodo di follow up il 74 percento degli adolescenti trattati con semaglutide ha avuto una riduzione del BMI di una o più categorie, contro il 19 percento del gruppo placebo (un terzo del totale). Nel 45 percento dei casi i partecipanti hanno avuto una riduzione del BMI di due o più categorie, passando dall'obesità al sovrappeso o al normopeso.
“Questi risultati sottolineano l'elevato grado di efficacia clinica della semaglutide negli adolescenti con obesità. In senso pratico, vediamo che la semaglutide ha ridotto il peso a un livello inferiore a quello che viene definito come obesità clinica in quasi il 50% degli adolescenti nel nostro studio, che è storicamente senza precedenti con trattamenti diversi dalla chirurgia bariatrica”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Kelly. Il farmaco, concludono gli esperti, si ritiene dunque “altamente efficace nel ridurre la categoria di BMI”. I dettagli della ricerca “Reducing BMI below the obesity threshold in adolescents treated with once-weekly subcutaneous semaglutide 2.4 mg” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Obesity.