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Segni di commozione cerebrale nel 78% dei partecipanti alle gare di schiaffi, uno “sport” emergente

Tra gli sport di combattimento emergenti figura lo slap fighting, il combattimento di schiaffi, in cui due contendenti si prendono a ceffoni a turno, restando inermi. I colpi sono talmente violenti che circa l’80 percento di chi li riceve mostra segni di commozione cerebrale, come evidenziato da un nuovo studio.
A cura di Andrea Centini
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Circa l'80 percento dei partecipanti alle gare di schiaffi professionistiche (slap fighting) mostra segni di commozione cerebrale. È quanto emerso da un nuovo studio che ha valutato i video relativi alla prima stagione di un noto programma gestito gestito da una società promotrice di combattimenti a schiaffi. In parole semplici, in questo cosiddetto "sport emergente" i due contendenti si mettono uno innanzi all'altro e si colpiscono a turno con violentissimi schiaffi a palmo aperto; si hanno a disposizione 30 secondi per sferrare il colpo e altri 30 secondi per riprendersi dopo averlo ricevuto. Il match può concludersi per KO o ai punti, come avviene in altre discipline di combattimento come boxearti marziali miste (MMA).

Sin da quando questa controversa pratica è stato promossa e sdoganata come professionistica, anche grazie alla spinta promozionale sui social e in televisione, i medici hanno avvertito dei potenziali gravi rischi per la salute corsi dai partecipanti. Gli schiaffi, del resto, vengono dati con una forza mostruosa contro individui che devono restare totalmente inermi mentre li ricevono. Più che sport di combattimento gli slap fighting sembrano gare di resistenza, nelle quali resta in piedi chi sopporta di più le fragorose manate degli avversari (competono sia uomini che donne). Il nuovo studio ha voluto far luce sulle conseguenze neurologiche di questi colpi, facendo emergere un quadro inquietante che già traspariva da video e immagini virali dei match, alcuni dei quali trasformati anche in meme.

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A condurre lo studio è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di chirurgia neurologica dell'Università di Pittsburgh, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi neurologi del Centro Medico e del VA Pittsburgh Healthcare System. I ricercatori, coordinati dal dottor Raj Swaroop Lavadi della Facoltà di medicina, sono giunti alle loro conclusioni sulle commozioni cerebrali dopo aver analizzato gli oltre 300 schiaffi dati durante la prima stagione del programma (andato in onda nel 2023) dai 56 partecipanti. Tra i sintomi di commozione cerebrale rilevati dai neurologi figurano sguardo vuoto e assente; lentezza nel rimettersi in piedi; problemi di coordinazione; crisi di vomito; convulsioni e amnesia. Del resto basta guardare alcuni video per rendersi conto della brutalità dei colpi inferti. Tali segni sono stati notati dopo circa 1/3 degli schiaffi dati e nel 78 percento dei partecipanti (44 su 56). Circa la metà ha mostrato segni di una seconda commozione cerebrale all'interno dello stesso incontro.

In alcuni casi sono stati evidenziati anche segni di lesione cerebrale, come nel caso di un concorrente che, dopo aver ricevuto il colpo, ha irrigidito le braccia in avanti in "posizione da scherma". Come riportato da ScienceAlert, il neuroscienziato ed ex wrestler Christopher Nowinski aveva sottolineato su X che quel comportamento viene utilizzato dai neurologi assieme alle scansioni cerebrali per determinare l'entità di un trauma cranico. Nonostante la severità delle possibili conseguenze delle gare di schiaffi, che in alcuni casi possono sfociare anche in problemi di udito e di masticazione, chi organizza tali eventi non si fa problemi a condividere video che mostrano chiari segni di commozione cerebrale nei partecipanti. Del resto anche i filmati degli incontri di arti marziali miste sono un florilegio di KO spaventosi, sangue a profusione, arti spezzati e una violenza sconvolgente. Ma almeno in questo sport è possibile pararsi e difendersi, mentre nello slap fighting si ricevono colpi alla massima potenza in ogni turno, sulla testa e senza poter muovere un muscolo.

Ora il nuovo studio condotto da neurologi ha fatto luce sulle conseguenze potenzialmente a lungo termine di questi controversi combattimenti. “Sebbene vi sia un consenso generale sulla pericolosità di questo sport, a nostra conoscenza, non è ancora stata segnalata una quantificazione del rischio di commozione cerebrale. L'obiettivo di questo studio era identificare i segni di commozione cerebrale tra i combattenti di schiaffi eseguendo un'analisi video”, hanno chiosato i ricercatori. I dettagli dello studio “Video Analysis of Concussion Among Slap Fighting Athletes” sono stati pubblicati su JAMA Network.

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