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Segnali di Alzheimer o sintomi dovuti ad altre cause, un nuovo esame può dire di cosa si tratta

Un esame del sangue di recente sviluppo aiuta a capire se i sintomi di una persona, come leggere dimenticanze e difficoltà di concentrazione, siano dovuti all’Alzheimer o ad altre condizioni, indicando anche lo stadio della malattia: il test si basa sull’analisi dei livelli ematici di MTBR-tau243, una proteina che riflette l’accumulo di grovigli di tau nel cervello.
A cura di Valeria Aiello
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I primi segnali di Alzheimer possono essere molto vaghi e difficili da distinguere da quelli di altre forme di demenza o condizioni che influenzano le nostre capacità cognitive: sintomi come leggere dimenticanze, difficoltà di concentrazione o cambiamenti nella percezione sono infatti una caratteristica dell’Alzheimer ma possono essere anche segni di altri problemi, tra cui ansia e depressione. Un nuovo esame del sangue può però dire con precisione se si tratta di Alzheimer o se i sintomi sono causati da qualcosa di diverso, facilitando la diagnosi della malattia neurodegenerativa e indicando anche il suo stadio di progressione.

Il test si basa sull’analisi dei livelli ematici di MTBR-tau243, una proteina che riflette l’accumulo di grovigli di tau nel cervello, uno dei tratti neuropatologici dell’Alzheimer. “Lo sviluppo dei grovigli di proteina tau nella malattia di Alzheimer fa seguito all’accumulo di un’altra proteina, chiamata amiloide, che forma placche nel cervello – spiega il team che ha messo a punto il nuovo esame, dopo aver sviluppato anche un test ematico per l’amiloide – . I sintomi cognitivi emergono nel momento in cui i grovigli di tau diventano rilevabili e peggiorano man mano che questi grovigli si diffondono”.

Rispetto alle attuali tecniche per identificare placche amiloidi e dei grovigli di tau, evidenziate nelle scansioni cerebrali con tomografia a emissione di positroni (PET), queste nuove analisi del sangue rappresentano un’alternativa molto più accessibile e meno costosa, che può rivoluzionare la diagnosi dell’Alzheimer, permettendo interventi più mirati. I dettagli dello studio che ha portato all’identificazione di MTBR-tau243 come biomarcatore ematico per l’Alzheimer sono stati pubblicati in un articolo su Nature Medicine.

L’esame del sangue che dice se sono sintomi di Alzheimer o altre condizioni

Un esame del sangue di recente sviluppo aiuta a capire se i sintomi di una persona, come leggere dimenticanze e difficoltà di concentrazione, siano dovuti all’Alzheimer o ad altre condizioni, indicando anche lo stadio della malattia. Questo esame misura i livelli di una proteina, chiamata MTBR-tau243, che riflettono accuratamente l’accumulo di grovigli tau nel cervello, la cui quantità è correlata alla gravità della malattia.

Nei test che hanno portato all’identificazione di MTBR-tau243 come biomarcatore ematico dell’Alzheimer, i ricercatori hanno dimostrato che i livelli di questa proteina permettono di distinguere con precisione le persone con Alzheimer in fase iniziale da quelle con malattia avanzata, e di riconoscere i pazienti i cui sintomi erano dovuti a condizioni diverse dalla malattia neurodegenerativa.

Nello specifico, i test hanno evidenziato che nelle persone con primi sintomi cognitivi dovuti al morbo di Alzheimer, i livelli di MTBR-tau243 risultano significativamente elevati nella fase di lieve deterioramento cognitivo, ma molto più alti, fino a 200 volte, nella fase di demenza: ciò ha consentito di effettuare una netta separazione tra le persone con Alzheimer in fase iniziale e quelle con malattia avanzata, fornendo indicazioni sullo stadio della malattia.

Nel caso invece di livelli di MTBR-tau243 normali, per distinguere le persone con altre condizioni da quelle con Alzheimer in fase pre-sintomatica, gli studiosi hanno fatto affidamento sul test dell’amiloide precedentemente sviluppato, che si basa sui livelli ematici di p-tau217, una forma fosforilata (al residuo 217) della proteina tau, che è riscontrabile fino a 15 anni prima della comparsa dei segni della malattia.

Possiamo usare l’esame del sangue per p-tau217 per determinare se una persona ha l’Alzheimer, mentre il test per MTBR-tau243 rappresenta un complemento molto prezioso sia in ambito clinico che in sperimentazioni di ricerca – hanno precisato i ricercatori – . Quando entrambi questi biomarcatori sono positivi, la probabilità che l’Alzheimer sia la causa sottostante dei sintomi cognitivi di una persona aumenta in modo significativo, rispetto a quando solo p-tau217 è anomalo. Questa distinzione è fondamentale per selezionare il trattamento più appropriato per ciascun paziente”.

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