Se hai un raffreddore, hai il 50% di possibilità che sia Covid
Se hai i sintomi di un raffreddore come rinorrea (naso che cola), mal di gola, mal di testa, affaticamento e simili, ci sono alte probabilità che possa trattarsi di COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. A sottolinearlo sono gli scienziati coinvolti nel ZOE COVID Symptom Study, un'indagine condotta nel Regno Unito basata sui dati di milioni di pazienti (auto-segnalati) che vengono caricati su un'applicazione attraverso dispositivi mobili. Le ultime analisi suggeriscono che oltre il 50 percento dei pazienti risultati positivi al tampone oro-rinofaringeo (o naso-orofaringeo) non presenta i tre sintomi principali della COVID-19, ovvero febbre, tosse e perdita dell'olfatto (anosmia). In parole semplici, in buona parte dei casi i contagiati sperimentano qualcosa di molto più simile a un raffreddore che a un'influenza molto severa, come accaduto per larga parte della pandemia.
La ragione di questo cambio di paradigma risiederebbe nella devastante circolazione della variante Omicron (B.1.1.529) del patogeno pandemico, che da quanto è emersa in Sudafrica, alla fine di novembre, è stata associata a una sintomatologia generalmente più lieve. Ciò non significa affatto che non si verifichino casi gravi e decessi per Omicron, tutt'altro, ma che si registra un numero sensibilmente minore di ricoveri in ospedale e di vittime in proporzione a quanto accadeva con altre varianti, come la Delta che ha dominato nell'ultima fase. Il dato è stato evidenziato dai risultati di tre studi condotti in Inghilterra, Scozia e Sudafrica. “Il numero di nuovi casi sintomatici è esploso nell'ultima settimana”, ha dichiarato alla BBC il professor Tim Spector, docente di Epidemiologia Genetica e direttore presso il Dipartimento della Ricerca sui Gemelli del prestigioso King's College di Londra, oltre che direttore del ZOE COVID Symptom Study. “Per la maggior parte delle persone, un caso positivo di Omicron sembrerà molto più simile al comune raffreddore, che inizia con mal di gola, naso che cola e mal di testa. Basta chiedere a un amico che è risultato positivo di recente per scoprirlo”, ha affermato l'esperto, sottolineando che va cambiata urgentemente la comunicazione pubblica “per salvare vite umane”.
Il messaggio è rivolto soprattutto al National Health Service (NHS), il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, che sin dall'inizio della pandemia non ha mai modificato l'elenco dei sintomi Covid, lasciando come riferimento il trittico di cui sopra. “Quanto sarebbe difficile per l'NHS aggiungere i sintomi Covid simili al raffreddore a questo elenco per aiutare a ridurre la diffusione? Oltre il 50 percento dei casi attuali manca dei 3 sintomi tradizionali”, aveva scritto su Twitter lo scienziato, in aperta polemica con l'ente sanitario. In base allo studio britannico i sintomi più comuni comunicati dagli utenti positivi sono naso che cola, starnuti, gola irritata, mal di testa (cefalea) e un affaticamento più o meno pesante, oltre a mal di schiena, dolori muscolari e sudorazione notturna. Sono appunto sintomi più assimilabili a quelli di un raffreddore. Secondo uno studio condotto da un team di ricerca della società nference Lab, la nuova variante potrebbe essere meno aggressiva poiché potrebbe aver acquisito nel proprio patrimonio genetico il frammento di un comune coronavirus, proprio uno di quelli che provocano il raffreddore.
Ma anche se la Omicron sembra determinare una malattia lieve nella maggior parte dei casi, la contagiosità risulta comunque estrema e il numero di nuovi casi semplicemente drammatico. Basti pensare che nel Regno Unito nelle ultime 24 ore sono stati registrati circa 120mila nuovi contagi da coronavirus SARS-CoV-2, mentre in Italia sono stati 44.595. In entrambi i casi si tratta del record assoluto dall'inizio della pandemia, con l'evidente zampino della variante Omicron (il record precedente nel nostro Paese risale al 13 novembre del 2020, con 40.902 positivi). Proprio perché si contagia un numero enorme di persone, anche se si aggrava solo una piccola percentuale lasciar circolare liberamente la variante Omicron farebbe travolgere i sistemi sanitari, come dimostrato da questo grafico. Per questa ragione in Italia è stato deciso di introdurre l'obbligo di mascherine FFP2 in determinati contesti ed è stata anticipata la terza dose del vaccino anti Covid, che ha dimostrato di essere decisamente protettiva contro la nuova variante.